Il ritorno di Berlusconi: oggi siamo qui grazie a me

Il ritorno di Berlusconi: oggi siamo qui grazie a me

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di Marco GalluzzoIl leader al Senato rivendica il suo ruolo e chiede la riforma della giustizia. «L’Ucraina? La mia posizione è ferma» Dopo 9 anni riprende la parola in Senato. È emozionato, attorniato dai suoi senatori, lima il discorso sino all’ultimo minuto. Tutti si aspettano una correzione di rotta chiara, netta, definitiva, rispetto agli incidenti degli ultimi giorni, i contrasti con la Meloni, le parole su Putin e sulla guerra. La correzione arriverà, ma per prima cosa Berlusconi rivendica il ruolo di padre fondatore del centrodestra, ci tiene a sottolineare una primogenitura, «è per me un motivo di soddisfazione riprendere la parola in Senato proprio quando il popolo italiano ha scelto ancora una volta di affidare il governo del Paese alla coalizione di centrodestra. È una coalizione a cui ho dato vita 28 anni fa e che, da allora ad oggi, ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica». Tanti sono i meriti che il Cavaliere attribuisce al centrodestra, ma in fondo a sé stesso: la sua coalizione è rivoluzionata rispetto al momento della sua discesa in campo, ma in questi anni «ha realizzato una democrazia compiuta, una democrazia di tipo europeo basata sull’alternanza fra due parti legittimate dal voto degli italiani». Una ricostruzione che arriva alla vittoria di Giorgia Meloni come epilogo della storia politica personale di Berlusconi stesso: «Se oggi per la prima volta al governo del Paese, per decisione degli elettori, c’è un’esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo si è reso possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per il nostro Paese». Ma è solo il preambolo del discorso, «e non farò sfoggio della mia eloquenza solo perché ho tante cosa da dire». Poi, come un alunno che ha un compito preciso e lo porta a termine con diligenza, Berlusconi legge il resto dell’intervento per mettere fine, in modo definitivo, alle polemiche dei giorni scorsi. Sembra che tutti apprezzino, nel suo partito come nel governo, che gli tributa, Meloni e ministri in piedi, una standing ovation finale. Berlusconi chiude il caso sull’Ucraina: «Non possiamo essere che con l’Occidente a difesa del popolo ucraino e lavorare per la pace con gli alleati occidentali nel rispetto della volontà» di Kiev. E anche quello personale con la Meloni: «Lei, presidente del Consiglio, ha pronunciato parole definitive, sui diritti, sulla libertà, sulla pace fiscale e sul calo delle tasse». E dunque merita il voto «convinto» di Forza Italia. In apertura di intervento c’è una nota leggera, felice, gli è nato, «da appena tre ore», il 17esimo nipotino, il secondo figlio di Luigi. Ma è un accenno la condivisione, con l’Aula, di un’allegria famigliare. Poi si prosegue con quello che tutti leggono come un atto politico di riparazione, rispetto alle ambiguità dei giorni scorsi su Putin e la guerra. Ricorda «quello che ho fatto a Pratica di Mare, quasi un miracolo», ricorda di aver sempre lavorato a fianco degli «uomini della Nato, dell’Europa, degli Stati Uniti». C’è spazio per aggiungere una sfumatura in più rispetto alle critiche ricevute per i suoi rapporti con Putin: «Il mio progetto, le speranze di molti, erano allora quelle di recuperare la Russia all’Europa. Questo progettavamo per poter affrontare insieme con un Occidente rafforzato dall’apporto della Russia alla grande sfida sistemica del 21/mo secolo, quella del pericoloso espansionismo cinese. Purtroppo l’invasione dell’Ucraina ha vanificato questo nostro disegno». Alla fine tutti i senatori di Forza Italia lo avvicinano in un abbraccio fatto di applausi, complimenti e anche un pizzico di sollievo. È filato tutto liscio. Anche Giorgia Meloni lo guarda, sorride, lo applaude in piedi insieme a tutti gli altri ministri. Lui le augura lunga vita: «Al presidente del Consiglio i miei e i nostri più convinti e affettuosi auguri per tutti i prossimi cinque anni di lavoro». Infine un abbozzo di programma: al primo punto «una riforma della tassazione per un fisco più equo e leggero». Al secondo «una riforma della giustizia nel segno del garantismo e non contro i magistrati». 26 ottobre 2022 (modifica il 26 ottobre 2022 | 21:53) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-26 20:48:00, Il leader al Senato rivendica il suo ruolo e chiede la riforma della giustizia. «L’Ucraina? La mia posizione è ferma», Marco Galluzzo

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