di Valerio Vecchiarelli
Gli azzurri di Crowley giocano un’ottima partita sulla scia delle belle prestazioni degli scorsi mesi, rimontano i campioni della passata edizione del torneo, ma il risultato finale non premia l’Italia
Alla fine vince la Francia (29-24) e la novit che l’Itarugby l’unica cosa che ricorder di questo esordio nel Sei Nazioni numero 24 una valanga di rimpianti. Perch la Francia arrivava a questa ouverture senza aver perso una sola partita nel 2022 (mai successo Oltralpe), con il Grande Slam messo insieme nell’ultimo Torneo e con le stimmate di chi sembra obbligato a vincere la prossima Coppa del Mondo in casa. Poteva essere un massacro, nel primo tempo l’Italia ha subito il contraccolpo di chi sa di dover tenere fede alle promesse fatte in autunno, ma ha lottato, sofferto su ogni pallone, fatto qualche errore di gestione e dopo appena 5 minuti si ritrovata costretta a inseguire con la lingua penzoloni: Varney sbaglia il tempo di un calcio di liberazione, Flament gigantesco e allunga i suoi tentacoli sul pallone. Stoppata da centro dell’Nba, tuffo, meta (7-0). Inizio in salita, loro sono champagne, ma finalmente un po’ di bollicine si iniziano a vedere anche nel bicchiere (mezzo pieno) azzurro.
Italia-Francia, la cronaca
L’Italia una diga in difesa, Ignacio Brex un monumento in movimento, placca tutto ci che pi alto del prato, dirige le strategie dei suoi tre quarti, prova a forzare il vantaggio ogni volta che ha il pallone in mano. Si gioca sempre in affanno perch la Francia la Francia, ogni volta che ha la gestione delle operazione pu fare sfracelli, anche perch dalla sua parte ha il fenomenale Antoine Dupont, mediano di mischia ipercompresso e giocatore pi forte del mondo. Dopo un quarto d’ora di rincorse Allan mette tra i pali un piazzato che fa respirare i suoi (7-3), ma la sensazione che si viva in bilico tra il dramma e la possibilit di scrivere la storia. Ramos segna una meta che solo l’arbitro televisivo giudica regolare (12-3), Allan accorcia (12-6) ancora dalla piazzola, poi il velenoso Dumortier battezza il proprio esordio ricevendo in area di meta un calcio-passaggio di N’Tamack, di quelli che solo i francesi sanno fare. Una poesia scritta con i piedi.
La meta di Capuozzo
Potrebbe essere la solita litania (19-6 alla mezzora), ma quest’Italia entrata in una nuova era e ha dalla sua parte un Angelo azzurro che non ci sta a lasciare spazio a chi, al di l delle Alpi, lo ha giudicato troppo esile per giocare a rugby. Ange Capuozzo, ancora lui, segna una meta splendida, si coordina per un tuffo sulla bandierina che sa di magia, i giganti non lo spostano, lui schiaccia l’ovale a terra e regala speranze ai suoi. Un altro piazzato di Allan manda tutti negli spogliatoi con la certezza che ci sia ancora in vita una partita (19-14). Nel secondo tempo l’Italia commovente, il rugby champagne dei Blues limitato sul nascere, un’aggressione premeditata in difesa e tanta volont in attacco degli azzurri obbliga i padroni del mondo ovale a arrangiarsi come possono: salta fuori una meta di punizione che premia la spinta italiana (21-22), l’Olimpico in apnea. Dopo un’ora ancora il piede di Allan, l’Italia mette il naso avanti (24-22), sembra irreale, ma tant’.
Francia costretta a inseguire
La Francia costretta a inseguire la somma perfetta di fisico e tecnica e con fisico e tecnica costruisce la meta di Jalibert che finalizza le spallate a cento all’ora di Ollivon e Taofifenua dentro l’area difensiva. Un quarto d’ora per sperare, un quarto d’ora di arrembaggio ed errori, fino all’attimo finale in cui tutto potrebbe girare, alla touche che annuncia il miracolo. L’urlo si strozza in gola all’Olimpico, il pallone rotola in avanti, la Francia vince. Finisce con i francesi che fanno il giro d’onore e l’Italia che ingoia i suoi rimpianti. Impossibile da pensare.
5 febbraio 2023 (modifica il 5 febbraio 2023 | 18:42)
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