di Marco Gasperetti
Il corpo di una donna trovato a prua dell’imbarcazione a vela, quasi completamente distrutta. L’incidente in mare aperto, verso l’Isola del Giglio
È successo tutto all’improvviso, in mezzo al mare tra l’Argentario e l’Isola del Giglio. Pochi attimi e la prua di una delle due imbarcazioni si è infilata contro l’altra. Neppure il tempo di gridare e di capire che cosa stesse accadendo, e le sei persone a bordo di una barca a vela e di un motoscafo, che pare siano di nazionalità italiana e danese, hanno vissuto il loro sabato di terrore. Un uomo è morto, viene invece dato per dispersa una donna. Quattro i feriti, di cui uno grave: è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Le Scotte di Siena con traumi alla testa e al torace.
È accaduto sabato pomeriggio, poco prima delle 17.30, a sei miglia ovest del promontorio di Monte Argentario. La collisione, tanto inaspettata quanto violenta, ha coinvolto un’imbarcazione di oltre una ventina di metri e un’altra lunga una decina. Un incidente che fino a ieri sera non aveva spiegazioni certe. A indagare gli uomini di Luigi Buta, comandante della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano. Il loro intervento è stato decisivo per salvare i quattro superstiti. Nel punto della collisione il fondale supera i 40 metri e ci sono spesso forti correnti anche quando il mare è calmo.
La vittima della collisione, di circa 60 anni, di Roma, si trovava sull’imbarcazione a vela. Il suo corpo è stato trovato incastrato sulla prua del natante, andata quasi completamente distrutta. L’urto l’ha scaraventata in mare e le squadre di soccorso, due motovedette della capitaneria di porto di Porto Santo Stefanio e un battello pneumatico l’hanno cercata per tutta la notte. Nelle ricerche sono intervenuti anche mezzi aerei.
A dare l’allarme è stata una delle superstiti che con il cellulare ha chiamato il numero di emergenza della capitaneria. La donna era in preda alla disperazione. «Fate presto, ci sono morti, è una tragedia», ha urlato ancora sotto choc all’operatore. C’era anche il pericolo di un’esplosione perché pare che il motoscafo avesse fatto da poco il pieno di carburante.
I soccorsi sono stati immediati e le motovedette hanno raggiunto il punto della collisione in pochi minuti. I soccorritori si sono trovati di fronte i relitti del motoscafo e della barca a vela, che stava affondando, con i quattro sopravvissuti in preda al terrore. Dopo averli messi in salvo gli equipaggi delle motovedette si sono concentrate immediatamente sulla ricerca della dispersa. Via radio sono stati avvertiti anche le numerose imbarcazioni che ieri navigavano in quel tratto di mare ma fino a ieri sera non si avevano notizie della donna.
I sopravvissuti sono sbarcati con una motovedetta a Cala Galera e poi trasportati con l’elicottero del 118 all’ospedale di Grosseto. Dalle prime le loro condizioni pare non destino preoccupazioni.
La procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta. Ieri sera gli uomini della capitaneria di porto avevano ascoltato i primi testimoni. Oggi ci saranno altre deposizioni. La dinamica dell’incidente è ancora tutta di definire. L’unica cosa certa, fino a ieri sera, era che a quell’ora il tratto di mare dove si è verificata la sciagura era molto trafficato di natanti di ogni tipo. Le condizioni del mare e la visibilità erano ottimali.
23 luglio 2022 (modifica il 23 luglio 2022 | 23:29)
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