Roma, la giungla urbana  tra roghi e rifiuti in strada:  da Gerini a Gassmann,  le denunce sui social

di Paolo Conti

Scale mobili della metro fuori uso. Sporcizia sotto San Pietro e ovunque nelle strade della città. Cinghiali e peste suina. I romani non credono più al cambio di passo promesso dal sindaco Gualtieri

L’inquietante temporale che ha svegliato Roma illuminandola di lampi all’una di notte di venerdì 8 luglio, scaricando bombe d’acqua e devastando alberi, è sembrata l’esplosione di un malessere collettivo. Il caldo rovente, la catena inquietante di incendi: Caffarella, Pigneto, il Raccordo anulare tra Tiburtina e Sant’Alessandro, Pineta Sacchetti e Balduina, l’Idroscalo di Ostia, Ponte di Nona, l’Aurelia. Case assediate, centri estivi per bambini sgomberati. Un inferno urbano durato giorni che, nel pomeriggio di lunedì 4 luglio, ha coperto Roma Nord, poi Parioli, Prati, San Pietro, Portuense di una coltre di brandelli di indefinito materiale combusto sotto le nubi grigiogiallastre.

Niente differenziata

Soprattutto c’è l’assedio mai visto, nemmeno nei peggiori anni di Virginia Raggi, di rifiuti putridi e non raccolti, insaccati nella plastica, maleodoranti, sventrati dai gabbiani e dai topi, contornati da materassi e mobili rotti. Intorno, i rivoli dei materiali organici. In parte è l’effetto di un altro incendio, quello del 15 giugno a Malagrotta che ha messo fuori uso l’impianto Tmb2 (trattamento meccanico biologico a freddo) che smaltiva 900 tonnellate di rifiuti al giorno. «Una catastrofe per la città», ha commentato Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente. Ma ogni ragione tecnica svanisce di fronte alla catastrofe della sterminata discarica che è oggi Roma: monti di lordura anche sotto san Pietro, o accanto alle aree archeologiche, o vicino ai ministeri. Gira anche un video-denuncia di un residente di Prati che certifica l’inutilità di chi rispetta la raccolta differenziata: arriva un unico compattatore che mescola tutto insieme, organico e vetro, carta e indifferenziata. Uno scandalo, se la parola non fosse usurata. Segnalazioni già arrivate settimane fa alla rubrica di dialogo con i lettori romani: ma l’Ama ha continuato a buttar via tutto insieme, e addio sforzi dei romani virtuosi.

Attori e conduttori

Roma, in una simile crisi strutturale, «rischia di diventare una giungla urbana», ha detto non un estremista no global ma monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma. Le masse di immondizia scatenano proteste mediatiche firmate da personaggi pubblici. Myrta Merlino, volto de La7, ha augurato «#Roma #BuongiornoATutti» pubblicando foto sia di Centocelle che del Pantheon, invasi da una identica spazzatura. L’attore Alessandro Gassmann, da sempre impegnato per il decoro, ha scoperto un monopattino atterrato tra i rifiuti sparsi sulla strada: «Certo che però, porca zozza, Roma, Europa, Centro storico…».
A Claudia Gerini si deve, nemmeno un mese fa, un video-tour su Instagram tra i pattumi intorno al Pantheon e a piazza della Minerva («la città è sporca non solo per le persone incivili ma perché nessuno la pulisce»). Massimo Giletti ha denunciato, con foto, la storia di un’auto abbandonata in viale Parioli da quattro anni, ridotta a un rottame nella assoluta indifferenza di due amministrazioni (Raggi e Gualtieri). La presidente del I Municipio-centro storico, Lorenza Bonaccorsi ha ricevuto sul telefono da operatori dell’Ama le foto di enormi sacchi di plastica nera pieni di rifiuti di cibo abbandonati per strada dai tanti ristoranti che ignorano le regole e contribuiscono al naufragio di Roma.

Niente pizza e metro

Poi ci sono i disservizi. Flavio Briatore ha parlato di «città da terzo mondo» dopo aver chiuso per un giorno il suo contestato «Crazy Pizza» in via Veneto per un guasto all’utenza idrica condominiale («abbiamo avvisato l’Acea alle 14 ma fino a sera non si è fatto vivo nessuno»). Sono arrivate le autobotti ma Briatore ha chiamato i clienti che avevano prenotato («eravamo al completo») cancellando la serata.
E alla fine ci sarebbero i vigili urbani svaniti nel nulla, le tante scale mobili delle linee A, B e C della Metropolitana fuori uso assieme a un lungo elenco di ascensori. E poi l’invasione dei cinghiali: come col marziano di Ennio Flaiano, ora ci si fa meno caso perché Roma metabolizza tutto. La percezione di una città fuori controllo, arresa al disastro ecologico, che ormai quasi non crede più nel cambio di passo promesso dalla giunta guidata da Roberto Gualtieri dopo il disastro degli anni Raggi, è fortissima. E diffusissima. Come nelle foto di Myrta Merlino, da Centocelle al Pantheon.

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9 luglio 2022 (modifica il 9 luglio 2022 | 14:19)

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, 2022-07-09 12:20:00, Scale mobili della metro fuori uso. Sporcizia sotto San Pietro e ovunque nelle strade della città. Cinghiali e peste suina. I romani non credono più al cambio di passo promesso dal sindaco Gualtieri, Paolo Conti

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