di Davide Maniaci
Un secolo fa la Lomellina era terra di emigranti: Sartirana (Pavia) oggi ha solo 1.450 abitanti. Tomás Poggi è tornato dalla Patagonia, la famiglia Zotelo-Cornalò è arrivata da pochi giorni. «In Argentina non vedono futuro, c’è una sorta di richiamo ancestrale che li spinge a rientrare nella casa dei bisnonni»
I paesi rurali muoiono, il calo demografico è impietoso. Due le soluzioni: arrendersi, o darsi da fare. Sartirana Lomellina, provincia di Pavia, vent’anni fa aveva duemila abitanti. Ora sono 1.450. La comunità ha avuto un’idea: ripopolare il paese con gli oriundi, un termine noto nel mondo del calcio. Indica chi ha il doppio passaporto, tramite antenati immigrati dall’Europa. In questo caso si tratta di argentini coi bisnonni originari della Lomellina. Alcuni si dicono disposti a tornare qui, a mettere radici.
Il ritorno alle radici nel Pavese
Il progetto è dell’associazione Cuore Argentino
, fondata nel 2015. Sede a Milano, operatività a Sartirana perché la sua rappresentante, Gabriela Corigliano, vive qui da vent’anni. Provvede a sistemare gli intoppi burocratici per la prima accoglienza. «Chi arriva in Italia senza un sostegno — spiega — rischia di mettersi nei guai. Noi diamo i riferimenti». E così, a Sartirana, arriva in media una famiglia al mese dall’Argentina. Giovani con bambini, che poi studiano qui. Vanno al parco. Permettono alla comunità di rinnovarsi. «Tomás Poggi — racconta Corigliano — è giunto per primo, da solo. Viveva in Patagonia. Emanuel e Andrea Demartin sono arrivati due settimane fa. Pensano che questo sia un luogo ideale dove far nascere e crescere dei figli. Poi è stato il turno della famiglia Zotelo-Cornalò, qui da lunedì scorso. I loro tre bambini sono già stati iscritti al prossimo anno scolastico. Sanno che in Argentina in questo momento non c’è futuro e del resto i loro cognomi non mentono: i bisnonni erano italiani. C’è una sorta di richiamo ancestrale che li spinge a tornare. Da parte mia, lo faccio per mantenere in vita il paese che mi ha accolto e dove mi trovo benissimo. Si può giocare ancora a pallone per strada, i genitori sanno che i bambini possono uscire di casa per ore senza preoccuparsi. Contiamo di fare arrivare famiglie a ritmo costante: sogniamo via Cavour, la strada principale, riempirsi di negozi come un tempo».
Lomellina terra di emigranti
Un secolo fa la Lomellina era un serbatoio di emigranti, soprattutto verso Nord e Sud America. Alcuni centri, come Langosco o Ottobiano, hanno più iscritti alle liste elettorali che abitanti. Persone che fanno parte dell’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, perché i loro avi erano italiani. Poi però, siccome vivono dall’altra parte del mondo, non vanno a votare: se c’è un candidato sindaco senza avversari, raggiungere il quorum diventa sempre un’impresa. «Vorremo creare un archivio degli immigrati — prosegue Gabriela Corigliano —. Sui social notiamo persone con cognomi tipici lomellini, che vivono in Sudamerica, cercare notizie sui propri antenati. Sappiamo che è difficile, ma puntiamo a un censimento per creare una memoria collettiva di chi fu costretto ad andare via».
Invertire il trend demografico
Il sindaco Piero Ghiselli ha sposato l’iniziativa. «Ci stiamo impegnando moltissimo per far sì che l’inesorabile calo di popolazione si inverta. Il mio stipendio e quello degli assessori viene utilizzato per rendere asilo e scuola elementare all’avanguardia, con strumentazioni che non ha nessuno. C’è un supermercato, l’unico nei dintorni. Poi una storia millenaria e la natura incontaminata. Chi arriva dalla grande città, ne rimane sorpreso».
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.
1 luglio 2022 (modifica il 1 luglio 2022 | 10:10)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-07-01 12:05:00, Un secolo fa la Lomellina era terra di emigranti: Sartirana (Pavia) oggi ha solo 1.450 abitanti. Tomás Poggi è tornato dalla Patagonia, la famiglia Zotelo-Cornalò è arrivata da pochi giorni. «In Argentina non vedono futuro, c’è una sorta di richiamo ancestrale che li spinge a rientrare nella casa dei bisnonni», Davide Maniaci