Russia da domani in default  (come nel  1998) I due bond non pagati e cosa può succedere  Stop all’oro russo, seconda voce dell’export

Russia da domani in default (come nel 1998) I due bond non pagati e cosa può succedere  Stop all’oro russo, seconda voce dell’export

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Russia da domani in default tecnico (prima volta dal 1998): i due bond non pagati e cosa può succedere Vladimir Putin (Ap)

La Russia è a poche ore dal default.

È terminato domenica notte il «periodo di grazia» di 30 giorni per pagare gli interessi su obbligazioni per 71,25 milioni di dollari e 26,5 milioni di euro, scaduti il 27 maggio. Questa mattina, a meno di pagamenti (improbabili) dell’ultima ora, la Russia sarà perciò in default «tecnico», cioè inadempiente nei confronti dei creditori. È la prima volta che la Russia fa default sul suo debito estero dai tempi della rivoluzione bolscevica. Allora i rivoluzionari decisero di ripudiare il debito estero contratto dall’impero zarista e nel 1918 Lev Trotsky lo annunciò ai creditori occidentali dicendo: «Signori, siete stati avvertiti». L’ultimo default sul debito sovrano russo in rubli, invece, risale al 1998. Allora la crisi finanziaria provocò la drammatica svalutazione del rublo, che costrinse Mosca a fermare i pagamenti sui suoi titoli di Stato.

Obbligazioni per 40 miliardi di dollari

Questa volta è diverso. Mosca ha circa 40 miliardi di dollari di obbligazioni estere in circolazione e deve onorare circa 2 miliardi di dollari di pagamenti in scadenza entro la fine dell’anno. Grazie alle entrate miliardarie della vendita di petrolio e gas, Mosca ha le risorse per far fronte ai pagamenti sugli interessi, ma non può farlo perché Europa e Usa hanno escluso la Russia dal circuito dei pagamenti internazionali, dopo l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio. Dopo l’espulsione di Mosca dai sistemi finanziari, che fanno girare le ruote del credito e del commercio internazionale, il default ora ne suggella lo status di paria globale.

Il blocco americano

Il mese scorso, il Dipartimento del Tesoro americano ha messo fine alla possibilità della Russia di ripagare gli investitori internazionali attraverso le banche americane. In risposta, Mosca ha replicato che pagherà i debiti denominati in dollari in rubli e offrirà «l’opportunità di una successiva conversione nella valuta originale».

Quando un Paese va in default, può essere tagliato fuori dai prestiti sul mercato obbligazionario fino a quando l’insolvenza non viene risolta e gli investitori non riacquistano fiducia nella capacità e nella volontà del governo di pagare. Ma la Russia è già stata esclusa dai mercati dei capitali occidentali, quindi un eventuale ritorno al prestito è comunque molto lontano.

Perciò l’impatto è soprattutto simbolico. Il default rappresenta uno schiaffo all’orgoglio del presidente Vladimir Putin. E pesa sulla credibilità di Elvira Nabiullina, la governatrice della Banca centrale, che aveva conquistato gli investitori internazionali con le sue credenziali di economista seria e la promesse di modernizzare la finanza russa, garantendone l’affidabilità. Alle sanzioni imposte dai Paesi occidentali, il Cremlino ha accusato l’Occidente di spingerla verso un default «artificiale». Che adesso arriva.

L’impatto sugli invetitori stranieri

«Da marzo pensavamo che un default russo fosse probabilmente inevitabile, e la domanda era solo quando», ha dichiarato alla Reuters Dennis Hranitzky, responsabile del contenzioso sovrano presso lo studio legale Quinn Emanuel. Il default è alle porte. Ma qual è l’impatto del default fuori dalla Russia?

Le sanzioni occidentali per la guerra hanno fatto fuggire le aziende straniere dalla Russia e hanno interrotto i legami commerciali e finanziari del Paese con il resto del mondo. Il default sarebbe un ulteriore sintomo di questo isolamento . Gli analisti ritengono che un default della Russia non avrebbe il tipo di impatto sui mercati e sulle istituzioni finanziarie globali che ebbe il precedente default nel 1998. All’epoca, l’insolvenza della Russia sulle obbligazioni in rubli nazionali portò il governo degli Stati Uniti a intervenire e a chiedere alle banche di salvare Long-Term Capital Management, un grande hedge fund statunitense il cui crollo, si temeva, avrebbe potuto scuotere il sistema finanziario e bancario.

I detentori delle obbligazioni, ad esempio i fondi che investono in obbligazioni dei mercati emergenti, in teoria potrebbero subire gravi perdite. La Russia, però, pesa poco negli indici delle obbligazioni dei mercati emergenti, e ciò limita le perdite agli investitori dei fondi.

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, 2022-06-26 20:31:00, Scade domenica sera il «periodo di grazia» per i mancati pagamenti per 100 milioni dovuti a maggio sui bond internazionali. Quali sono le conseguenze?, Giuliana Ferraino

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