Roma, «diritto di residenza» anche per chi occupa: un caso la scelta di Gualtieri

Roma, «diritto di residenza» anche per chi occupa: un caso la scelta di Gualtieri

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di Adriana LogroscinoLa deroga: allacci e tutele per i fragili. Lupi: e la legalità? Solo parole Deroga per i cittadini «meritevoli di tutela» e «fragili» che occupano abusivamente le case: disabili, ultrasessantacinquenni, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, nuclei familiari in condizione di precarietà abitativa e quanti sono seguiti dai servizi sociali, potranno chiedere l’allaccio alle reti di acqua, luce e gas e ottenere la residenza perché «la dignità delle persone viene prima di tutto». La decisione è del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Ieri ha firmato una direttiva che segue la mozione votata del Consiglio comunale a giugno. Il provvedimento in sostanza prevede una deroga all’articolo 5 del decreto Lupi (il numero 47 del 2014) che dispone il «divieto di residenza, di allacciamento ai pubblici servizi per chiunque occupi illegalmente un immobile e l’impedimento per 5 anni a partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi popolari pubblici». La norma statale fissa un’eccezione: «Il sindaco, in presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a tutela delle condizioni igienico-sanitarie». E nella direttiva il sindaco di Roma si richiama proprio a questo diritto di deroga riconosciuto ai primi cittadini. Maurizio Lupi, che firmò il decreto quando era ministro alle Infrastrutture nel governo Renzi, è molto critico. «Da sinistra ci hanno dato per anni lezioni di legalità — dice polemicamente il leader di Noi moderati — ma evidentemente erano solo parole. Concedere la residenza e l’allaccio alle utenze a chi occupa illegalmente le case non significa aiutare le famiglie fragili. Che invece dovrebbero ricevere gli alloggi pubblici sistematicamente negati a chi ne ha diritto perché occupati abusivamente». Gualtieri si tiene lontano dalle polemiche. E rivendica le sue iniziative per contrastare il disagio abitativo. «Roma Capitale è per il rispetto della legge. Insieme alle altre istituzioni, abbiamo dato in questi mesi un forte impulso al ripristino della legalità, risolvendo criticità di anni in modo pacifico e condiviso e raddoppiando lo sforzo finanziario per il diritto alla casa». Tuttavia un’eccezione, per Gualtieri, si imponeva. «Tante persone, vittime di pesanti condizioni di precarietà, necessitano di un aiuto immediato. Abbiamo sentito il dovere di tutelare quei diritti fondamentali garantiti dal riconoscimento della residenza. Perché chi vive ai margini non venga spinto ancora di più nella disperazione». La deroga sarebbe transitoria, relativa alla «fase che precede la ricollocazione». Durissimo il commento di Simonetta Matone, ex candidata dal centrodestra a vicesindaca di Roma alle ultime Comunali e oggi deputata della Lega: «Gualtieri con un atto di maggioranza comunale pensa di violare una legge. È inadeguato al ruolo di sindaco. Premia con l’allaccio alle utenze chi occupa abusivamente perché fragile. E i fragili in graduatoria sono di serie B? Assistiamo a vergognosi colpetti di mano di una sinistra alla frutta». Plaudono invece alla decisione del Comune della capitale Pd, Demos e la Lista Zingaretti: «Un atto inclusivo e solidale». L’associazione «Nonna Roma», il banco di mutuo soccorso che assiste le famiglie in difficoltà, festeggia: «Dopo anni di denunce contro l’ingiustizia di una norma che esclude cittadini dalle prestazioni sanitarie o dalla possibilità di ottenere un sussidio — scrivono i rappresentanti in una nota — Roma è la prima città in Italia che consente a migliaia di famiglie di ottenere la residenza nel luogo in cui vivono e di essere reinserite nelle graduatorie delle case popolari. Un piccolo passo verso una città più giusta». 4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 21:29) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-04 21:35:00, La deroga: allacci e tutele per i fragili. Lupi: e la legalità? Solo parole, Adriana Logroscino

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