di Claudio BozzaCome sta il giornalista antimafia dopo il ricovero per broncospasmo in ospedale: «L’ambulanza è arrivata in 4 minuti, altrimenti non sarei più qui. Ora smetto di fumare e mi metto a dieta, ma prima preparerò una bella cena napoletana» «Sono stato a un passo dalla morte per 12 giorni. L’ho vista in faccia. Mi sono salvato solo grazie alla sanità pubblica. A medici e infermieri dico solo: grazie, grazie e ancora grazie». Sandro Ruotolo, decano del giornalismo antimafia da anni sotto scorta e senatore uscente della sinistra, scoppia in lacrime mentre, dal suo letto dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, racconta al Corriere il dramma che sta vivendo. Ruotolo, cosa è successo? «Soffro di asma bronchiale da quando ero bambino, e fumo troppo. Da diverso tempo, però, anche grazie alle mascherine stavo molto meglio. Il problema è che domenica 23 ottobre ero nella mia casa di campagna fuori Roma e mi sentivo sempre peggio. Respiravo a fatica e mi si era gonfiata la pancia. Così ho pensato di chiedere una mano anche ai miei angeli della scorta per recuperare un po’ di ossigeno in farmacia. Se lo avessi fatto sarei morto. Perché per fortuna ho avuto un attimo di lucidità: ho chiamato subito il 118. L’ambulanza è arrivata in 4 minuti, sono vivo solo per questa efficienza». L’ultima cosa che ricorda? «Gli infermieri che mi vengono incontro con un telone per correre in ospedale. Da lì in poi si è spenta la luce. A causa del broncospasmo mi si era riempito il corpo di anidride carbonica. Saturavo poco sopra 80, un disastro». In ospedale come l’hanno curata? «Sono arrivato in codice rosso. Mi hanno fatto le lastre, poi intubato e sedato. Sono stato due giorni con un tubo in gola, poi la sedazione è calata e io come riflesso mi sono strappato il tubo da solo. Era una sensazione insopportabile, non la auguro a nessuno». Era solo? «In rianimazione certo, ero solo. Ma appena ho recuperato un po’ di cognizione ho riconosciuto subito mia moglie e i miei figli dal vetro, nonostante fossero imbacuccati con cuffie, guanti e mascherine». E ora come sta? «Adesso ho solo la mascherina con l’ossigeno. Stamattina sono stato addirittura un quarto d’ora “in verticale”, con il busto alzato a letto. È stata una sensazione paradisiaca. A quel punto ho deciso di fare quel post su Facebook. Ma non per raccontare di me, bensì per ringraziare tutto il personale medico che mi ha salvato la vita (piange, ndr)». Proprio sui social è stato subissato da migliaia di messaggi… «Mi hanno scritto tantissime persone: “Sandro ti vogliamo bene”, è stata la frase più ricorrente. Questa dimostrazione di affetto mi ha dato grande forza. E in tanti hanno pregato per me». Almeno un fioretto lo avrà fatto… «Sì, di non fumare più. Fumo troppo: ho iniziato a 12 anni, ora ne ho 67. Sono arrivato anche a tre pacchetti. Ora basta davvero». La prima cosa che farà appena dimesso? «Mi devo mettere a dieta. Ma prima farò una cena napoletana. Preparerò la genovese per tutti. E poi sogno una bella mozzarella: il piatto dei piatti». 4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 10:51) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-04 10:17:00, Come sta il giornalista antimafia dopo il ricovero per broncospasmo in ospedale: «L’ambulanza è arrivata in 4 minuti, altrimenti non sarei più qui. Ora smetto di fumare e mi metto a dieta, ma prima preparerò una bella cena napoletana», Claudio Bozza