di Cesare Zapperi
«Da presidente del Consiglio, il 26 settembre preferisco mettere 30 miliardi di debito adesso piuttosto che perdere tre mesi, un milione di posti di lavoro e doverne mettere 100 di miliardi»
«Su un intervento immediato la vedo in maniera diversa da Draghi e Meloni : da buon padre di famiglia o da presidente del Consiglio il 26 settembre, se il presidente Mattarella dovesse darmi l’incarico, preferisco mettere 30 miliardi a debito adesso, piuttosto che perdere 3 mesi, perdere 1 milione di posti di lavoro e doverne mettere 100 di miliardi». Se c’erano dubbi sulle espressioni facciali indice di possibile dissenso colte a Cernobbio, Matteo Salvini li toglie del tutto e certifica in maniera solare che su una questione dirimente come la gestione del bilancio dello Stato la sua opinione è opposta rispetto a quella dell’alleata di centrodestra (e già pronta a vestire i panni del premier).
L’affondo, destinato ad aprire un vivace confronto dentro la sua coalizione, arriva alla fine di una giornata che ha visto il segretario leghista fare rotta a nord est, con il pensiero rivolto all’atteso ritorno sul pratone di Pontida domenica 18 e con la volontà di rilanciare tutti i temi cari al leghismo primigenio. Da Bolzano a Treviso fino a Marano Lagunare (e oggi sarà a San Daniele e a Venezia), durante la sua ennesima frenetica giornata il leader mette sul piatto argomenti adatti alla platea. Un ministero a Milano (ma anche uno del Mare in Sicilia, pur se l’esperienza di Monza non fu felice), l’autonomia, e poi le tasse, i costi dell’energia, le bollette.
Parla di «schei» (soldi), termine e sostanza che a queste latitudini fanno sempre gran presa in uno dei tessuti produttivi più ricchi del Paese. E poco importa se a Treviso sotto la Loggia dei Cavalieri c’è molta meno gente che in passato e anche una piccola contestazione. A sostegno Salvini si porta sul palco i due «dioscuri» trevigiani, il sindaco Mario Conte e soprattutto il presidente della Regione Luca Zaia (apparso tiepido).
Il leader si rivolge ai «produttori» e dà la priorità alla questione bollette: «L’Europa ha imposto le sanzioni, l’Europa fa il piacere di permettere agli italiani di pagare le bollette di luce e gas. O lo fa il governo italiano o lo fa l’Europa. Noi chiediamo questo ma non perché ce lo chiede la Russia, chi se ne frega, ma ce lo chiedono gli italiani: uno scudo europeo, un ombrello». Ma il segretario del Pd Enrico Letta attacca: «Trovo gravissimo che in contemporanea il Cremlino e Putin da una parte e Salvini in Italia dall’altra siano contro le sanzioni europee alla Russia, io vedo una consonanza di tempistica e di contenuti assolutamente inquietante».
L’ex ministro dell’Interno va dritto per la sua strada e richiama una vecchia battaglia: «La Lega è l’unica garanzia che l’autonomia sarà legge entro pochi mesi. Non ci sono scorciatoie o vie di mezzo». Bisogna accelerare perché la concorrenza si fa sentire. Da un recente sondaggio è emerso che in Veneto Fratelli d’Italia potrebbe conquistare il 30% contro il 20% della Lega. E non è certo un caso che domani sera, proprio a Treviso, Guido Crosetto, tra i fondatori del partito meloniano, sarà protagonista di una grande cena con imprenditori locali. «Competition is competition» diceva Romano Prodi. E Salvini per far capire che non è disposto a subire, proprio a Treviso tira due stoccate a destra: sull’immigrazione dice che non è il tempo di «giocare a battaglia navale» e sull’ipotesi di ripristinare l’immunità parlamentare taglia corto: «Non se ne parla».
5 settembre 2022 (modifica il 5 settembre 2022 | 23:40)
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, 2022-09-05 21:40:00, «Da presidente del Consiglio, il 26 settembre preferisco mettere 30 miliardi di debito adesso piuttosto che perdere tre mesi, un milione di posti di lavoro e doverne mettere 100 di miliardi», Cesare Zapperi