di Diana Romersi
Protezioni non più obbligatorie, ma molti istituti le raccomanderanno. Sentili (Ic Francesca Morvillo): «Noi conserveremo anche i turni in mensa». Al via gli esami di riparazione per quasi 47mila studenti nel Lazio. Riapertura il 12 settembre
Nessun obbligo, ma l’utilizzo della mascherina in classe sarà comunque raccomandato in molti istituti. Il nuovo anno scolastico sembra partire, oltre che in anticipo, anche nel segno della prudenza. La maggior parte delle scuole ha infatti deciso di sfruttare le prerogative dell’autonomia scolastica per accorciare le vacanze estive di qualche giorno, anticipando la prima campanella al 12 settembre, anziché il 15. Una scelta determinata dal calendario che permette diversi ponti: dall’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, che cade di giovedì, al 25 aprile 2023, un martedì.
Dunque niente mascherina, se non per alunni e lavoratori fragili, è l’indicazione del ministero dell’Istruzione. «Io e il personale della scuola la indossiamo ancora tutti», rivela tuttavia Valeria Sentili, dirigente dell’istituto comprensivo Francesca Morvillo e vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma. Le linee guida secondo l’associazione sono «ottimistiche e troppo generiche». A spiegarlo è proprio Sentili: «Il raffreddore non è automaticamente considerato un sintomo sufficiente per lasciare a casa l’alunno. È vero che i bambini hanno spesso il naso che cola, ma questa valutazione lasciata ai singoli è troppo vaga». Per questo la dirigente ha deciso di «raccomandare la mascherina e – aggiunge – manterremo i turni in mensa per evitare assembramenti».
Si attende invece l’autunno nelle scuole superiori. «Consiglierò la mascherina – dice Tiziana Sallusti, preside del liceo Mamiani –, ma per qualsiasi altra misura vedremo se ci saranno più casi e comunque seguiremo le indicazioni del ministero. Ragazzi e docenti sono tutti vaccinati quindi speriamo che non ci saranno nuove recrudescenze».
Intanto, per quasi 47mila studenti superiori del Lazio rimandati a settembre, le vacanze sono state ancora più brevi. Gli alunni giudicati insufficienti in una o più materie solo a Roma sono 34mila. Un dato in linea con lo scorso anno. Le aule più affollate durante gli esami di riparazione saranno quelle degli istituti tecnici. Per questi indirizzi la quota di studenti rimandati è del 23,3%, poco meno di 15mila ragazzi, contro una media regionale del 18,2%.
«Sì, c’è stato un incremento, e per lo più sono carenti in matematica», conferma Irene De Angelis Curtis, preside dell’istituto superiore Leonardo da Vinci, in zona Colosseo, dove le prove sono già terminate. La scuola ha deciso di anticipare gli esami a metà luglio. «Lo facciamo perché i ragazzi hanno nozioni relativamente fresche e con i corsi di recupero a giugno è più facile che colmino le lacune», spiega la dirigente. Nonostante i buoni propositi gli studenti respinti sono stati tre su un centinaio. «Un dato relativamente più alto rispetto al solito», rivela Curtis. Anche l’istituto Einstein-Bachelet ha deciso di anticipare i test a luglio: «Così i professori adesso potranno concentrarsi sulla programmazione del nuovo anno», è il ragionamento della preside Stefania Cardillo. Nell’istituto in zona Battistini le materie che hanno messo in difficoltà gli studenti sono state matematica, elettrotecnica e italiano. Per quest’ultima disciplina, la dirigente spiega: «Abbiamo molti alunni stranieri».
Nei licei il tasso di rimandati è del 16,9%, oltre 27mila studenti. Al Giulio Cesare, nel quartiere Trieste, gli esami inizieranno, come per la maggior parte delle scuole, il 1° settembre. «Contiamo qualche rimandato in meno, ma abbiamo bocciato qualche ragazzo in più», dice la preside Paola Senesi. «La maggior parte dei rimandati ha solo una materia, al massimo due tra latino, greco e matematica», spiega Senesi. E chiosa: «I ragazzi si sono rimboccati le maniche, siamo contenti del risultato».
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27 agosto 2022 (modifica il 27 agosto 2022 | 07:29)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-08-27 05:35:00,
di Diana Romersi
Protezioni non più obbligatorie, ma molti istituti le raccomanderanno. Sentili (Ic Francesca Morvillo): «Noi conserveremo anche i turni in mensa». Al via gli esami di riparazione per quasi 47mila studenti nel Lazio. Riapertura il 12 settembre
Nessun obbligo, ma l’utilizzo della mascherina in classe sarà comunque raccomandato in molti istituti. Il nuovo anno scolastico sembra partire, oltre che in anticipo, anche nel segno della prudenza. La maggior parte delle scuole ha infatti deciso di sfruttare le prerogative dell’autonomia scolastica per accorciare le vacanze estive di qualche giorno, anticipando la prima campanella al 12 settembre, anziché il 15. Una scelta determinata dal calendario che permette diversi ponti: dall’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, che cade di giovedì, al 25 aprile 2023, un martedì.
Dunque niente mascherina, se non per alunni e lavoratori fragili, è l’indicazione del ministero dell’Istruzione. «Io e il personale della scuola la indossiamo ancora tutti», rivela tuttavia Valeria Sentili, dirigente dell’istituto comprensivo Francesca Morvillo e vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma. Le linee guida secondo l’associazione sono «ottimistiche e troppo generiche». A spiegarlo è proprio Sentili: «Il raffreddore non è automaticamente considerato un sintomo sufficiente per lasciare a casa l’alunno. È vero che i bambini hanno spesso il naso che cola, ma questa valutazione lasciata ai singoli è troppo vaga». Per questo la dirigente ha deciso di «raccomandare la mascherina e – aggiunge – manterremo i turni in mensa per evitare assembramenti».
Si attende invece l’autunno nelle scuole superiori. «Consiglierò la mascherina – dice Tiziana Sallusti, preside del liceo Mamiani –, ma per qualsiasi altra misura vedremo se ci saranno più casi e comunque seguiremo le indicazioni del ministero. Ragazzi e docenti sono tutti vaccinati quindi speriamo che non ci saranno nuove recrudescenze».
Intanto, per quasi 47mila studenti superiori del Lazio rimandati a settembre, le vacanze sono state ancora più brevi. Gli alunni giudicati insufficienti in una o più materie solo a Roma sono 34mila. Un dato in linea con lo scorso anno. Le aule più affollate durante gli esami di riparazione saranno quelle degli istituti tecnici. Per questi indirizzi la quota di studenti rimandati è del 23,3%, poco meno di 15mila ragazzi, contro una media regionale del 18,2%.
«Sì, c’è stato un incremento, e per lo più sono carenti in matematica», conferma Irene De Angelis Curtis, preside dell’istituto superiore Leonardo da Vinci, in zona Colosseo, dove le prove sono già terminate. La scuola ha deciso di anticipare gli esami a metà luglio. «Lo facciamo perché i ragazzi hanno nozioni relativamente fresche e con i corsi di recupero a giugno è più facile che colmino le lacune», spiega la dirigente. Nonostante i buoni propositi gli studenti respinti sono stati tre su un centinaio. «Un dato relativamente più alto rispetto al solito», rivela Curtis. Anche l’istituto Einstein-Bachelet ha deciso di anticipare i test a luglio: «Così i professori adesso potranno concentrarsi sulla programmazione del nuovo anno», è il ragionamento della preside Stefania Cardillo. Nell’istituto in zona Battistini le materie che hanno messo in difficoltà gli studenti sono state matematica, elettrotecnica e italiano. Per quest’ultima disciplina, la dirigente spiega: «Abbiamo molti alunni stranieri».
Nei licei il tasso di rimandati è del 16,9%, oltre 27mila studenti. Al Giulio Cesare, nel quartiere Trieste, gli esami inizieranno, come per la maggior parte delle scuole, il 1° settembre. «Contiamo qualche rimandato in meno, ma abbiamo bocciato qualche ragazzo in più», dice la preside Paola Senesi. «La maggior parte dei rimandati ha solo una materia, al massimo due tra latino, greco e matematica», spiega Senesi. E chiosa: «I ragazzi si sono rimboccati le maniche, siamo contenti del risultato».
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27 agosto 2022 (modifica il 27 agosto 2022 | 07:29)
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, Diana Romersi