Scoliosi: come riconoscerla (agli esordi non dà sintomi), come si cura, quando serve il corsetto

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di Antonella Sparvoli

La diagnosi precoce, per la scoliosi, pu fare la differenza per una terapia di successo. Un primo esame lo possono fare i genitori. Le terapie disponibili in base alla gravit e quando serve la chirurgia

Diversamente da altre malattie muscoloscheletriche della colonna vertebrale, la scoliosi non ha come tipico campanello d’allarme il dolore (se non nella fase avanzata nell’adulto per cause degenerative). Al suo esordio questa deformit della colonna non d quasi mai sintomi e va quindi ricercata, anche perch una diagnosi precoce pu fare la differenza. Lo hanno ricordato i pi grandi esperti italiani e stranieri intervenuti di recente al congresso organizzato per celebrare i 50 anni di attivit del Centro scoliosi dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano. L’evento stato l’occasione per fare un excursus sulle deformit vertebrali, dal loro riconoscimento fino alle ultime frontiere terapeutiche.

Che cosa

La scoliosi la pi comune deformit della colonna: interessa il 3 per cento della popolazione, con un rapporto maschi femmine di 1 a 4. Per fortuna le forme gravi sono abbastanza rare, circa una su 2 mila. La fase di crescita rapida della pubert, in cui c’ una vera e propria tempesta ormonale, quella in cui, se c’ una scoliosi, esplode e tende ad aggravarsi — spiega Bernardo Misaggi, direttore dell’Unit Operativa Complessa di traumatologia e per le patologie della Colonna vertebrale dell’Istituto Gaetano Pini di Milano, presidente della Societ italiana chirurgia vertebrale e Gruppo italiano scoliosi (Sicv-Gis) —. Nell’85 per cento dei casi la scoliosi giovanile viene definita idiopatica, in quanto non se ne conoscono le cause. Il sospetto deve sempre nascere quando c’ una familiarit: se la mamma ha avuto la scoliosi, i figli vanno controllati. Un primo esame, sempre consigliato, a prescindere dalla familiarit, possono farlo gli stessi genitori. La manovra consiste nel far piegare in avanti il ragazzino con le gambe tese per evidenziare se c’ un lato del tronco pi alto dell’altro e quindi si evidenzia il cosiddetto “gibbo”.

Le deformit lievi

Il primo passo per affrontarla in modo corretto affidarsi a uno specialista in materia, di solito un fisiatra o un ortopedico. Per stabilire se serve un trattamento e il tipo di approccio pi adatto bisogna valutare non solo il grado di deviazione della colonna vertebrale (che alla radiografia della colonna in toto si misura in gradi Cobb), ma anche l’et del paziente e l’et della crescita ossea, nonch l’andamento della scoliosi nel tempo, ovvero il suo potenziale di aggravamento (quanto pi indietro la crescita ossea tanto pi pu peggiorare la scoliosi). Nelle deformit lievi della colonna, intorno ai 10-15 Cobb, la ginnastica la fa da padrona –– puntualizza Misaggi —. Esistono diverse strategie di rieducazione posturale, ma ci che conta di pi la pratica di esercizi che rinforzino la muscolatura e allunghino la colonna: una buona muscolatura aiuta la scoliosi a non peggiorare. Resta comunque indispensabile fare controlli periodici perch, se c’ un peggioramento, occorre prendere altre misure.

Quando serve il corsetto

Quando la scoliosi raggiunge o supera i 20 Cobb si rende infatti opportuno il ricorso al corsetto ortopedico di plastica. Bisogna dare la giusta correzione in base all’et anagrafica e ossea, allo stadio dello sviluppo e all’entit della curva. A seconda della gravit della scoliosi, si d quindi l’indicazione su quante ore tenere il corsetto nella giornata, in alcuni casi pu essere necessario tenerlo 24 ore su 24, altre volte basta la notte, altre ancora il pomeriggio e la notte chiarisce l’esperto. Pi complesse da curare sono le scoliosi tra i 40 e i 45 Cobb. Nel nostro istituto abbiamo ancora la possibilit di fare corsetti gessati che per non sono facili da accettare dal giovane e dalla famiglia per il disagio fisico e psicologico che ne pu derivare— prosegue Misaggi—. Tuttavia alcuni dati che abbiamo pubblicato dimostrano che, nelle scoliosi severe (40 e i 45 Cobb), l’uso del corsetto gessato consente in molti casi di evitare l’intervento chirurgico. In genere si fanno due o al massimo tre busti gessati, da cambiare ogni due o tre mesi, con una durata complessiva di sei, nove mesi. Se dopo i primi tre mesi la curva gi scesa sotto i 35 si continua coi corsetti gessati. Il trattamento con il corsetto di gesso consente di ottenere una correzione di circa il 50%, che un ottimo risultato. Per mantenere il beneficio, una volta tolto l’ultimo gesso, il ragazzo deve portare il corsetto di plastica fino al termine della crescita ossea (di solito 17-18 anni), se viene mantenuta la correzione con il corsetto ortopedico, il rischio di peggioramento non c’ pi. Superata la fase critica, con il corsetto di plastica si pu essere pi comprensivi, facendolo usare magari solo di notte. Ogni caso va comunque valutato a s segnala Misaggi. Se invece, con il trattamento conservativo, sia con il corsetto in plastica che gessato, non c’ stato alcun beneficio perch la curva molto rigida e la scoliosi tende a peggiorare, subentra l’indicazione chirurgica.

Quando serve la chirurgia

E quando la chirurgia Quando la deformit della curva scoliotica supera i 45-50— spiega lo specialista— , si pu ricorrere a tecniche chirurgiche di correzione della deformit della colonna con barre metalliche e artrodesi vertebrale, ovvero con la “fusione” delle vertebre con osso (che pu essere autologo oppure da donatore).

5 febbraio 2023 (modifica il 5 febbraio 2023 | 13:28)

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