E’ stata una scelta “inevitabile”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commentando lo scioglimento delle Camere. Il voto del Senato e, soprattutto, le modalità di quel voto hanno reso chiaro che non c’era spazio per altre maggioranze. Mattarella accompagna – visibilmente contrariato – Mario Draghi nel processo di dimissioni e scioglie dunque le Camere sancendo la fine anticipata della legislatura. Si voterà domenica 25 settembre. Di conseguenza, si va verso la fine del mandato del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che negli ultimi tre mesi del suo ministero potrà occuparsi solamente degli affari correnti.
“Ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere – ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di settanta giorni indicato dalla Costituzione. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se come in questo periodo, vi sono molti adempimenti da portare a compimento per il bene del nostro Paese. La situazione politica che si è determinata ha portato a questa decisione. La discussione con cui al Senato questo voto è stato espresso ha reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere. Il governo ha presentato le dimissioni. Ho ringraziato il presidente Draghi e i ministri per l’impegno in questi 18 mesi. Il governo incontra limitazioni nella sua attività. Il nuovo governo sarà determinato dal voto degli elettori. Il periodo che attraversiamo non consente pause per affrontare la crisi che stiamo subendo. L’inflazione crea difficoltà economiche alle imprese a alle famiglie. Importanza decisiva attuazione nei tempi concordati del PNRR cui sono condizionati i fondi europei di sostegno. La pandemia si presenta tuttora diffusa. Mi auguro che vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia”.
Il ministro Bianchi nei prossimi tre mesi si occuperà dunque solo degli “affari correnti” che, presumibilmente, includono le immissioni in ruolo, ma anche tutte le questioni legate al PNRR. Solitamente, sarebbe prassi che il presidente del Consiglio faccia un provvedimento in cui comunica ai suoi ministri di cosa potranno occuparsi.
Intanto ricordiamo che la legge 79 che ha convertito il DL 36 in attuazione del PNRR prevede per la scuola almeno 15 decreti di attuazione, di cui alcuni in scadenza a fine mese e uno, il 170 per la prevenzione e il contrasto alla dispersione, già pubblicato il 24 giugno scorso. Quei decreti di attuazione riguardano anche la formazione iniziale abilitante per i futuri docenti della secondaria, l’istituenda scuola di Alta Formazione del sistema pubblico di istruzione, la formazione incentivata e il reclutamento degli insegnanti.
Tra i decreti vi sono anche alcuni DPCM, il primo dei quali “di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, da adottare entro il 31 luglio 2022″, con il quale “sono definiti i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa per la formazione iniziale”. Tutto è a rischio?
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E’ stata una scelta “inevitabile”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commentando lo scioglimento delle Camere. Il voto del Senato e, soprattutto, le modalità di quel voto hanno reso chiaro che non c’era spazio per altre maggioranze. Mattarella accompagna – visibilmente contrariato – Mario Draghi nel processo di dimissioni e scioglie dunque le Camere […]
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