Saman, un vecchio frigorifero sopra la buca. L’ipotesi:  «Così i parenti pensavano  di depistare gli inquirenti»

Saman, un vecchio frigorifero sopra la buca. L’ipotesi:  «Così i parenti pensavano  di depistare gli inquirenti»

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di Alessandro Fulloni

Calcinacci e il vecchio elettrodomestico nel casolare in campagna: è la scena in cui si sono imbattuti i carabinieri quando hanno cominciato a cercare il corpo della ragazza. Dalle carte: tracce di sangue sul giubbetto di Hasnain. Quelle foto dell’inviato di «Chi l’ha visto?»

Calcinacci, terriccio, addirittura il rottame di un frigo buttato sopra quella montagnola di detriti, come a dare l’idea che quello scenario non fosse altro che una specie di discarica «fai da te». Invece proprio lì sotto, a circa un metro e 20 centimetri di profondità, c’era il corpo di Saman Abbas, la diciottenne uccisa dai familiari, nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021, perché si era opposta al matrimonio combinato dai genitori con un cugino di 10 anni più grande di lei che stava in Pakistan, il Paese da cui proveniva l’intero clan degli Abbas prima di trasferirsi a Novellara per lavorare nelle campagne della Bassa reggiana.

Per l’omicidio sono incriminate cinque persone: il padre Shabbar (arrestato il 16 novembre nel Punjab, dove si era nascosto), la madre Nazia (latitante), i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq e lo zio Danish Hasnain. Questi tre sono rinchiusi nel carcere di Reggio e proprio Hasnain, secondo le accuse, sarebbe quello che avrebbe strozzato Saman mentre gli altri due la tenevano ferma. Poi c’è stato da sbarazzarsi del cadavere. Lo avrebbero fatto appunto seppellendolo in quel casolare diroccato, in disuso da decenni e sbriciolato definitivamente dal terremoto che nel 2012 flagellò l’Emilia-Romagna, dove gli Abbas erano soliti andare a bere.

È stato l’inviato di Chi l’ha visto? Paolo Andriolo a setacciare nello scorso maggio — a un anno dalla sparizione della diciottenne — il manufatto e a fotografare, incuriosito e insospettito, quella «montagnola» di detriti. Poi ha avvertito i carabinieri, informandoli di avere anche individuato, grazie a un anziano che aveva lavorato da quelle parti, cinque pozzi coperti da rovi e inutilizzati chissà da quando. Gli uomini dell’Arma, va detto, avevano già controllato il casolare e presero lo stesso molto sul serio la segnalazione del giornalista. Sommozzatori si calarono nei pozzi, piuttosto profondi, e vennero anche controllate altre parti dell’edificio. Soltanto mesi dopo, grazie in ogni caso alla determinazione degli investigatori, si è scoperto che il corpo stava proprio lì, sotto a quei calcinacci e a quel rottame. Pietrame forse sparso con accuratezza, lasciando pensare che fosse caduto dopo un crollo, proprio da chi invece Saman l’aveva sotterrata a un metro e 26 centimetri di profondità. Sia come sia, a indicare quel luogo è stato Danish Hasnain, portato al casolare il 19 novembre scorso dai carabinieri.

Svolte dall’indagine ora sono attese dall’autopsia e dall’esame esterno del cadavere. Accertamenti che la Corte d’Assise del tribunale di Reggio Emilia ha affidato ai periti Cristina Cattaneo (l’esperta dei casi Gambirasio e Cucchi e che ha contribuito all’identificazione di decine di migranti morti nel Mediterraneo) e Dominic Salsarola. Dalle carte, emerge il lungo elenco di reperti che sta permettendo di ricostruire le ultime ore del delitto. Ad esempio il «reperto 9»: ovvero la felpa di Hasnain, sequestrata nei giorni successivi alla scomparsa di Saman, sulla quale l’esame del luminol ha rivelato tracce di sangue. Sarà il test del Dna a chiarire a chi appartenga. Poi il «5A» e il «5B» (due bottiglie), il «4» (manufatto a forma di «T») e il 4 (tessuto di colore verde e bianco»). È stata trovata una catenina alla caviglia che sarebbe appartenuta proprio a Saman.

Cattaneo ha chiesto, inoltre, di poter acquisire le foto e i video che ritraggono Saman, contenuti nel telefono in uso alla stessa 18enne. La richiesta dell’anatomopatologa risale a domenica e oggi (martedì) la pm Laura Galli che coordina l’immagine li ha depositati. Presto dunque il materiale sarà a disposizione di perito e consulenti di parte che stanno analizzando il corpo.

Ma il cerchio dei presunti responsabili potrebbe anche allargarsi: la Procura ha infatti aperto pochi giorni fa un’inchiesta bis per dare la caccia ad eventuali complici che avrebbero aiutato a nascondere il corpo di Saman.

29 novembre 2022 (modifica il 29 novembre 2022 | 17:40)

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, 2022-11-29 16:40:00, Calcinacci e il vecchio elettrodomestico nel casolare in campagna: è la scena in cui si sono imbattuti i carabinieri quando hanno cominciato a cercare il corpo della ragazza. Dalle carte: tracce di sangue sul giubbetto di Hasnain. Quelle foto dell’inviato di «Chi l’ha visto?», Alessandro Fulloni

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