Ruini: Benedetto è stato il Papa del rapporto tra fede e ragione. Aprì la Chiesa al futuro, senza snaturarla

Ruini: Benedetto è stato il Papa del rapporto tra fede e ragione. Aprì la Chiesa al futuro, senza snaturarla

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di Virginia Piccolillo

Il cardinale: Grande teologo e biblista. Sulla pedofilia ha subito attacchi assurdi. Non sapevo delle sue dimissioni, all’annuncio rimasi attonito e addolorato

Joseph Aloisius Ratzinger non c’ pi. Cardinale Camillo Ruini, che papa stato Benedetto XVI?
Il papa del rapporto tra fede e ragione, che ha compreso fino in fondo come questo sia il problema decisivo del Cristianesimo nel nostro tempo. Personalmente ha vissuto tutto ci da autentico uomo di Dio.

Cosa intende?
Quello che pi colpiva di lui era quanto fosse penetrante il suo pensiero teologico e quanto, con la sua gentilezza estrema, riuscisse a non metterti mai in difficolt.

Quando vi siete conosciuti?
Nel ‘71. Io insegnavo nel seminario di Reggio Emilia e lui era professore di teologia a Regensburg. Lo invitai e lui venne per una lezione e una messa. Poi lo accompagnai a Canossa, che gli interess moltissimo.

Che impressione le fece?
Di un uomo squisito. Molto, molto, intelligente ( banale dirlo) e pieno di amore per la Chiesa.

Un po’ troppo rigido?
In realt non era rigido. Voleva conservare la fede nella sua integrit e nella sua pienezza, ma era troppo intelligente e fine spiritualmente per non comprendere che la fede vive nel tempo e per rimanere s stessa deve rinnovarsi continuamente, in rapporto alle domande e alle sfide del proprio tempo.

Qual era il carisma particolare di Benedetto XVI?
Non c’ un papa, nell’epoca moderna, che abbia avuto l’importanza teologica di Ratzinger. Bisogna risalire a San Leone Magno, ma parliamo di quindici secoli fa. Un grande teologo e biblista che anche da papa ha dedicato molto tempo a scrivere tre volumi su chi era Ges di Nazareth. Ha affrontato i nodi principali della fede cristiana nella prospettiva di oggi e ha saputo esprimere il valore del Cristianesimo per il nostro tempo.

Ad esempio?
L’esistenza di Dio. Lui stesso ha detto che il centro del suo pontificato era proprio questo: rendere Dio di nuovo presente nel nostro tempo. C’ infatti una grande indifferenza a Dio. Anche in rapporto alla questione della pedofilia ne ha cercato la radice nella dimenticanza di Dio.

Sulla pedofilia lui stato al centro di accuse pesanti.
S, attacchi assurdi. Perch chi ha iniziato la lotta alla pedofilia su grande scala stato Ratzinger. Quando ha parlato della “sporcizia nella Chiesa”, si riferiva anche a questo. Ha preso dei provvedimenti che consentono di combattere la pedofilia molto pi di quanto fosse possibile prima. Papa Francesco ha completato l’opera, ma la sostanza c’era gi. Ha fatto il massimo che poteva. Per …

Per?
Non c’ regola che tenga se non c’ anche la convinzione interiore. Perci importante quello che lui dice sul primato di Dio: per poter essere un buon sacerdote bisogna fidarsi di Dio, altrimenti, da una parte o dall’altra, si cade: sar per le donne, sar per il denaro o per altri modi di comportarsi male.

In Vatileaks ne vennero fuori molti.
Fu una brutta vicenda che ha rattristato chiunque ami davvero la Chiesa. Ratzinger non la meritava.

Lei come reag alle dimissioni di Benedetto XVI? Lo sapeva?
No, non sapevo nulla. Lo appresi l, al Concistoro. Benedetto XVI lesse il testo della sua rinuncia e io rimasi attonito e addolorato. And via subito e noi ci riunimmo intorno al Cardinal Sodano che disse: “Ho cercato di fermarlo ma non c’ stato niente da fare”. Poi per mi tranquillizzai pensando che l’attenzione si sarebbe presto concentrata sul nuovo papa e le dimissioni di Ratzinger non sarebbero pi state un problema cos grave per la Chiesa.

Ha capito perch lasci?
Lo ha dichiarato: non aveva pi le forze per svolgere adeguatamente il compito di Pontefice.

Circolano altre letture.
A quelle non credo. Era un uomo troppo retto per nascondere il vero motivo.

Pensa che anche papa Francesco possa lasciare?
Non penso. Non l’ha mai detto. Ha annunciato solo di avere consegnato le dimissioni nel caso perdesse le facolt mentali. La rinuncia al pontificato resta un gesto eccezionale. Papa Giovanni Paolo II continu in condizioni pessime. La sua scelta fu eroica, non per questo stata criticabile quella di Benedetto XVI.

Il Papa anche un uomo di governo. Ratzinger com’era?
Per natura non lo era. E’ stata la sua maggiore difficolt. Ha dovuto sobbarcarsi impegni che non gli erano connaturali. Il Papa ha un potere pieno e non condizionato da altri. Deve quindi esercitare il governo in maniera massima. E questo era per lui un peso molto grave.

Con Papa Francesco c’ stata continuit o discontinuit?
Continuit nelle cose essenziali e affetto e stima reciproci. Lo confermano le parole usate in questi giorni da Francesco: “Un santo, un uomo di alta vita spirituale, un grande uomo”. Poi, certo, Benedetto e Francesco erano molto diversi per indole, stile e anche, in qualche misura, per orientamenti teologici e pastorali.

Ratzinger fu molto criticato per il discorso di Ratisbona.
Aveva individuato le principali divergenze tra la fede cristiana, la religione islamica e le correnti culturali oggi dominanti. Non voleva offendere l’Islam, ma solo precisare che la violenza in nome di Dio non mai giustificabile. Lo vediamo anche oggi in Iran e in Afghanistan.

Nella lotta contro la secolarizzazione dell’Europa papa Ratzinger stato sconfitto?
La secolarizzazione, anzi la scristianizzazione, va avanti. Al cristianesimo e allo stesso umanesimo subentra una visione naturalistica, che riduce l’uomo alla natura. Ma Ratzinger non stato sconfitto, il suo invito ad “allargare gli spazi della razionalit”, non restringendola al naturalismo e al relativismo, rimane pienamente valido.

Ratzinger stato compreso o incompreso?
Tanti, anche del popolo, hanno capito la sua predicazione, alta ma chiarissima e molti intellettuali hanno trovato in lui la porta di accesso al cristianesimo. Poi c’era chi lo osteggiava, gi prima che diventasse papa. Specialmente in Germania ha avuto sempre degli avversari. Quando, dopo il Concilio, sono affiorate tendenze a cambiare la dottrina lui si subito opposto. Ma in nome di un’autentica fedelt al Concilio, che ha aperto la Chiesa al futuro senza per snaturarla.

Il suo lascito?
La fede. Lascia un richiamo forte alla sua importanza nella vita. Se crediamo abbiamo un indirizzo.

Eravate amici?
Come dicevo, lo conoscevo da molti anni. Quando, dal 1986 alla sua elezione al pontificato, nel 2005, eravamo entrambi a Roma collaboravamo spesso e posso dire che eravamo amici. Con la sua elezione io divenni il suo vicario per la diocesi di Roma, un rapporto sempre ottimo ma gerarchico. Dopo la sua rinuncia al pontificato i nostri colloqui sono stati pi personali e il nostro legame diventato pi profondo. Dovevo andarlo a trovare in questi giorni. Ai miei auguri aveva riposto con una lettera molto affettuosa in cui ringraziava anche Pierina, mia collaboratrice, per lo strudel che lui e “tutta la casa” avevano “apprezzato moltissimo”.

Le mancher?
Certo. Molto. Mi manca gi ora.

31 dicembre 2022 (modifica il 31 dicembre 2022 | 11:50)

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