Ritratto al Bronzino allasta da Sothebys, il dipinto trafugato dai nazisti

Ritratto al Bronzino allasta da Sothebys, il dipinto trafugato dai nazisti

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arte

di Paolo Manazza e Luca Zuccala16 gen 2023

Ritratto al Bronzino all’asta da Sotheby’s, il dipinto trafugato dai nazisti

Dai dubbi sull’attribuzione alla requisizione nazista. Sino alla recente ipotesi: che si tratti di un Self Portrait? Ritratto di uomo con penna e foglio di carta di Agnolo di Cosimo – conosciuto come il Bronzino (1503–1572) – torna sul mercato dopo ottant’anni. Portando con s molteplici storie e una sola valutazione, 3-5 milioni di dollari. L’appuntamento da Sotheby’s il 26 gennaio a New York, in un’asta in cui l’opera rappresenta la perla che alza il sipario degli incanti 2023.

Una delle scoperte recenti pi interessanti

Sotheby’s, annunciando la vendita, rende nota la riattribuzione di questo Ritratto al Bronzino. La tela stata a lungo tempo privata della celebre autorialit. Mentre oggi tutti gli esperti concordano nel concedergliela. Del resto la qualit della superficie pittorica e alcuni elementi tipici del maestro fiorentino paiono certificare la mano del pittore. Per Carlo Falciani, storico dell’arte autore della riattribuzione, si tratta di una delle pi interessanti scoperte recenti relative al celebre artista fiorentino Agnolo Bronzino. La sua riscoperta non solo porta alla luce uno dei pi bei ritratti dell’artista, ma migliora anche la nostra comprensione della sua attivit giovanile. Addirittura al vaglio la possibilit che si tratti di un autoritratto. Sarebbe l’unico noto dell’artista. Ma, insieme alla sue pregevole fattura, il dipinto si distingue anche per la lunga e tormentata storia collezionistica che ha vissuto, in particolare nel XX secolo.

L’intreccio con i crimini nazisti

Inganni, ricatti e atrocit intrecciano l’opera ai crimini nazisti che hanno segnato profondamente un’epoca e in particolare la comunit ebraica. Della quale faceva parte anche Ilse Hesselberger, l’originale proprietaria di questo capolavoro. Ilse acquist l’opera nel 1927. Erede di una grande impresa tessile, era sposata con Franz Hesselberger, morto a met degli anni ‘30, proprietario di una fabbrica di pelletteria a Monaco. Di fede protestante, ma di origine ebraica, qualche anno dopo Hesselberger rimase drammaticamente coinvolta nelle persecuzioni naziste. Momento spartiacque della sua esistenza fu il 1938. In viaggio in Italia con la figlia Trudy per fare visita ad alcuni parenti, la donna decise di fare ritorno in Germania mentre la figlia scelse di fuggire negli Stati Uniti. Una decisione saggia, dal momento che due mesi dopo i passaporti di tutti i cittadini ebrei furono invalidati dal governo tedesco. Forse confortata dall’elevata posizione sociale di cui godeva, la madre come detto prese invece la via di casa. Giusto in tempo per assistere alla definitiva ascesa al potere da parte di Adolf Hitler, che proprio a Monaco aveva trovato lo zoccolo duro del suo consenso. Era ottobre. A dicembre le autorit naziste inasprirono ulteriormente le persecuzioni contro la comunit ebraica. Ogni cittadino ebreo fu costretto a cedere le propriet immobiliari, le attivit commerciali e qualsiasi altro bene di valore. E, infine, a finanziare la propria morte. La stessa Ilse Hesselberger nel 1941 fu convocata in un ufficio nazista. La richiesta drammatica e paradossale era quella di una donazione economica, che solo successivamente la donna avrebbe scoperto essere destinata alla costruzione del campo di concentramento di Milbertshofen, in Lituania. Proprio dove avrebbe trovato la morte il 25 novembre dello stesso anno. Ma al tempo Hesselberger si lasci convincere dalle promesse di grazia dei nazisti, che le promettevano libert in cambio di un pagamento che si presume ad ogni modo coatto.

La propriet tedesca

Cos Hesselberger pag per la sua morte. E, all’interno di questo tragico compromesso, anche il dipinto del Bronzino fu acquisito dalla cancelleria del Reich. Si dice grazie all’intervento di Gerdy Troost, noto come il designer d’interni preferito di Hitler. Il quale successivamente destin l’opera al Fhrermuseum di Linz, museo ideato dal Fhrer per la sua citt natale in Austria, ma mai realizzato. In qualche modo il dipinto arriv comunque da quelle parti, dal momento che fu ritrovato dall’esercito americano in una miniera di sale austriaca al termine della guerra. Consegnato ai funzionari tedeschi, il quadro ha poi passato i successivi decenni nelle mani della Repubblica Federale Tedesca. Per un lasso di tempo stato appeso alle pareti di un ufficio federale a Bonn, mentre nel 2022 stato spostato in una struttura analoga a Berlino. qui che David J. Rowland, un avvocato di New York specializzato nel recupero di opere d’arte saccheggiate dai nazisti, ha scovato l’opera e avviato le pratiche per la restituzione agli eredi della famiglia Hesselberger. Il governo tedesco, appurata l’attendibilit della ricostruzione, ha riconsegnato Portrait of a Man with a Quill and Sheet of Paper ai legittimi proprietari. I quali, poche settimane dopo, hanno portato il quadro da Sotheby’s.

L’attenzione di Sotheby’s

L’opera arriva all’attenzione della casa d’asta, come dipinto dell’artista italiano Jacopino del Conte, in condizioni non ottimali. I suoi esperti si sono mobilitati subito per rimuovere lo strato di sporco e restaurare il dipinto. Processo che ha riportato alla luce le superfici pittoriche dell’opera, realizzate con tecnica sopraffina. Su uno sfondo verde, forse una tappezzeria, si staglia la figura di un uomo vestito con un abito scuro. Indossa un cappello, leggermente inclinato su un lato. Lo sguardo pare vagamente assorto, come perso in pensieri misteriosi. Ma quali? In una mano regge dolcemente la penna, mentre con l’altra indica con un dito ci che ha appena scritto sul foglio. Un perfetto esempio del primo Manierismo, forse troppo ben realizzato per essere opera di un semplice epigono. Abbiamo immediatamente sospettato che ci trovassimo di fronte a qualcosa di molto pi significativo, ha dichiarato Elizabeth Lobkowicz, specialista di Old Masters da Sotheby’s New York.

L’immagine pensa di scrivere ma in realt non scrive

Cos Sotheby’s si rivolta a numerosi esperti, tra i quali Carlo Falciani, professore di storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Secondo lui la mano quella di un maestro del Rinascimento. In particolare la luce chiara e la forma stereometrica della figura nello spazio sono esattamente quelle del Bronzino. Ipotesi poi confermata dall’analisi di altri esperti, tra cui Elizabeth Pilliod, storica dell’arte alla Rutgers University-Camden. Secondo loro, il ritratto sarebbe stato realizzato nel 1527 da un giovane Bronzino, sotto l’influenza del suo maestro Pontormo. Tale debito lo si riscontra in particolare in elementi quali lo sfondo neutro, il viso ovoidale e luminoso, gli occhi lucenti e la posa a mezzo giro rivolta verso lo spettatore. Affascinante, inoltre, l’ipotesi che vede l’opera come l’unico autoritratto dipinto dal Bronzino. In tal senso Falciani sta conducendo ulteriori indagini. Al momento la possibilit pare supportata dall’intrigante indovinello in latino che compare sul foglio che la figura ha tra le mani. La cui prima riga recita: “L’immagine pensa di scrivere ma in realt non scrive”. Ed proprio questo duplice interesse per la parola e per l’immagine, tipico del Bronzino, che come sostiene Falciani fornisce un ulteriore indizio sull’autorialit dell’opera. Un solo altro dipinto a lui pienamente attribuito stato offerto in asta di recente: Portrait of a Young Man with a Book, aggiudicato per oltre 9 milioni di dollari nel 2015 da Christie’s a New York. Attualmente un record. Inoltre, secondo Artprice, sono appena 18 le opere attribuite al Bronzino passate all’asta. Due dati che, questo capolavoro ora all’incanto, mira a riscrivere.

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