Sangiuliano: Mi sono autoimposto di leggere un libro al mese. Un fatto di disciplina, come andare a messa

Sangiuliano: Mi sono autoimposto di leggere un libro al mese. Un fatto di disciplina, come andare a messa

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Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha recentemente evidenziato la necessità di rivalutare l’importanza della lettura in un’era dominata dalla tecnologia.

Durante la presentazione del libro “Papi e media. Redazione e ricezione dei documenti di Pio XI e Pio XII su cinema, radio e tv” curato da Mons. Dario Edoardo Viganò presso Palazzo Borromeo, il Ministro ha sottolineato come l’attuale tendenza a limitare l’assimilazione di informazioni alla lettura dei tweet o degli Instagram post sia una realtà preoccupante.

“Nel mio piccolo mi sono autoimposto di leggere un libro al mese. È un fatto di disciplina. Come andare a messa” ha condiviso Sangiuliano, mettendo in rilievo il valore della lettura come un atto quasi sacro, una pratica indispensabile da coltivare con disciplina e dedizione. Il ministro ha espresso la necessità di una sorta di “sacralità” all’interno della società, evidenziando l’importanza di evitare l’avvilimento degli esseri umani.

Per Sangiuliano, la lettura è un antidoto alla superficialità e alla dispersione mentale che la cultura dei social media spesso incoraggia. La lettura di un libro, infatti, richiede una concentrazione e un impegno più profondi rispetto alla navigazione casuale sui social media. Questo, secondo il ministro, può aiutare a rafforzare il senso di comunità, favorendo una comprensione più profonda e più significativa del mondo che ci circonda.

Il ministro ha anche esortato a far sì che “le leggi abbiano un’anima alla quale guardare”, alludendo al fatto che le normative dovrebbero essere guidate da principi etici fondamentali, piuttosto che essere meri strumenti burocratici. Questo è particolarmente rilevante nel contesto dei media digitali, dove le questioni di privacy, diritto d’autore e disinformazione possono facilmente diventare controversie.

Sangiuliano ha quindi sollecitato un rinnovato impegno a preservare la lettura come pratica sociale e individuale, non solo come passatempo, ma come strumento per nutrire l’intelletto e l’anima. In un’era in cui l’informazione è spesso ridotta a byte e immagini, la lettura di un libro rappresenta un atto di resistenza e un ritorno a un modo più autentico e profondo di apprendimento.

In un mondo sempre più digitalizzato, ricordare l’importanza di leggere un libro non è solo un gesto di resistenza, ma un passo verso una società più informata, consapevole e umana.

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