Risolto, fra molte polemiche, il nodo della durata dello sciopero del 17 proclamato da Cgil e Uil, i due sindacati pensano adesso a come organizzare al meglio le manifestazioni previste per la giornata di venerdì.
Il problema maggiore riguardava il settore dei trasporti che, dopo un lungo braccio di ferro fra i sindacati e il ministro Matteo Salvini, si fermerà per 4 ore e non per tutta la giornata.
Resta lo stop di 8 ore o dell’intera giornata per pubblico impiego, sanità, scuola, università e ricerca, poste e servizi postali.
Nella scuola e nell’università si sommerà anche la protesta degli studenti che aderiranno ad una giornata di mobilitazione internazionale.
“A poco più di un anno dall’insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi per il diritto allo studio – sottolinea la Flc-Cgil di Gianna Fracassi – l’idea di scuola del Governo appare sempre più povera, divisa e precaria”.
La stessa segretaria generale spiega le ragioni della protesta: “Scioperiamo per contrastare il definanziamento dei settori della conoscenza in questo Paese. Nella scuola è in atto una vera e propria spending review che si tradurrà, col dimensionamento, in un taglio lineare che rischia di sguarnire il sistema dell’istruzione soprattutto nei territori più deboli come il Sud e le aree interne. Saremo in piazza anche contro il tentativo di privatizzare interi pezzi della conoscenza tramite l’entrata dei privati nella governance degli istituti con l’introduzione della nuova filiera tecnico-professionale. Una riforma che piega alle esigenze dell’imprese il sistema dell’istruzione negandone la vera funzione che è quella di formare cittadini critici e consapevoli”.
E poi c’è il tema dei contratti pubblici: “Le risorse in legge di bilancio per rinnovare i nostri contratti sono insufficienti e non si affronta il tema della stabilizzazione dei 200 mila precari della scuola. Un lavoro stabile è un diritto per il lavoratore e garantisce continuità e qualità dell’offerta didattica”.
Senza dimentica temi più strettamente politici ma che hanno ricadute importanti sul sistema scolastico: “Scioperiamo – ricorda Fracassi – perché riteniamo ingiusto e illegittimo il disegno di autonomia differenziata che è attualmente in discussione in Parlamento e che rischia di portare a un sistema fatto di tante scuole diverse, con i diritti a geometria variabile a seconda del territorio in cui si vive”.
Contro l’ideologia del “merito” del Ministro Valditara si schierano gli studenti.
Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti sottolinea: “Scendiamo in piazza il 17 novembre per portare all’attenzione della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale I diritti non si meritano, frutto di momenti assembleari e di confronto tra gli studenti di tutto il Paese. Ribadiamo che l’istruzione non si merita, è un diritto di base, e lo rivendichiamo con forza: il diritto ad un’istruzione completamente gratuita, con una legge nazionale sul diritto allo studio e almeno il 5% del PIL all’istruzione”.
E, per la Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola dichiara: “Ogni giorno il futuro della nostra generazione diventa sempre più precario. Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato”.
Oggi, giovedì 16 alle 14.30, di fronte alla sede nazionale della Cgil ci sarà anche una conferenza stampa per dare avvio al viaggio della carovana della Flc-Cgil “Stesso Paese, stessi diritti”.
All’evento prenderanno parte sia la segretaria generale della FLC CGIL Gianna Fracassi sia il segretario generale della Confederazione Maurizio Landini.
La carovana sarà un percorso a tappe attraverso tutte le Regioni d’Italia per affrontare i temi che sono alla base dello sciopero stesso.
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