di Emilia Costantini
«La mancanza» è il testo con cui inaugura il Campania Teatro Festival il prossimo 10 giugno
«L’ambulanza trasporta suo fratello con l’assordante suono di sirena in ospedale, purtroppo è necessario. Lo vede allontanarsi in barella, trasportato dagli infermieri: lui grida che vuole tornare a casa sua». Così inizia il racconto de «La mancanza», il testo con cui Lina Sastri inaugura il Campania Teatro Festival il 10 giugno nel Cortile della Reggia di Capodimonte. «È la storia di mio fratello Carmelo, morto di Covid a 73 anni nel gennaio 2020 — esordisce l’attrice —. Era un uomo audace, spericolato, una sorta di Peter Pan, portato all’avventura, al rischio…».
Com’è stato contagiato dal coronavirus? «È un mistero — risponde Lina —. Il vero problema è che, prima della pandemia, era stato colpito da altre gravi malattie, ma non si arrendeva, allenando la sua fantasia». Col Covid, si è dovuto arrendere. «Il virus ha purtroppo trovato in lui una facile vittima, ovviamente immunodepresso. All’inizio, non voleva andare in ospedale e l’ho curato a casa, poi è stato obbligatorio il ricovero. Lui strillava, non ci voleva andare e da quel giorno non l’ho più visto, non potevo andare a trovarlo, lui sicuramente si è sentito abbandonato: è morto dopo una settimana. Nemmeno il funerale è stato possibile fare. L’aspetto più inumano di questa vicenda è nel non poter avere la possibilità di dare una carezza al malato, è proibita la pietà ».
Poi anche Lina è stata colpita dal virus. «Sono stata ricoverata allo Spallanzani nel settembre 2021. Fino a quando ho potuto accudire mio fratello da vicino, non sono stata contagiata da lui… dopo la sua scomparsa, forse la mia spossatezza, il mio ritrovarmi completamente da sola, ha influito sulle mie difese immunitarie. Mi sono ritrovata pure io in isolamento, vedevo solo gli infermieri che entravano in stanza bardati come astronauti. Per fortuna è andata bene, ne sono uscita, sia pure con qualche strascico di grande debolezza». Debolezza da cui si è ampiamente ripresa e da La mancanza, dopo il debutto festivaliero, nascerà un corto. «La cosa più terribile è la solitudine del malato. Ma io voglio ricordare mio fratello, descrivendo le passeggiate che facevamo al crepuscolo sul lungomare di Napoli, parlando della bellezza della nostra città».
2 giugno 2022 (modifica il 2 giugno 2022 | 21:11)
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, 2022-06-02 19:24:00,
di Emilia Costantini
«La mancanza» è il testo con cui inaugura il Campania Teatro Festival il prossimo 10 giugno
«L’ambulanza trasporta suo fratello con l’assordante suono di sirena in ospedale, purtroppo è necessario. Lo vede allontanarsi in barella, trasportato dagli infermieri: lui grida che vuole tornare a casa sua». Così inizia il racconto de «La mancanza», il testo con cui Lina Sastri inaugura il Campania Teatro Festival il 10 giugno nel Cortile della Reggia di Capodimonte. «È la storia di mio fratello Carmelo, morto di Covid a 73 anni nel gennaio 2020 — esordisce l’attrice —. Era un uomo audace, spericolato, una sorta di Peter Pan, portato all’avventura, al rischio…».
Com’è stato contagiato dal coronavirus? «È un mistero — risponde Lina —. Il vero problema è che, prima della pandemia, era stato colpito da altre gravi malattie, ma non si arrendeva, allenando la sua fantasia». Col Covid, si è dovuto arrendere. «Il virus ha purtroppo trovato in lui una facile vittima, ovviamente immunodepresso. All’inizio, non voleva andare in ospedale e l’ho curato a casa, poi è stato obbligatorio il ricovero. Lui strillava, non ci voleva andare e da quel giorno non l’ho più visto, non potevo andare a trovarlo, lui sicuramente si è sentito abbandonato: è morto dopo una settimana. Nemmeno il funerale è stato possibile fare. L’aspetto più inumano di questa vicenda è nel non poter avere la possibilità di dare una carezza al malato, è proibita la pietà ».
Poi anche Lina è stata colpita dal virus. «Sono stata ricoverata allo Spallanzani nel settembre 2021. Fino a quando ho potuto accudire mio fratello da vicino, non sono stata contagiata da lui… dopo la sua scomparsa, forse la mia spossatezza, il mio ritrovarmi completamente da sola, ha influito sulle mie difese immunitarie. Mi sono ritrovata pure io in isolamento, vedevo solo gli infermieri che entravano in stanza bardati come astronauti. Per fortuna è andata bene, ne sono uscita, sia pure con qualche strascico di grande debolezza». Debolezza da cui si è ampiamente ripresa e da La mancanza, dopo il debutto festivaliero, nascerà un corto. «La cosa più terribile è la solitudine del malato. Ma io voglio ricordare mio fratello, descrivendo le passeggiate che facevamo al crepuscolo sul lungomare di Napoli, parlando della bellezza della nostra città».
2 giugno 2022 (modifica il 2 giugno 2022 | 21:11)
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