Sampdoria, il bonifico di Al Thani non è arrivato. Cosa succede adesso?

di Gregorio Spigno

La società chiarisce: «Non c’entriamo niente con l’arrivo di Ferrero allo stadio. Non ci dimettiamo. Se in futuro dovessero esserci cose che mineranno la nostra autonomia ne riparleremo, ma ad oggi non ci sono queste condizioni»

Un incontro per fare chiarezza. Per spegnere voci, questioni, ipotetiche trattative. Per raccontare la verità. Non una conferenza stampa classica, ma un discorso fatto a cuore aperto da parte di tutti e quattro i membri del cda sull’attuale, difficile situazione societaria e finanziaria della Sampdoria. Senza smentire le voci che vedono lo sceicco Al Thani vicino al club, senza smentire le evidenti difficoltà. Senza nascondere che al momento non c’è stato alcun versamento effettuato sulla banca di Lussemburgo. «Quando siamo entrati qui ci siamo presi grandi responsabilità che abbiamo portato avanti con passione, dedizione e sacrificio — ha esordito il presidente blucerchiato Lanna —. Io l’ho fatto per 9 mesi, correndo dei grandi rischi, avendo navigato sempre in acque pericolose. Tutti i dipendenti della Samp hanno lavorato per un unico obiettivo, ovvero il bene del club. Qui non ci sono buoni o cattivi, ma persone che hanno messo a disposizione tutto quello che avevano. La situazione finanziaria non è rosea, così come non lo era a gennaio quando siamo entrati. Ad aprile e maggio ci davano per morti ma ancora adesso siamo in piedi».

Poi una stoccata, decisa, a chi negli ultimi giorni ha accusato alcuni membri del club di essere ancora in contatto con l’ex presidente Massimo Ferrero: «A prescindere dall’azionista, il consiglio di amministrazione ha lavorato sempre in autonomia. La stagione sportiva non è iniziata bene, ha portato all’esonero di Giampaolo e la scelta di Stankovic è stata fortemente voluta da tutti noi. Crediamo ci porterà fuori da questa situazione. Un grazie va ai tifosi, che continuano a sostenere la squadra sia in casa sia soprattutto lontani da Genova». Ma, queste, sono parole che sanno di dimissioni? «No. Non ci dimettiamo per il nostro senso di responsabilità: è un pensiero che nelle nostre teste è passato, ma poi lo abbiamo sempre abbandonato. Se in futuro dovessero esserci cose che mineranno la nostra autonomia ne riparleremo, ma ad oggi non ci sono queste condizioni».

Discorso cessione (oggi sarebbero dovuti arrivare 40 milioni dallo sceicco Al Thani, necessari per il passaggio di proprietà): «La cessione è tutta in mano a Vidal (il trustee nominato a seguire l’operazione) e alla banca Lazard, il cda non può fare nulla: accettare, rifiutare, nulla. Siamo spettatori di questa situazione. Assicuro, però, che nessun membro della Samp era a conoscenza dell’arrivo di Ferrero lunedì scorso allo stadio. Garantisco: nessuno». Ad attaccare, dopo il presidente Marco Lanna è il suo vice, Antonio Romei: «Ho voluto quest’incontro per fare il punto. Io sono stato qui 7 anni, poi sono tornato. Penso di dire sempre la verità. Non mi piace prendere in giro nessuno né essere preso in giro. Io chiedo di attenersi alla verità dei fatti, soprattutto in un momento così difficile per la Sampdoria. Evitiamo illazioni, divisioni, sospetti. Questo fa male. Sulle critiche siamo assolutamente aperti. I quattro del cda sono persone intellettualmente oneste, io ho sempre operato nell’interesse esclusivo della Sampdoria. Ho la Samp nel cuore. Io non rispondo a nessuno, se non a me stesso e al consiglio».

Su Ferrero, entrato allo stadio lunedì scorso e poi fuggito: «Io non devo dare alcuna spiegazione, perché io sono indipendente. Questa situazione fa male alla Sampdoria. Noi abbiamo bisogno di credibilità all’esterno, soprattutto per quanto riguarda le banche. La situazione giuridica della Samp è chiara, e sicuramente non dipende da me. Siamo stati nominati da un trust e a questo rispondiamo. Sappiamo che il beneficiario del trust è della famiglia Ferrero. Indirettamente la vendita andrà a beneficio della famiglia Ferrero, ma noi lavoriamo per la Samp. Che io sia stato la persona portata da Ferrero è un dato di fatto. La città non mi vuole perché ho questa macchia? Io in caso prendo e torno indietro, sono qui per aiutare la Sampdoria. È un attacco alla mia dignità professionale e personale. Noi operiamo in assoluta autonomia, nessuna interferenza. Zero. Abbiamo solo degli obblighi informativi con il trust. L’altro giorno quando è arrivato Ferrero io sono rimasto al mio posto, perché sono vicepresidente della Sampdoria e tutelo la Sampdoria. Questo è il mio compito, e penso di saperlo fare bene. In questo momento i risultati del campo ci stanno dando torto, ma noi lavoriamo con onestà».

Cambio di proprietà

Capitolo cambio di proprietà: «Noi nella trattativa non centriamo niente. Niente. Non abbiamo alcun ruolo se non quello di mettere a disposizione di un possibile acquirente tutte le informazioni relative alla Samp: sentiamo Vidal e la banca Lazard, sì, ci ha detto che è in contatto con degli intermediari ed è in attesa che arrivino alcune delle somme necessarie. Manca la parte più corposa… Nessuno di noi ostacolerà per rimanere nella propria sedia. Il nostro ruolo ogni giorno ci fa tremare i polsi: non possiamo attingere alle risorse del socio, c’è stata una trattativa molto approfondita tra luglio e agosto, abbiamo conferito più di una volta con il fondo in questione dando tutte le informazioni che dovevamo dare. Se oggi sarà fatto il bonifico, poi… noi abbiamo il dovere di spegnere i focolai, non c’è bisogno di buttare benzina sul fuoco. A me darebbe molto fastidio che qualche persona poco seria si avvicinasse con una trattativa». Sull’ombra di Garrone, ex presidente della Samp, come uomo-sponsor per la vendita: «Rapporti ne ha, perché è un grandissimo tifoso della Samp, appartiene a una famiglia importante e perbene. Noi non andiamo a chiedergli nulla, ma basta il fatto che siano stati proprietari della Samp e per questa abbiano fatto tantissimo». Deadline allo sceicco? «Lo sa solo Dio, o Allah…».

20 ottobre 2022 (modifica il 20 ottobre 2022 | 17:41)

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, 2022-10-20 16:16:00, La società chiarisce: «Non c’entriamo niente con l’arrivo di Ferrero allo stadio. Non ci dimettiamo. Se in futuro dovessero esserci cose che mineranno la nostra autonomia ne riparleremo, ma ad oggi non ci sono queste condizioni», Gregorio Spigno

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