di Redazione Cronache
La donna: «Io e tuo padre siamo morti lì». Nei giorni scorsi era emersa un’altra intercettazione, in cui il padre della diciottenne spiegava di «averla uccisa per l’onore»
«Io e tuo padre siamo morti lì». Per la prima volta la madre di Saman Abbas parla della morte della figlia. L’intercettazione risale a fine agosto 2021: Nazia Shaheen, madre della diciottenne pachistana sparita tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021, parla al telefono dal Pakistan con il fratello minore della vittima, affidato a una comunità protetta in Italia. La telefonata è nel maxi faldone del processo per l’omicidio della diciottenne pachistana che inizierà a febbraio 2023 a Reggio Emilia. Processo che, dopo indagini dei carabinieri e della pm Laura Galli, vede imputati cinque familiari della ragazza, i genitori latitanti in Pakistan, due cugini e uno zio arrestati tra Francia e Spagna. Nei giorni scorsi era emersa un’altra intercettazione, in cui il padre di Saman spiegava di «averla uccisa per l’onore». La ragazza era stata promessa sposa a un cugino in Pakistan, ma si era fidanzata con un ragazzo pachistano in Italia, scatenando la furia omicida dei propri familiari.
La mamma: «Costretti a farlo»
Il fratello minore di Saman è uno dei testimoni chiave: sentito in incidente probatorio due mesi prima, il 18 giugno 2021, aveva accusato i familiari del delitto, in particolare indicando lo zio Danish Hasnain come l’esecutore materiale. Nella telefonata del 30 agosto alla madre, il ragazzo parla di altri due familiari, non indagati, che secondo lui avrebbero istigato il padre nell’organizzazione dell’omicidio della sorella. Il giovane è arrabbiato nei confronti dei due — uno zio e un cugino — ritenendoli responsabili moralmente per la fine di Saman e lasciando trasparire sentimenti di vendetta. A quel punto la madre cerca di calmarlo chiedendogli di «lasciarli stare». Lui insiste: «Quelli che danno consigli storti, con quelli bisogna fare così». La madre replica: «Lasciali stare, mandali dal diavolo». Il ragazzino non ci sta e riportata una frase di quei familiari «“Se era mia figlia, anch’io facevo così con lei”. Io non ho dimenticato niente. Li raddrizzerò questi due». A quel punto la madre sembra voler spiegare al figlio come è maturato il delitto: «Tu non sai di lei?», chiede, probabilmente riferendosi ai comportamenti di Saman, «Davanti a te a casa… noi siamo morti sul posto, per questo tuo padre è a letto e anche la madre (parla di sé in terza persona, ndr) a letto». La madre usa l’aggettivo «costretti» per indicare la condizione di quelli che hanno agito: «È successo quello che è successo, anche tu lo sai, figlio mio non sei bambino, sei giovane e comprendi tutte le cose. Tu sei a conoscenza di tutto», dice al figlio.
Il fratello: «Mi pento di avervi detto che aveva un altro»
«Pensa — aggiunge la madre— a tutte le cose, i messaggi che ci facevi ascoltare la mattina presto, pensa a quei messaggi, pensa e poi di’ se i tuoi genitori sono sbagliati». Ma il ragazzo si oppone: «Ora mi sto pentendo, perché ho detto». Secondo un cugino sentito dai carabinieri di Reggio Emilia, un elemento che avrebbe fatto da scintilla alla «condanna a morte» della diciottenne, sarebbe stata una foto di un bacio tra Saman e il fidanzato, per le vie di Bologna, condivisa su un social dalla ragazza. A vederla fu il fratello minorenne che la mostrò ai familiari, scatenandone l’ira.
(Articolo in aggiornamento)
25 settembre 2022 (modifica il 25 settembre 2022 | 14:27)
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, 2022-09-25 13:15:00, La donna: «Io e tuo padre siamo morti lì». Nei giorni scorsi era emersa un’altra intercettazione, in cui il padre della diciottenne spiegava di «averla uccisa per l’onore», Redazione Cronache