di Cesare ZapperiIl segretario della Lega: «Tutti quei dirigenti e militanti, compresi Zaia e Fedriga, che credevano in premier e governo, mi chiedono di riflettere. Ci sono temi sui quali non si può transigere. La riforma Cartabia? Non la mettiamo a rischio La sua prima tappa post elezioni è stata a Genova per festeggiare Marco Bucci. Ma lì avete dimezzato i voti. «Giusto celebrare una vittoria figlia anche del Decreto Genova, provvedimento fortemente voluto dalla Lega e osteggiato dalla sinistra: grazie a Bucci e alla Lega di governo, il ponte Morandi è stato ricostruito a tempo di record mentre il Pd ci attaccava. Certo, la nostra lista ha pagato un prezzo alle civiche e all’astensione. Dobbiamo lavorarci». Lei dice che avete conquistato 21 sindaci in più. Ma ci sono anche quelli che avete perso, come Lodi, o dove siete in difficoltà (da Verona ad Alessandria a Parma). «Per onestà, è giusto valorizzare i tanti nuovi Comuni conquistati e le vittorie, senza sottovalutare le sconfitte che ovviamente dispiacciono e su cui dovremo riflettere. Lei ha citato casi negativi, io segnalo l’operaia Monfalcone dove abbiamo vinto al primo turno col 72%, Lampedusa dove il sindaco dei porti aperti ha perso e uno dei più votati sull’isola è uno storico militante della Lega. Siamo gli unici del centrodestra ad aver vinto sia a Palermo che a Messina, a Carrara siamo al ballottaggio con un civico che sfiderà il centrosinistra». A Verona per vincere dovete venire a patti con Flavio Tosi che la Lega cacciò nel 2015. «A Tosi ho mandato un sms di complimenti. Lascio ai veronesi e al sindaco Sboarina ogni valutazione, di sicuro non mi sembra saggio rinunciare a una possibile alleanza: Verona non merita di finire alla sinistra». Fratelli d’Italia vi ha superato anche al Nord. Che sta succedendo? «FdI beneficia dell’essere all’opposizione. Noi abbiamo preferito responsabilmente farci carico dei problemi degli italiani. Un esempio: se noi fossimo stati all’opposizione ci sarebbe stata una stangata sulla casa degli italiani, sarebbe aumentata la pressione fiscale, sarebbero passati lo ius soli e il ddl Zan. Ci siamo sacrificati per buone cause». Ma non basta. «Va detto che il governo deve fare di più altrimenti delude i ceti produttivi che un tempo apparivano entusiasti di Draghi. Il risultato è che i nostri elettori preferiscono stare a casa. Sindaci e militanti mi segnalano una crescente insofferenza verso un governo che appare sbilanciato a sinistra su troppi temi. Su pace fiscale, pensioni, immigrazione, giustizia. Serve un cambio di passo». Giorgia Meloni dice che Lega e FI dovrebbero uscire dal governo Draghi. È d’accordo? «Abbiamo deciso di appoggiare il governo perché era necessario non lasciare il paese nelle mani di Pd e 5 Stelle che lo stavano sfasciando. Ora tutti quei dirigenti e militanti (compresi Zaia e Fedriga) che credevano in Draghi e in questo governo, col perseverare degli errori di Speranza e Lamorgese, di Bianchi e Giovannini, mi chiedono di rifletterci bene… Draghi deve sapere che ci sono temi su cui non siamo disposti a transigere». Che tempi si è dato? «Attendo risposte entro l’estate. Temo un autunno molto difficile. Ci sono tre mesi per sminare il terreno». Quando deciderà? «Torneremo sul pratone di Pontida il 18 settembre. Per quella data vogliamo risposte». Sulla riforma Cartabia volete fare la guerriglia? «No, siamo d’accordo che voteremo alcuni emendamenti ma non mettiamo a rischio la riforma». L’amore litigarello con Meloni dopo l’abbraccio di Verona cosa prevede? «Prevede che tutti la smettano di litigare e fare gare interne al centrodestra, per preparare a vincere le prossime elezioni, anticipando programma di governo e anche squadra, ministri compresi». Cosa dovrebbe fare il governo Draghi che non fa? «Fare la pace fiscale, a beneficio non dei grandi evasori ma di tanti cittadini perbene che non sono riusciti a pagare le tasse per colpa della crisi. Stanno per partire cartelle esattoriali per 16 milioni di italiani, molte delle quali sotto i 10 mila euro. Draghi lo sa? Poi, bisogna superare definitivamente la Fornero trovando l’accordo su quota 41 entro la fine dell’anno. Quindi, sigillare i confini visto che dall’inizio dell’anno si contano già 22mila arrivi. Difendere il potere d’acquisto di salari e pensioni. Tutelare l’ordine pubblico nelle grandi città. Confermare il taglio delle accise e i fondi contro il caro energia». Lei dice che bisogna lavorare per pensioni, pace fiscale, lavoro. Ma nelle scorse settimane pensava a Mosca… «Se la guerra andrà avanti a lungo, non ci saranno soldi in Italia per aumentare stipendi e pensioni, questa è la verità. Quindi lavorare per la pace è un dovere, di tutti, e io proseguo a testa alta e con trasparenza a chiedere il cessate il fuoco e lo stop alla guerra, in primis alla Russia ovviamente. E attenzione, a proposito di scenari internazionali: dal 2025 lo stop alle auto benzina e diesel a favore delle elettriche rischia di produrre danni all’ambiente, bruciando 100 mila posti di lavoro. Un folle regalo alla Cina, confezionato dal Pd e dal suo segretario che evidentemente sono molto generosi con Pechino». Referendum: non dica che credeva davvero che sarebbero passati. «Nonostante il silenzio di giornali e tivù hanno votato più di 10 milioni di italiani, con la Lega da sola a girare l’Italia parlando di “Giustizia Giusta”. Ora torneremo a lavorare in Parlamento perché la riforma è una necessità». Rispetto ai mugugni interni che raccontano i giornali, lei risponde che il Consiglio federale di lunedì si è espresso all’unanimità. Sicuro che non ci siano problemi? «Le rivelo una cosa: i mugugni ci sono stati, e tutti nei confronti del governo. Il ministro Giorgetti giustamente protesta perché la messa al bando delle auto a benzina e diesel sarà un massacro per l’industria italiana. I governatori giustamente protestano perché, con questa burocrazia e queste difficoltà, molti miliardi del Pnrr non potranno mai essere investiti. E il percorso verso l’Autonomia, che ormai è richiesta a Nord e a Sud, è ancora troppo lento. E tutti protestano perché sul Reddito di cittadinanza non ci sono controlli e modifiche promessi da tempo. È mio dovere prendere atto di queste riflessioni e lavorarci». 15 giugno 2022 (modifica il 15 giugno 2022 | 08:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-15 13:31:00, Il segretario della Lega: «Tutti quei dirigenti e militanti, compresi Zaia e Fedriga, che credevano in premier e governo, mi chiedono di riflettere. Ci sono temi sui quali non si può transigere. La riforma Cartabia? Non la mettiamo a rischio, Cesare Zapperi