Carburanti
di Massimiliano Jattoni Dall’Asn25 gen 2023
E’ pari all’80-90% l’adesione allo sciopero dei benzinai, al netto delle precettazioni e di qualche pompa bianca. Secondo fonti Faib, si tratta di circa 12-13 mila punti sui 22 mila circa gestori indipendenti aderenti alle tre sigle che hanno proclamato lo sciopero (Faib, Figisc e Fegicaa) anche se con modalit diverse. L’ultima mediazione infatti fallita nel tardo pomeriggio di ieri sera. Il tentativo del ministro delle Imprese Adolfo Urso stato apprezzato dai sindacati, ma lo sciopero dei benzinai scattato lo stesso. Con le tre sigle spaccate sulla durata. La prima, infatti, ha annunciato che la serrata delle pompe di benzina finir alle 19 di oggi, mentre le altre due hanno confermato i due giorni previsti: quindi gi le serrande fino a domani 26 gennaio. Ieri sera, in alcune citt come Napoli si erano registrate lunghe code davanti ai benzinai, nella corsa al pieno prima dello stop scattato alle 19. .
Sindacati convocati al ministero: possibile sospensione dello sciopero
Intanto, i sindacati dei benzinai sono stati convocati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy alle 15 di oggi. La convocazione da parte del ministero va incontro alla nostra richiesta di capire come strutturato l’emendamento – spiega il presidente di Figisc, Bruno Bearzi, a margine dell’assemblea delle tre sigle dei gestori di carburanti che si tenuta questa mattina -. L’incontro con i tecnici, a partire dal capo del legislativo, importante e potrebbe essere l’elemento che fa cambiare la linea di condotta della protesta e revocare il secondo giorno di sciopero. Contro lo sciopero si in mattinata scagliata anche Assoutenti: “Lo sciopero dei benzinai si sta rivelando un flop”, dice l’associazione che alza posta minacciando un contro-sciopero dei consumatori.
Nuovi rialzi ai prezzi dei carburanti
Questa mattina si sono registrati nuovi rialzi sui listini dei prezzi dei carburanti (salite anche le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa, con la benzina in “fai da te” sopra quota 1,85 euro/litro e il gasolio a un passo da 1,9 euro/litro: livelli che non si vedevano da fine luglio), il governo potrebbe convocare in extremis i benzinai, per illustrare un emendamento al decreto trasparenza che cambierebbe le carte in tavola sullo sciopero. Se ci venisse illustrato perlomeno il testo, potrebbe essere utile a risolvere la vertenza ma finora tutto ci che arrivato ci stato calato addosso senza nessuna interlocuzione, ha detto Bruno Bearzi, presidente di Figisc/Anisa Confcommercio, a margine dell’assemblea pubblica dei gestori in corso a Roma. L’esposizione del cartello con il prezzo medio non serve al consumatore, anzi al contrario: se c’ un prezzo medio chi al di sotto tender ad avvicinarsi al benchmark e quindi il prezzo aumenta. Inoltre, l’installazione ha un costo che verr spostato sul prezzo finale, con un doppio danno al consumatore, prosegue Bearzi. Noi proponevamo, al posto del cartello, di pubblicizzare il sito del ministero dell’Ambiente con un Qr code per permettere ai consumatori di verificare i prezzi.
L’apprezzamento di Faib
Come detto, le nuove proposte del governo hanno parzialmente convinto solo Faib, che in segno di apprezzamento del lavoro svolto dal ministro e dai suoi collaboratori, e con l’obiettivo di ridurre il disagio alla cittadinanza, ha deciso di limitare a un solo giorno la mobilitazione. Sembra un risultato importante la significativa riduzione delle sanzioni, la razionalizzazione della cartellonistica sugli impianti, la rapida convocazione di un tavolo di filiera per affrontare gli annosi problemi del settore, a partire dall’illegalit contrattuale e dal taglio dei costi per le transazioni elettroniche – ha scritto il sindacato di Confesercenti. In segno di apprezzamento del lavoro svolto dal ministro e dai suoi collaboratori, e con l’obiettivo di ridurre il disagio alla cittadinanza, la presidenza Faib ha dunque deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione.
La posizione critica di Fegica e Figisc
Di diversa opinione Fegica e FigiscConfcommercio che hanno riconosciuto come l’annuncio dell’avvio del tavolo volto a ristrutturare la rete distributiva e ridare un piano regolatoria certo vada nella direzione giusta e auspicata. Ma le modifiche ipotizzare sul decreto, oltre a non essere sufficienti, sono ormai nelle mani del Parlamento. Per le due sigle, quel che rimane sullo sfondo, sconti o non sconti sulle multe, cartelli o non cartelli da esporre, l’idea di una categoria di lavoratori che speculano sui prezzi dei carburanti. Il che falso e inaccettabile. Lo sciopero quindi confermato. Questa mattina, intervistato su RTL 102.5, Roberto Di Vincenzo, presidente Fegica, ha rincarato la dose: quella con il governo una trattativa sul nulla, non siamo soddisfatti, ha detto il sindacalista, con l’esecutivo che ha indicato i gestori di carburante come veri speculatori. Gli aumenti dei prezzi di questi giorni sono in linea, i furbetti li vogliamo colpire prima noi. Secondo Di Vincenzo il governo ha incautamente scaricato sui gestori la responsabilit dell’aumento dell’accisa e li ha indicati come i veri speculatori. In realt i gestori erano in linea con le dichiarazioni inviate. Tutto il ciclo trasparente, siamo l’unica categoria italiana a depositare i nostri prezzi al pubblico ogni otto giorni.
I benzinai che restano aperti
Nonostante lo sciopero, alcuni servizi essenziali sono assicurati, come previsto dal codice di autoregolamentazione della commissione per lo sciopero nei pubblici servizi. In particolare sulla viabilit ordinaria (in citt e nelle aree extraurbane) garantita l’apertura del 12,5% dei punti vendita, mentre sulla rete autostradale, da nord a sud e da sud a nord, assicurata l’apertura di un’area di servizio ogni 100 km. La lista degli impianti aperti stata individuata dalle prefetture in citt e nelle aree extraurbane, mentre la lista dei distributori aperti in autostrada stabilita dalle regioni. Secondo quanto pubblicato sul sito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, saranno 175 gli impianti attivi nei due giorni di sciopero sull’intera rete autostradale, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, sulla tangenziale di Napoli e su alcune strade consolari equamente distribuite in tutta Italia. In particolare rimarranno aperte 19 stazioni di servizio sull’autostrada A1, 10 sulla A3, 15 sulla A4, 3 sulla A5, 4 sulla A6, 5 sulla A7, 2 sulla A8-A9, 6 sulla A10, due sulla A11, 8 sulla A12, 4 sulla A13, 20 sulla A14, 4 sulla A15 e sulla A16, 3 sulla A18 e sulla A19, 2 sulla A20, 6 sulla A21, 7 sulla A22, 2 sulla A23, 3 sulla A24, 2 sulla A25, 6 sulla A26, 2 sulla A27, sulla A28,sulla A30 e sulla A31, 3 sulla A32 e sulla A50, due sulla A51, una sulla A52, 4 sulla A55, 2 sulla A57, 3 sulla tangenziale di Napoli, 4 sul Gra e 2 sulla Roma-Fiumicino.
Gli impianti direttamente gestiti dai proprietari in Italia, secondo la Fegica, su 22 mila distributori ce ne sono un paio di migliaia di diretta gestione da parte delle compagnie petrolifere e per questo “ragionevolmente rimarranno aperti”. Rimarranno aperti ad esempio gli impianti aderenti all’Asnali, l’Associazione nazionale autonoma liberi imprenditori, i cui associati non aderiranno ad alcuna forma di protesta.
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