Vincenzo Schettini non è solo un docente di fisica ma è anche un influencer, e questo doppio ruolo gli ha permesso di toccare con mano le sfide che il mondo dell’istruzione sta affrontando in questa era digitale.
Recentemente, è intervenuto all’evento “Tempo delle Donne” nell’ambito del progetto CampBus del Corriere della Sera, condividendo il suo punto di vista unico su ciò che manca veramente nelle scuole di oggi.
Schettini ha messo in luce la lotta interna che molti educatori stanno conducendo. Da un lato, c’è una forte spinta verso l’innovazione, un desiderio di rompere gli schemi tradizionali e di andare oltre i metodi di insegnamento convenzionali. Ma dall’altro, c’è una burocrazia rigida che sembra impedire ogni tentativo di rinnovamento.
“Una parte di insegnanti spinge verso il cambiamento”, ha dichiarato Schettini, sottolineando però un ostacolo principale: una struttura scolastica che distoglie gli educatori dal loro vero ruolo. Questo ruolo, come ha fatto notare, non è solo quello di trasmettere informazioni, ma di stupire e ispirare i propri studenti.
Tuttavia, la soluzione proposta da Schettini non riguarda la tecnologia o l’implementazione di nuove piattaforme digitali nelle aule. Anzi, ha chiarito che l’innovazione non deve necessariamente coincidere con il digitale. Invece, ciò di cui le scuole hanno realmente bisogno è una “rivoluzione dei sentimenti”.
Ma cosa intende Schettini con questa frase? La “rivoluzione dei sentimenti” si riferisce a un cambio radicale nella modalità con cui gli insegnanti interagiscono con gli studenti. Si tratta di una chiamata a instaurare legami più profondi, a comprendersi meglio a vicenda, e a creare un ambiente in cui ogni studente si senta valorizzato e compreso.
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