Sasha Anisimova: «Disegno com’era la vita nella mia Kharkiv distrutta dalle bombe. E sogno di tornarci»

Sasha Anisimova: «Disegno com’era la vita nella mia Kharkiv distrutta dalle bombe. E sogno di tornarci»

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di Monica RIcci SargentiniL’illustratrice ucraina: sono fuggita dalla città sotto le bombe. Sui social mi accusano di pubblicare foto vecchie, ma io pochi giorni fa passeggiavo in quelle strade «Mi manca la mia città, sogno di passeggiare per le sue strade, sedermi a un bar e sorseggiare un caffé, voglio che mi ridiano la mia vita». Parla in modo concitato Sasha Anisimova, 30 anni appena compiuti, orgogliosa abitante di Kharkiv, la seconda città del Paese quasi al confine con la Russia. Lei all’inizio della guerra è stata costretta a fuggire e a rifugiarsi a Tcherkassy, nell’Ucraina centrale, dove ha affittato un appartamento insieme al compagno e a due amici. «Siamo scappati il 24 febbraio dopo una notte orribile con le bombe che cadevano — racconta al Corriere —, abbiamo preso quattro vestiti e portato con noi il cane. Non avrei mai pensato di dover lasciare la mia città natale. Qui la situazione è più tranquilla,anche se ogni tanto suonano le sirene e siamo costretti a rifugiarci negli scantinati». Oggi Kharkiv è irriconoscibile, distrutta dai bombardamenti martellanti, anche 65 al giorno, i palazzi sventrati , le strade piene di macerie. Sasha segue a distanza l’agonia della sua città: «Un mio amico è rimasto lì — racconta — e mi manda delle foto e dei video. Io mi metto a piangere, non posso credere a quello che vedo, poi vado in ansia per la gente che conosco e cerco di capire se sono ancora vivi. È così tutti i giorni. All’inizio non riuscivo neanche a dormire, allora ho capito che dovevo fare qualcosa». Così la ragazza ha preso in mano una matita e si è messa a disegnare sopra le immagini di morte e distruzione. «Mi sono imbattuta in un edificio che conoscevo e ho immaginato la vita lì dentro. L’ho sentita. Allora ho pensato che se avessi messo lì le silhouette di uomini, donne e bambini, cui era stata strappata la vita, tutto sarebbe tornato normale». Sasha pubblica la prima illustrazione su Instagram con questo commento: «Non so quanto possa durare, non so quante persone abbiano perso la casa e i propri cari. So che stavamo vivendo la nostra vita normale, ma ce l’hanno rubata, chiamandola liberazione». Un chiaro riferimento alla Russia che presenta l’invasione dell’Ucraina come «un’operazione militare speciale per liberare il popolo ostaggio di un governo nazista» . L’immagine fa il giro dei social network. Vite rubate è il titolo che gli dà qualcuno. Il giorno del suo compleanno, lo scorso 18 marzo, la giovane non ha potuto festeggiare: «Non me ne sono nemmeno accorta! Questo mese è sembrato un lungo giorno, sempre uguale, viviamo in un tempo in cui non ci sono più i mesi, le date». Ma se dovesse esprimere un desiderio? «Il mio sogno è che l’Ucraina rimanga così com’è con la Crimea e con il Donbass. Non siamo un Paese ideale ma vogliamo risolvere i nostri problemi da soli. La mia aspirazione è poter passeggiare tranquillamente con il mio cane nella mia amata Kharkiv, bevendo caffè e dimenticando la guerra. Ho bisogno della mia vita». Si aspettava l’invasione? «No, assolutamente, anche se i giornali lo scrivevano e la situazione peggiorava. Guardi ancora oggi non ci posso credere». Quali sono i suoi sentimenti nei confronti dei russi? «Li considero tutti responsabili. Hanno votato loro Putin e tuttora lo appoggiano, quindi sono parte attiva nella guerra. Dovrebbero pensare di più al loro Paese». Sua madre e il suo patrigno vivono in Russia, cosa sanno della guerra? «Loro credono a quello che gli diciamo noi e non alle fake news che girano lì. Non è facile però contattarli. Non parliamo mai al telefono solo via messaggi. Mia mamma è preoccupata per noi che siamo qui. Lei è nata in Russia 50 anni fa quando c’era l’Urss poi è venuta qui e sono arrivata io. Ora è tornata lì per aiutare dei familiari». C’è chi sostiene che le cifre dei morti siano esagerate e che i danni non siano così ingenti. Lei cosa risponde? «Mi fa impazzire questa cosa. Poche ore fa qualcuno su Instagram mi ha accusato di aver pubblicato una foto vecchia di anni. Come faccio a dimostrargli che io quella strada fino a poche settimane fa ci passeggiavo allegramente? Sto rilasciando quest’intervista proprio per far capire alla gente quando tutto questo sia reale». Cosa pensa del presidente Zelensky? «Lo ritengo molto coraggioso. Sono orgogliosa di lui perché non è scappato, non si è nascosto. È con noi ogni giorno e tiene alto il nostro morale con i suoi video. Anche i nostri soldati hanno molto coraggio». Pensa mai che la resa possa essere una soluzione? «No, noi siamo ucraini e non ci arrendiamo. I russi non sono così forti. Ci hanno sottovalutato». Pensa che l’Occidente stia facendo abbastanza per aiutarvi? «Prima di tutto voglio ringraziarvi, non so come avremmo fatto senza di voi. Ma, se potete, fate ancora di più». 24 marzo 2022 (modifica il 24 marzo 2022 | 22:29) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-24 23:23:00, L’illustratrice ucraina: sono fuggita dalla città sotto le bombe. Sui social mi accusano di pubblicare foto vecchie, ma io pochi giorni fa passeggiavo in quelle strade, Monica RIcci Sargentini

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