di Marco CremonesiIl leader della Lega sta partendo per Varsavia e poi andrà in una località di raccolta e transito dei profughi che fuggono dal Paese sotto attacco russo
Matteo Salvini sta partendo in queste ora da Malpensa. Prima destinazione, Varsavia. Poi, un punto imprecisato del confine tra la Polonia e l’Ucraina, o magari anche più di uno. L’idea è quella di organizzare (e magari riprendere) l’uscita dal paese di un certo numero di profughi, anche questo imprecisato, che dovrebbero essere ospitati in quei comuni a guida Lega che nei giorni scorsi avevano dato la loro disponibilità ad accogliere «veri profughi che scappano da una vera guerra. Non barchini e barconi messi in mare dai trafficanti».
Dentro e fuori il partito, tutti avevano sconsigliato il leader leghista dall’intraprendere una missione scivolosa come quella che invece sta partendo. Sia l’ambasciata che i servizi avevano infatti messo in guardia Salvini dal presentarsi, con la sua fisionomia di amico della Russia, in zone prossime alla guerra. Del resto, la Polonia stessa non è tra gli stati simpatizzanti della Russia. E dunque, dover impiegare risorse dei servizi per garantire la sicurezza della delegazione salviniana è qualcosa che a Varsavia si sarebbero anche risparmiati. Salvini resterà alcune ore a Varsavia, dove sono previsti vari incontri. Inclusi quelli con le associazioni religiose, ancora senza nome, che dovrebbero aiutare la fuoriuscita dei profughi. Pare legate al Vaticano, e dunque cattoliche, ma sull’argomento il riserbo è massimo e i dettagli ancora non sarebbero stati tutti messi a punto.
Anche perché in prima battuta la partenza era stata prevista per domani o mercoledì. Tra le richieste polacche, quella di contenere il numero dei partecipanti alla delegazione, anche perché nella zona di confine con l’Ucraina è difficile anche trovare hotel in funzione. Oggi, intanto, partirà alla volta delle zone di guerra un’altra delegazione, questa volta istituzionale: è il gruppo inviato dall’Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione internazionale. Ci saranno il leghista Paolo Grimoldi, l’azzurro Massimo Mallegni e l’M5S Niccolò Invidia. Incontreranno il presidente della delegazione ucraina Mykyta Poturayev. E nel frattempo, cominciano ad affluire in Italia i primi profughi aiutati da sindaci leghisti. Il vicesindaco leghista di Ferrara, Nicola Lodi, è tornato in Italia dopo aver consegnato gli aiuti per gli sfollati ucraini. Con lui, arrivati in Emilia anche due donne con tre figli. Mentre l’ex sindaco di Sesto Calende ha portato in Italia sei bambini con un pulmino che ha guidato per 1.700 chilometri. Secondo una nota leghista, sarebbero già più di 200 le amministrazioni guidate dal partito che hanno dato la loro disponibilità. Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia ha invece messo a disposizione alcuni ostelli a spese del Comune.
Aiutare queste persone in fuga dalla guerra è un Dovere, ognuno faccia ciò che può per salvare vite e fermare la morte. pic.twitter.com/5G4HjwOqqy— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 7, 2022
7 marzo 2022 (modifica il 7 marzo 2022 | 11:35)
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, 2022-03-07 10:35:00, Il leader della Lega sta partendo per Varsavia e poi andrà in una località di raccolta e transito dei profughi che fuggono dal Paese sotto attacco russo, Photo Credit: , Marco Cremonesi
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