di Marco CremonesiIl leader leghista ha preparato una missione di 48 ore via Istanbul. L’ipotesi di un volo già domenica: ma il premier sarà avvertito. Dubbi anche tra i leghisti I leghisti alzano le braccia: «È diventata la sua ossessione…». Matteo Salvini, salvo sorprese, dovrebbe partire per Istanbul nei prossimi giorni, forse domenica, per poi dirigersi nella capitale russa per almeno 48 ore. Anche se al momento, nessuno sa dire chi incontrerà e il perimetro esatto della missione, si parla soltanto di incontri con «esponenti istituzionali». Certamente il leader leghista ha lavorato con convinzione per organizzare il viaggio, pare di concerto con il suo consigliere diplomatico Antonio Capuano. E il 5 maggio ha incontrato l’ambasciatore turco a Roma, Omer Gucuk. Nelle scorse settimane, si era diffusa la notizia che Salvini avesse già chiesto il visto all’ambasciata russa. Ma allora, lui aveva smentito: «Non so neanche dove sia il mio passaporto». Ieri, i cronisti hanno interpellato il leader leghista: «Mi chiedono se andrò a Mosca. Lo chiedo a voi. Ieri Draghi ha fatto una cosa giusta: ha chiamato Putin. È chiaro che la pace non la ottieni accendendo una candela in Duomo, ma va costruita e cercata telefonata per telefonata, incontro per incontro». Insomma: «C’è il dovere di fare di tutto per avvicinarsi alla pace e, come Draghi ha fatto bene a chiamare Putin, io ce la sto mettendo tutta”. Perché “la pace e la vita valgono tutto. Pace, vita e lavoro», ha aggiunto Salvini. E sabato mattina, è tornato a parlare ai microfoni di Rai Radio Uno, chiarendo: «Sono in Italia. Non ho certezze che ci andrò, ci stiamo lavorando. E si va se serve, certezze non ce ne sono. La richiesta di aprire i porti viene da più parti: bisogna insistere. Ci sono buone relazioni, rappresentiamo milioni di italiani». Chiarendo: «Non è un viaggio di piacere: si va se serve. Non vado a nome del governo, do il mio mattoncino». C’è una congiuntura interessante: ieri mattina il leader leghista ha incontrato in Vaticano il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, anche se la Lega ufficialmente non conferma. Dopo che per settimane il segretario della Lega ha dichiarato che la sua ispirazione è nelle parole e nella posizione di papa Francesco, la coincidenza è suggestiva. Anche se sull’argomento, ai piani alti della Lega, ci si attiene strettamente al no comment. Difficile capire chi Salvini incontrerà. Nel 2017, il leader leghista era stato ricevuto dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Ma non è detto che il bis possa avvenire in un momento come questo. In effetti, il viaggio ha contorni scivolosi. Osvaldo Napoli (Azione), dalla commissione Esteri della Camera, la mette così: «Va bene che sono saltate tutte le regole, ammesso che Salvini ne abbia mai rispettata una. Ma come può un esponente politico bypassare il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, e caricarsi una missione diplomatica se da nessuna autorità gli è stata conferita?». Dalla Lega, un’asciutta nota informa che «qualora l’eventualità diventasse più concreta, Matteo Salvini informerà il presidente Draghi e ne parlerà con i vertici della Lega». Che, almeno fino a ieri sera, sembravano all’oscuro della spedizione. Va detto: non tutti i leghisti sono convinti dell’opportunità: «Non lo so — scuote la testa un dirigente di rango — se ha senso ribadire una volta di più l’immagine dell’“uomo di Mosca”». Lo stesso Salvini pare consapevole che un’iniziativa del genere possa trasformarsi in un boomerang: «Draghi ha fatto bene a chiamare Putin. Ma già li sento certi commenti da sinistra: se a chiamare Mosca è uno che va bene al politicamente corretto è una grande operazione di pace, se invece è il Salvini…». Nella chat interna della Lega, il segretario dà ciò che somiglia a una conferma: «Dopo un lavoro di settimane e a tutti i livelli si sta aprendo la possibilità di incontrare, per parlare di cessate il fuoco, forniture di grano e ritorno al dialogo, rappresentanti dei governi di Russia e Turchia, nonché rappresentanti di altri governi e istituzioni internazionali». Con post scriptum: «Per me sarebbe più comodo stare qualche giorno a casa coi miei figli o con la mia compagna, ma in un momento così drammatico per il mondo e per l’Italia, forse il riposo può aspettare». 28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 12:22) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-28 10:22:00, Il leader leghista ha preparato una missione di 48 ore via Istanbul. L’ipotesi di un volo già domenica: ma il premier sarà avvertito. Dubbi anche tra i leghisti, Marco Cremonesi