Salta il dg di Fincantieri per le armi alla Colombia del «caso D’Alema»

Salta il dg di Fincantieri per le armi alla Colombia del «caso D’Alema»

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di Andrea Ducci ed Enrico MarroGiuseppe Giordo sollevato dagli incarichi operativi. A pesare sul suo destino il coinvolgimento che avrebbe dovuto portare a un contratto da 4 miliardi Per ora Giuseppe Giordo è stato sollevato da ogni incarico operativo. A pesare sul destino del direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri è il suo coinvolgimento nell’operazione che avrebbe dovuto portare alla sigla di un contratto da 4 miliardi di euro per la vendita di aerei e navi prodotte, oltre che da Fincantieri, anche da Leonardo, alla Colombia. Una partita con in veste di negoziatore l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema che, tuttavia, si è svolta attraverso un canale parallelo a quello ufficiale tra il governo italiano e quello di Bogotá. Tant’è che, una volta emerso il ruolo di D’Alema, la trattativa è saltata e la procura di Napoli ha aperto un’inchiesta. Ma a cercare di fare luce è anche un audit interno attivato dalla stessa Fincantieri, un’indagine sull’operato di Giordo arrivata alla prime risultanze, che, evidentemente, hanno suggerito a Giuseppe Bono, amministratore delegato del gruppo cantieristico, di sospendere il direttore generale coinvolto nell’affaire Colombia. Una mossa che assume rilevanza, anche perché nelle prossime settimane il governo dovrà procedere al rinnovo del vertice di Fincantieri e tra i possibili candidati per l’incarico di amministratore delegato figurava proprio il nome di Giordo. Un’ipotesi ormai tramontata. In pista, invece, resta l’opzione che Bono ottenga una riconferma come amministratore delegato o, eventualmente, come presidente di Fincantieri, sebbene ne sia alla guida dal 2002. Tra le possibilità anche la nomina del direttore generale, Fabio Gallia, al posto di Bono. In ogni caso la trattativa per la vendita di armi alla Colombia e il ruolo di intermediario di D’Alema tra il governo di Bogotá, interessato all’acquisto di aerei, corvette e sommergibili, e le aziende pubbliche Fincantieri e Leonardo, pone degli interrogativi sui vertici delle società. Il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè (Forza Italia) ha raccontato di essere stato informato del ruolo dell’ex premier dall’ambasciatrice colombiana a Roma e di aver chiesto chiarimenti a Leonardo. D’Alema ha replicato dicendo che, venuto a conoscenza da politici colombiani dell’interesse di Bogotá per le armi italiane, si è limitato a informare le due aziende. In Fincantieri aveva contattato proprio Giordo. Ma in un incontro con emissari del governo colombiano, il cui audio è stato diffuso dai media, D’Alema parla di una possibile provvigione da 80 milioni se l’affare fosse andato in porto. «Dovevo convincere un interlocutore riluttante», si è giustificato l’ex premier, «nell’interesse dell’Italia e non della mia persona». In Parlamento sono state presentate interrogazioni al governo per chiarire i contorni della vicenda da Lega, Forza Italia, Leu, Italia viva e da Fratelli d’Italia. Una settimana fa ha risposto alla Camera il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, annunciando che Leonardo e Fincantieri avevano avviato «indagini interne per chiarire le questioni aperte, i cui risultati saranno oggetto di approfondimento e valutazione degli organi societari e delle istituzioni». E ieri è caduta la prima testa, anche se i due audit non sono ancora conclusi. «Il governo aspetta gli audit e poi il ministero dell’Economia, che vigila sui due gruppi, valuterà il da farsi», dice Mulè. Il 5 aprile, intanto, il numero uno di Leonardo, Alessandro Profumo, è atteso in audizione alla commissione Difesa del Senato. 29 marzo 2022 (modifica il 29 marzo 2022 | 21:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-29 19:47:00, Giuseppe Giordo sollevato dagli incarichi operativi. A pesare sul suo destino il coinvolgimento che avrebbe dovuto portare a un contratto da 4 miliardi, Andrea Ducci ed Enrico Marro

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