Sangiuliano City Nova in serie C: la promozione della terza squadra di Milano

Sangiuliano City Nova in serie C: la promozione della terza squadra di Milano

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di Lorenzo Nicolao

Dalla Seconda categoria alla C in cinque anni, la formazione di Andrea Ciceri ha dominato il girone B della serie D. Ora la nuova sfida con un programma chiaro: diventare «la terza squadra di Milano»

Con una scalata capolavoro, dalla Seconda categoria alla freschissima promozione in serie C in cinque anni, il Sangiuliano City Nova sta scrivendo un nuovo capitolo della storia sportiva della città di Milano. La grande svolta è avvenuta nel 2020, quando l’attuale presidente Andrea Luce, dell’omonimo gruppo immobiliare, l’ha rilevata, prima come NibionnOggiono, poi trasferendo il titolo sportivo a Sangiuliano: il club con la nuova denominazione ha trovato una stabilità economica e una proprietà dalle grandi ambizioni. Grazie a un mercato sontuoso, la formazione di Andrea Ciceri è riuscita a dominare il girone B della serie D con il miglior attacco (70 reti segnate) e la difesa meno battuta (35 gol subiti) raggiungendo così la promozione aritmetica con 3 giornate di anticipo dopo il 5-1 in trasferta al Franciacorta.

Ora quale campo?

«È una vittoria che parte da lontano, grazie a un’idea precisa e un po’ folle, quella di arrivare al calcio professionistico e giocarci le nostre carte con i più forti — ha detto il presidente Luce —. Da ora avremo una grande responsabilità, ma saremo pronti ad assumerla». La sfida è certamente grande, anche solo per trovare un campo che sia a norma per la Lega Pro. Finora la squadra di San Giuliano (comune a sud alle porte di Milano, 15 km da piazza del Duomo) aveva giocato nel campo brianzolo di Nova Milanese, a due passi da Monza. Ora come potenziali stadi ci sarebbero quelli della Pro Sesto e della Giana Erminio, squadre tra l’altro impegnate nei playout per non retrocedere in serie D. «Proveremo comunque a tornare nel nostro territorio», assicura Andrea Luce, ma i piani della proprietà del Sangiuliano sono ancora tutti da svelare.

Quando ci provò il Brera (con Zenga)

Con le ambizioni di gloria della società gialloverde si rispolverano quelle di tanti club che negli anni hanno provato ad accarezzare l’utopico sogno di insidiare il primato calcistico in città di Milan e Inter. Se il Monza, ora vicino alla promozione in serie A, è da considerarsi un caso a parte, in anni passati sono state la Pro Sesto e il Brera a sognare più volte ai grandi palcoscenici del calcio professionistico, senza riuscire però a raggiungere un tale traguardo. Il Brera in particolare, società nata a Milano nel 2000 quando l’editore Alessandro Aleotti rilevò i diritti sportivi della squadra che fino a quel momento si chiamava Atletico Milan, partirono dalla Serie D guidati dall’allenatore ed ex bandiera dell’Inter Walter Zenga. Quell’anno arrivò però la retrocessione, anche se la stagione successiva, puntando sui giovani, la squadra conquistò il terzo posto, distinguendosi successivamente per il grande impegno sociale fuori dal campo. Su tutti il progetto Free Opera, squadra iscritta in terza categoria e composta dai detenuti del carcere di Opera. Tra gli aneddoti della squadra, uno più di colore che legato ai successi sportivi. Nella stagione 2013-14 i calciatori non si sono mai allenati, affrontando gli avversari direttamente in partita. Un episodio celebrato da un libro scritto dallo stesso presidente Aleotti. Recentemente il Brera — che ora milita in prima categoria — si è però tornato alla ribalta della cronaca per la sua partecipazione al Fenix Tropfy, una coppa europea dedicata ai dilettanti.

30 aprile 2022 (modifica il 30 aprile 2022 | 16:28)

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, 2022-04-30 19:00:00, Dalla Seconda categoria alla C in cinque anni, la formazione di Andrea Ciceri ha dominato il girone B della serie D. Ora la nuova sfida con un programma chiaro: diventare «la terza squadra di Milano», Lorenzo Nicolao

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