Ritorna la leva militare?/2 – Tuttoscuola,

Anche se la leva non sarà più obbligatoria, non sarà la persona a decidere se e come dedicarsi alla solidarietà, ma potrà essere lo Stato a definirne le modalità dell’impegno. E mentre il servizio civile ha una prospettiva pedagogica aperta verso una pluralità di occasioni sociali e professionali, in quello militare l’orizzonte è già delineato e chiuso nelle proprie regole.

Chi vuole intraprendere la carriera militare può presentarsi al concorso, come per le altre forze dell’ordine, per una professione che sicuramente oltre agli aspetti tecnici ha elevate doti di carattere etico e sociale, ma il paese ai suoi giovani, in questo momento di passaggio alla vita adulta, deve proporre una visione larga e plurale con attività che prima di tutto li faccia crescere come persone e li ponga in un contesto relazionale di cooperazione che è alla base della costruzione sociale e di cittadinanza.

Rendere universale il servizio civile, anche a carattere internazionale, potrebbe occupare un anno della vita dopo la scuola secondaria che potrebbe terminare a diciotto anni. Si potrebbe considerare tale anno come un rito di passaggio per poter sperimentare le competenze acquisite, avvicinarsi in modo operativo alla comunità e dedicare agli altri un lavoro che fa amare la patria ed ha una ricaduta sul piano sociale prima ancora che economico.

Il servizio civile ha avuto grande enfasi nel nostro paese in piena guerra fredda, quando si diffondeva l’antimilitarismo ed una decisa opzione per la pace e l’impegno nel volontariato, oggi che di nuovo il pacifismo cerca di distoglierci da un’esperienza bellica che ci tocca sempre più da vicino, pensare ad una nuova leva militare non sembra la proposta più accattivante per i nostri giovani, i quali hanno bisogno sì di sperimentare concretamente un’idea di servizio, ma in un contesto di relazioni collaborative per la costruzione della comunità sociale e ambientale.

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