di Maria Egizia Fiaschetti
Il capogruppo di FI alla Camera, primo firmatario del testo: il Campidoglio potrà legiferare nell’ambito del proprio territorio su trasporti, spazzatura, beni culturali, urbanistica e avrà i fondi. Esclusa la sanità
Dopo il consenso unanime in commissione Affari costituzionali, l’obiettivo adesso è accelerare l’iter parlamentare per arrivare all’approvazione, entro novembre, della legge di riforma di Roma Capitale. Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, primo firmatario del testo, confida che la convergenza bipartisan consentirà di centrare l’obiettivo.
Onorevole Barelli, quali sono i prossimi passaggi per il via libera definitivo?
«I tempi per presentare gli emendamenti sono stringenti, entro i primi di maggio. Se il cronoprogramma verrà rispettato, nonostante l’affollamento di norme all’esame della commissione, le proposte per migliorare il testo potrebbero essere votate entro la metà del prossimo mese. Mercoledì chiederò la calendarizzazione in Aula».
Perché il testo potrebbe diventare legge non prima dell’autunno?
«Alla Camera potrebbe approdare a fine maggio ed essere votato a fine giugno, per passare poi all’esame del Senato che potrebbe licenziarlo entro il 15 luglio. A quel punto, trattandosi di una legge di riforma costituzionale, è previsto un stop di tre mesi prima che torni alla Camera, dove potrebbe essere ratificata tra ottobre e novembre: è fondamentale che l’iter si concluda prima delle elezioni politiche nella primavera 2023. Una volta approvata, diventerà operativa entro due anni, in tempo per il Giubileo».
Quale sarà il nuovo modello statutario?
«Roma avrà i poteri tipici di una regione, esclusa la sanità, nell’ambito dei propri confini ma non nel territorio della Città metropolitana. Potrà legiferare in tutte le materie: trasporti, urbanistica, rifiuti, beni culturali… Il testo prevede inoltre che in futuro, con legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, alcune competenze possano tornare alla Regione».
Oltre a disporre di maggiori poteri Roma gestirà autonomamente le risorse che adesso le vengono trasferite dalla Regione: quali vantaggi produrrà questo cambio di paradigma?
«Tutte le competenze acquisite da Roma Capitale si portano dietro le risorse necessarie, che non passeranno più attraverso la Regione. Avendo capacità di carattere amministrativo, Roma gestirà direttamente il proprio rapporto con lo Stato».
Il riconoscimento del ruolo di Capitale comporta anche maggiori responsabilità: ritiene che la macchina del Campidoglio sia in grado di gestire procedure più complesse e che la sua classe dirigente abbia le competenze necessarie?
«La responsabilità nella gestione diretta dei fondi deve essere supportata da una classe politica e dirigenziale capace, per garantire efficienza e produrre benefici per i cittadini».
Se questa legge, della quale si parla da oltre un decennio, fosse già stata approvata, oggi il Comune avrebbe maggiore agibilità, non solo politica ma anche decisionale, nella realizzazione del termovalorizzatore…
«Il sindaco Gualtieri deve affrontare il problema, mentre fino ad oggi la Regione non l’ha fatto. Basta con i camion e i treni carichi di rifiuti verso altri Paesi che li trasformano in beni economici ed energetici. Sbaglia chi dice no a soluzioni tecnologiche avanzate».
In Campidoglio i grillini hanno occupato l’Aula per protesta, alla Regione l’assessora M5S alla Transizione ecologica, Roberta Lombardi, è fortemente contraria: si rischia lo strappo…
«Mi sembra che il Pd si sia alleato con il M5S per motivi elettorali, ma potrebbe rivelarsi un abbraccio mortale come dimostra la questione dei rifiuti. Ognuno si assuma le proprie responsabilità».
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24 aprile 2022 (modifica il 24 aprile 2022 | 08:08)
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, 2022-04-24 06:20:00, Il capogruppo di FI alla Camera, primo firmatario del testo: il Campidoglio potrà legiferare nell’ambito del proprio territorio su trasporti, spazzatura, beni culturali, urbanistica e avrà i fondi. Esclusa la sanità, Maria Egizia Fiaschetti