la polemica Mezzogiorno, 24 marzo 2022 – 10:47 Gli organizzatori: «Vige la legge del padrone». La presentazione del saggio trasferita in una libreria del centro. E a Napoli presentato l’appello degli intellettuali contro il deluchismo. Sales: «Grazie al sindaco Manfredi, lui ci ha concesso questa sala» di Simona Brandolini Il Convitto Nazionale di Salerno «Grazie al sindaco Manfredi che ci ha concesso questa sala. Perché fa parte dell’emergenza democratica anche non riuscire a presentare un libro o un’iniziativa. Quello che è accaduto a Salerno con il libro di Aldo Schiavone e Ernesto Galli della Loggia è pericoloso. Siamo stati censurati». Isaia Sales fa gli onori di casa al Pan dove si presenta la lettera-appello a Enrico Letta contro il potere di De Luca. E cita, in apertura, il caso del Convitto nazionale Torquato Tasso: domani (25 marzo) si sarebbe dovuto tenere un incontro sul saggio Una profezia per l’Italia. Ritorno al Sud , presenti gli autori. Ebbene non s’ha da fare. «Oggi il rettore del Convitto mi ha chiamato — spiega Luciana Libero che con l’associazione Deep aveva organizzato l’iniziativa — e mi ha detto che a causa dell’appello a Letta sarebbe stato meglio evitare, mi ha fatto capire che era in difficoltà. A Salerno questo è il clima, non c’è libertà, quello che è accaduto al San Carlo, cioé un taglio ai fondi, è una prassi quotidiana. La nostra lettera a Letta è un grido di aiuto, perché non è più un sistema, ma un regime che si sta insinuando anche a Napoli». I presentiLa sala del Pan si riempie con grande facilità e a causa delle restrizioni c’è anche chi resta fuori. Ci sono Michele Gravano e Gianfranco Nappi a sinistra, ma anche Luciano Schifone e Luca Ferrari a destra. E poi le ex arancioni Donatella Chiodo e Alessandra Clemente. Luigi de Magistris invia il seguente messaggio agli organizzatori: «Io pur condividendo preferisco non esserci per evitare inutili letture distorte. Poi come sapete io e la città siamo state le prime vittime dell’odiatore seriale. A presto». Sul tavolo del dibattito ci sono il terzo mandato, contro cui i firmatari si scagliano e propongono tecnicamente come fermarlo (d’altronde consulente d’eccezione è il giurista Massimo Villone), la segreteria regionale dem ipotecata ancora una volta da De Luca e il «regionalismo sovranista» per dirla con Schiavone. L’appello rappresenta, dicono, «il risveglio degli intellettuali» che hanno trovato in Letta un interlocutore possibile. Tanto che se volesse sono pronti ad un confronto. «Le pulsioni antidemocratiche fanno parte della vicenda De Luca e del suo clan familiare — prosegue Sales —. Perché a Letta? Perché al di là delle posizioni diverse siamo preoccupati e pensiamo che il Pd possa svolgere un ruolo di tenuta democratica contro la Lega e di garanzia dei più deboli. Non ci riconosciamo nel Pd, ma interloquiamo con il Pd. La nostra non è un’iniziativa minoritaria, vogliamo portare queste istanze fuori dalla Campania. E finalmente succede qualcosa. C’è un senso di liberazione, finalmente si può parlare, è la prima volta che un segretario nazionale risponde a non iscritti del Pd, se saremo chiamati al confronto con dirigenti del Pd non campani siamo pronti». Le contraddizioni demNell’ordine sul tavolo ci sono tutte le contraddizioni del partito nei confronti di De Luca. Dalla «segreteria regionale che non convoca gli organismi per due anni», «alle carriere dei familiari». «Alcune volte io mi vergogno di essere meridionale — termina Sales —. Abbiamo creato repubbliche autonome, nel nome di un regionalismo sovranista. Vorrei che il libro di Schiavone e Galli della Loggia lo presentasse Letta». Chi ha voce sul regionalismo è proprio il filosofo Schiavone: «Il regionalismo è negativissimo sul piano democratico. Nel Sud più che un fallimento, è un disastro. Ai partiti dobbiamo chiedere un bilancio serio sull’autonomia». Ma aggiunge anche: «Questo appello sancisce il ritorno degli intellettuali dopo trent’anni di sostanziale silenzio. Quando denunciamo l’autoreferenzialita della politica parliamo della rottura di questo legame. Il sistema dei partiti occidentali è in crisi, ma in un punto debole come il Sud ha assunto elementi di parossismo. Mentre noi denunciamo questa crisi profonda dobbiamo dire che la democrazia senza partiti non esiste. Quindi bisogna rigenerarli». Gli interventi«A noi interessa trasferire il problema De Luca dal locale al nazionale — aggiunge Aurelio Musi —. A Salerno la paura deriva dal fatto che senza di lui non si hanno commesse di lavoro». Paolo Macry parla di «povertà politica» del presidente campano: «Qualcuno dovrà spiegare perché la Regione ha chiuso le scuole aperte altrove, perché ha fatto un contratto con i russi per Sputnik», dice. E Marco Plutino, che ha lasciato il Pd proprio in polemica con Piero De Luca, parla «dell’autonomia dei partiti dalle istituzioni». E sulla segreteria regionale: «Io di Stefano Graziano ho stima, ma non è accettabile il suo nome. Se il Pd vuole recuperare credibilità deve mettere in campo percorsi inclusivi». Pietro Spirito lancia il dopo: «Che noi possiamo invidiare o odiare De Luca proprio no. Noi vogliamo partecipare e amiamo la libertà. Cominciare un percorso perché si crei un’associazione per parlare di politica, perché si formino classi dirigenti». Nel frattempo sono passate più di due ore. Chiosa Villone: «Il terzo mandato è palesemente incostituzionale». Ma c’è già chi l’ha normato come Zaia e chi sta tentando come De Luca. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 24 marzo 2022 | 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-24 09:48:00, Gli organizzatori: «Vige la legge del padrone». La presentazione del saggio trasferita in una libreria del centro. E a Napoli presentato l’appello degli intellettuali contro il deluchismo. Sales: «Grazie al sindaco Manfredi, lui ci ha concesso questa sala»,