l’intervista
Mezzogiorno, 8 marzo 2022 – 12:38
Con la fine dell’emergenza scatta il piano per recuperare visite e interventi. Parla l’assessore regionale alla Sanità
di Francesco Strippoli
«Altro che 500 milioni per tutte le Regioni, lo Stato dovrebbe stanziare almeno due miliardi per il recupero delle prestazioni perse per il Covid. E poi dovrebbe allentare le norme sullo straordinario ».Rocco Palese, assessore alla sanità, è consapevole dell’opera difficile cui è chiamato. La Puglia deve recuperare 24.500 ricoveri chirurgici e altre 374mila prestazioni sanitarie (dalle 16mila prime visite oncologiche diagnostiche alle 10mila oncologiche ritenute «prioritarie» fino alle 263mila considerate nelle ordinarie liste d’attesa).
Avete mandato a Roma il piano di recupero. Come vi state organizzando?
«Uno dei grandi problemi della pandemia, a parte i problemi noti, è stato l’annullamento (nel 2020) o il rallentamento (nel 2021) delle prestazioni non covid. Questo ha provocato, in tutta Italia, un’esplosione delle liste d’attesa: interventi, screening, controlli. Noi abbiamo approvato un piano di intervento, certo. Ma al governo vanno chieste un paio di cose».
Quali sono?
«Innanzi tutto i soldi da impiegare. Da quelli stanziati, alla Puglia verrebbero circa 44 milioni: 33 per pagare le 0prestazioni aggiuntive (fuori turno, ndr) e il lavoro straordinario al personale. E poi poco più di 11 per acquisire prestazioni dai privati accreditati, fuori dal tetto stabilito dalla Regione. La pianificazione ci consente, dai calcoli, di assorbire il 60-65% dell’arretrato».
E non basta.
«Certo. Per questo dico che il governo farebbe bene ad incrementare le risorse e portarle almeno a due miliardi complessivi. Ma poi, per almeno due anni, dovrebbe eliminare i vincoli di orario sul personale. Ora ogni lavoratore (medico, infermiere, tecnico) può rendere al massimo 90 ore all’anno di prestazioni aggiuntive e 150 ore annue di straordinario. È insufficiente: occorrono più soldi ma anche la possibilità di impiegare per più tempo i sanitari».
Siete alle prese anche con la vicina scadenza dello stato di emergenza, al 31 marzo. Anche questo è un problema?
«Lo è se si considerano i notevoli adempimenti a carico delle strutture amministrative. Scadono i Pti (piani terapeutici individuali che devono essere attestati dallo specialista e poi consegnati alla Asl), i certificati di esenzione dal ticket, le patenti di guida».
Il problema qual è?
«Stiamo parlando di migliaia di persone. Con l’emergenza questi documenti sono stati prorogati in maniera automatica, fino al 31 marzo. Il problema è che non esiste alcuna norma che conceda due-tre mesi di tempo per poterli rinnovare. Dunque dal primo aprile potremmo trovarci con la richiesta contemporanea di migliaia di pratiche. Con una circolare ho chiesto alle Asl di prepararsi, intensificando il lavoro amministrativo e sanitario. Tutte le Regioni hanno chiesto al governo di concedere una proroga di qualche mese».
Una proroga potrebbe valere anche per l’ospedale in Fiera. Giusto?
«L’ordinanza per l’emergenza Ucraina concede di utilizzare tutte le strutture attualmente in uso e realizzate in deroga dalle procedure ordinarie».
Cosa state pensando per le migliaia di lavoratori assunti a tempo determinato per il Covid?
«Bisogna distinguere. Per quelli che lavorano nei reparti e nei servizi ospedalieri, le Asl sono autorizzate a prorogare i contratti: nessun problema. Mentre per coloro che sono stati assunti per la pandemia ma fuori dagli ospedali, è consentita la proroga fino al 31 dicembre. Non sarà però una proroga indiscriminata».
Come si distingue?
«Il personale delle Usca, per dire, sarà rinnovato senza se e senza ma. Tuttavia se ho medici e infermieri nell’hub vaccinale e l’hub resta solo parzialmente attivo, è evidente che non posso prorogare il contratto a tutti».
Intanto resta il blocco alle assunzioni del concorso per 566 infermieri gestito da Asl Bari.
«Nessun blocco. La Regione è intervenuta, sulla base di numerose sollecitazioni. Ha chiesto alla Asl di procedere allargando la platea dei prossimi assunti: non solo i vincitori ma pure tutti gli idonei che sarà possibile, secondo la capienza finanziaria. Dovrà però tenere conto delle richieste e delle residenze. In modo da non spedire un leccese a Foggia e un foggiano a Lecce».
In commissione ieri si è discusso dell’ospedale del nord Barese. Quali novità ci sono?
«Venerdì un tavolo tecnico per stabilire la localizzazione, finora mai decisa».
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8 marzo 2022 | 12:38
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, 2022-03-08 16:27:00, Con la fine dell’emergenza scatta il piano per recuperare visite e interventi. Parla l’assessore regionale alla Sanità, Photo Credit: ,
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