Sarah Palin contro il sistema di voto a preferenze multiple in Alaska: «Anche Trump potrebbe perdere nel 2024»

di Viviana Mazza

L’ex governatrice sconfitta nella corsa per un seggio alla Camera, mentre la senatrice moderata Murkowski batte un’altra candidata trumpiana. Sotto accusa il voto a preferenze multiple introdotto quest’anno per volere dei cittadini

Dalla nostra corrispondente
NEW YORK — Il sistema di voto a preferenze multiple usato dall’Alaska per la prima volta nelle elezioni di midterm di questo 8 novembre è nel mirino di Sarah Palin, sconfitta nella sfida per la Camera da Mary Peltola.

È stata battuta anche la candidata trumpiana al Senato, Kelly Tshibaka, con la riconferma ad un quarto mandato della repubblicana Lisa Murkowski.

Preferenze multiple

Palin è stata tra i primi a firmare una petizione contro il sistema di voto, approvato dagli elettori dell’Alaska nel 2020, già in vigore in Maine e che entrerà in uso presto anche in Nevada. Il sistema prevede primarie aperte, anziché legate a ciascun partito; ed elezioni generali con voto preferenziale, in cui i cittadini scelgono un candidato come prima opzione e un secondo nei casi spesso frequenti in cui nessuno oltrepassi la soglia del 50%. In tal caso, infatti, passano i due candidati con più voti, mentre le seconde scelte di chi ha votato per il perdente vengono redistribuite tra chi resta.

La vittoria della prima nativa dell’Alaska

La democratica Peltola era avanti con il 48,7 per cento dei voti rispetto ai repubblicani Palin (con il 25,8) e Nick Begich (con il 23,4). Nonostante il totale del voto repubblicano fosse superiore alle preferenze per la candidata democratica, un gran numero di elettori che avevano votato per Palin o Begich come prima scelta ha indicato Peltola al secondo posto, consentendole di essere eletta con il 55% dei voti. I critici di Sarah Palin sostengono che ha perso perché ha condotto una campagna elettorale poco convincente, contro un repubblicano appoggiato dai leader del partito e contro la prima nativa dell’Alaska eletta alla Camera e capace di alleanze bipartisan su temi chiave.

Riemersa un decennio dopo le sue dimissioni da governatrice, sembrava che Palin avesse carte imbattibili in mano: la fama, l’abilità di attirare l’attenzione dei media, l’appoggio di Donald Trump in uno Stato dove l’ex presidente ha vinto due volte. Si era già tenuta ad agosto una elezione speciale per quello stesso seggio, occupato per 49 anni dal repubblicano Don Young morto a marzo; si era deciso allora chi lo avrebbe sostituito fino all’elezione dell’8 novembre, nella quale entrava invece in gioco l’intero mandato di due anni. Mentre Palin in estate aveva ottenuto più voti nelle primarie che vedevano contrapporsi ben 48 sfidanti, nelle elezioni generali Peltola l’aveva superata.

La senatrice osteggiata da Trump

Palin non è l’unica a considerare il nuovo sistema vantaggioso per i rivali. Nella sfida per il Senato, Murkowski era in testa rispetto a Tshibaka per appena 1.700 voti (con il 43,3 percento contro il 42,7 percento) e sono stati gli elettori che avevano espresso la prima scelta per la candidata democratica Patricia Chesbro (il 10,4%) e che indicavano in stragrande maggioranza la senatrice moderata come seconda scelta a permettere a quest’ultima di ottenere la maggioranza. «Il 95% delle persone sono confuse da questo sistema», afferma Dan Sullivan, senatore repubblicano dell’Alaska eletto nel 2020.

Faide interne al partito

Sicuramente hanno pesato anche le faide interne al partito: il leader della minoranza repubblicana al Senato Mitch McConnell ha appoggiato Murkowski con 6,4 milioni di dollari contro la trumpiana Tshibaka, denaro che, secondo alcuni repubblicani, sarebbe stato più utile usare contro i rivali democratici in altri Stati. Donald Trump era sceso in campo personalmente la scorsa estate, facendo campagna elettorale in Alaska per Tshibaka oltre che per Palin: voleva vedere sconfitta la senatrice Murkowski, la quale votò per il suo impeachment. In un comizio ad Anchorage, l’ex presidente aveva definito il sistema a preferenze multiple «una truffa totale». «E sapete chi lo introdotto? L’ha introdotto Lisa Murkowski — aveva detto il tycoon —. Sapeva di non poter vincere un’elezione diretta e allora ha scelto questo sistema folle».

Il portavoce di Murkowski aveva subito replicato che la senatrice non aveva mai chiesto né fatto campagna per le preferenze multiple, un meccanismo di voto che è stato approvato di stretta misura dagli elettori nel 2020, ma di aver semplicemente applicato le regole del gioco. Diversi alleati della senatrice, inclusi un ex consigliere e un finanziatore di un comitato che l’ha appoggiata, tuttavia hanno appoggiato la sua introduzione, secondo il quotidiano locale Anchorage Daily News.

Verso il 2024

Ancora prima che arrivasse il risultato del voto, Palin ha sostenuto il gruppo «Alaskans for Honest Government», comitato di azione politica che mira a reintegrare il vecchio sistema per il 2024: «Bisogna lottare per quello che è giusto e guidare il resto della nazione verso il ritorno ad elezioni eque, libere, trasparenti e chiare», ha detto l’ex sindaca di Wasilla ed ex candidata alla vicepresidenza diventata famosa nel 2008 con il suo linguaggio anti-élite, poi apparsa in programmi di reality tv e anche in video personalizzati da 199 dollari l’uno per i fan, ma accusata dopo le dimissioni da governatrice di prestare più attenzione al palcoscenico nazionale che al suo Stato. Palin è tornata a dare l’endorsement a Trump in vista del 2024 ed è arrivata ad ammonire che, con l’attuale sistema di voto, è possibile che l’ex presidente non riesca a conquistare i tre collegi elettorali dell’Alaska nelle prossime elezioni.

I sostenitori del sistema «ranked choice» ritengono invece che massimizzi la soddisfazione degli elettori, portando avanti i candidati che hanno un appoggio più ampio, anziché quelli più estremi che sono in grado di imporsi sugli altri quando ci sono molti sfidanti con un bacino limitato di voti.

25 novembre 2022 (modifica il 25 novembre 2022 | 19:05)

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, 2022-11-25 18:09:00, L’ex governatrice sconfitta nella corsa per un seggio alla Camera, mentre la senatrice moderata Murkowski batte un’altra candidata trumpiana. Sotto accusa il voto a preferenze multiple introdotto quest’anno per volere dei cittadini , Viviana Mazza

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