Scuola ed elezioni 2022 tra tempo pieno per tutti, obbligo scolastico dalla scuola dell’infanzia, riduzione del numero di alunni per classe e libertà educativa. E ancora: eliminazione del precariato e dell’alternanza scuola lavoro e innalzamento degli stipendi degli insegnanti. Domenica prossima, 25 settembre, ci saranno le elezioni 2022 e in questo mese di campagna elettorale noi di Tuttoscuola abbiamo analizzato e provato ad approfondire le proposte politiche a tema “scuola” dei principali partiti politici. Proviamo a fornire una breve sintesi di seguito in vista del voto di domenica al quale dedichiamo un piccolo “Speciale Scuola ed Elezioni 2022”. All’interno di questo articolo è possibile non solo trovare infatti una sintesi delle proposte dei principali partiti politici, ma anche le diverse schede dei programmi, le infografiche che ne elencano i punti principali, il cost checking di Tuttoscuola che ha provato a verificare la fattibilità di alcune di queste proposte e i video della LIVE Facebook in cui abbiamo intervistato, in questi giorni, i responsabili scuola delle forze politiche in corsa in questa campagna elettorale. Buona lettura e buon voto!
Sfoglia qui l’infografica di confronto dei programmi politici sulla scuola
Scuola ed elezioni 2022: le proposte del centrosinistra
Il Pd propone di rendere “gratuita e obbligatoria la scuola dell’infanzia nell’ambito del sistema integrato esistente e incrementarne il fondo nazionale, per garantire la progressiva gratuità dei servizi educativi 0-3 anni per i nuclei familiari a basso Isee, con particolare attenzione all’offerta formativa nel Sud del Paese” nell’ottica di assicurare a “tutte e tutti pari opportunità di cura, relazione e gioco“. L’obiettivo è quello di estendere la durata dell’obbligo scolastico, facendolo partire a 3 anni (anziché 6) e facendolo terminare a 18 (e non più a 16). Sul modello di quanto disposto negli anni scorsi dalla Francia. Un’idea che ritroviamo in parte nelle proposte dei suoi alleati di Verdi-Sinistra italiana che vogliono “estendere l’obbligo scolastico a 18 anni“. In un contesto più ampio di «gratuità dell’istruzione, dal nido all’università, per tutte e tutti”. Ricordiamo che Tuttoscuola ha fatto un cost checking di questa proposta calcolando che, per metetrla in piedi, servirebbero 3,5 miliardi di euro l’anno.
Sempre il PD propone inoltre lo Jus Scholae: chi è figlio di genitori stranieri e completa un ciclo di studi in Italia diventa cittadino italiano. Nel programma del partito di Enrico Letta si parla inoltre di abolizione dell’alternanza scuola lavoro. Nel mercato del lavoro solo apprendistato retribuito. Per quanto riguarda gli insegnanti, il PD vorrebbe garantire ai docenti opportunità di crescita professionale e promuovere formazione iniziale, formazione in servizio e aggiornamento professionale.
Leggi il programma per la scuola del Partito Democratico
Guarda la LIVE con Irene Manzi, responsabile scuola del PD
Sinistra Italiana propone, tra le altre cose, il ripristino del tempo pieno nella scuola primaria ed estensione generalizzata del tempo scuola nella secondaria di primo grado e di secondo grado, 15 studenti per classe (massimo 18 nei contesti meno problematici), il ritiro del DL 36 (convertito in legge 79) sulla formazione iniziale dei docenti, stabilità e maggiore continuità possibile per i docenti di sostegno e la cancellazione dell’alternanza scuola lavoro e alla logica aziendalistica nella scuola. Ricordiamo che, secondo i calcoli di Tuttoscuola, generalizzare il tempo pieno costerebbe circa 12 miliardi di euro alle casse dello Stato.
Leggi il programma per la scuola di Sinistra Italiana
Guarda la LIVE con Giuseppe Buondonno, responsabile scuola di Sinistra Italiana
Scuola ed elezioni 2022: le proposte del centrodestra
Diversi i programmi per la scuola del centrodestra. La Lega da un lato propone l’adeguamento dell’offerta di asili nido alla domanda attraverso le “implementazioni di asili nido, tra cui asili comunali, aziendali, condominiali” e, dall’altro, mediante la “costituzione di asili nido nelle sedi pubbliche”. La Lega propone inoltre un “Patto per la Scuola” che passa per obiettivi volti a garantire una scuola in presenza (quindi mai più deprivazione culturale), docenti formati in didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale rivolta ai bisogni educativi speciali, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la didattica, con valutazione psico-attitudinale in ingresso e in itinere (in sostanza: basta nozionismo), il miglioramento e rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro e il potenziamento insegnanti di sostegno.
Leggi il programma per la scuola della Lega
Guarda la LIVE con Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega
Fratelli d’Italia promette maggiori investimenti in “infrastrutture sociali come scuole, asili nido e scuole dell’infanzia” sia quando dice di guardare al modello tedesco delle Tagesmutter per la promozione di nidi aziendali, asili nido condominiali e familiari. In una visione più generale di “tutela delle scuole paritarie e libertà di scelta educativa delle famiglie, anche attraverso l’introduzione di voucher da poter spendere liberamente nelle diverse strutture scolastiche“. Il partito di Giorgia Meloni parla poi di efficientamento del percorso formativo per rendere competitivi i giovani italiani rispetto ai loro coetanei europei, abolizione della “Buona Scuola” e superamento dell’alternanza scuola lavoro, più rispetto e tutela del corpo docente, maggiori risorse per la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti anche sull’utilizzo degli strumenti tecnologici di ultima generazione.
Quanto all’“automatismo nell’ottenimento della cittadinanza” si respinge seccamente lo ius soli ma non si parla dello jus scholae. Nel successivo punto 5 (“Tutela della nostra identità dal processo di islamizzazione”) è previsto un “Tetto al numero massimo di alunni stranieri per classe e politiche di integrazione che non portino alla nascita di quartieri ghetto sul modello delle banlieue parigine”.
Leggi il programma per la scuola di Fratelli D’Italia
Guarda la LIVE con Paola Frassinetti responsabile scuola di Fratelli d’Italia
Il partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia, ha invece diffuso un manifesto che contiene anche un elenco di proposte sulla scuola in cui si parla di più libertà di scelta per le famiglie nell’offerta educativa e sanitaria, incentivazione della competizione pubblico-privato a parità di standard, abolizione di anomalie e storture della legge impropriamente detta “Buona scuola”, piano di edilizia scolastica, centralità del rapporto docente-studente nel processo formativo, Sostegno all’aggiornamento e meritocrazia e azzeramento progressivo del precariato (una proposta questa che, secondo i calcoli di Tuttoscuola, costerebbe almeno 600 milioni di euro).
Leggi il programma per la scuola di Forza Italia
Guarda la LIVE con Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia
Scuola ed elezioni 2022: le proposte del terzo polo
Il programma di Azione-Italia viva parla di libertà educativa sottolineando che spetta alla famiglia “scegliere la scuola migliore o i percorsi di formazione per i propri ragazzi”, laddove è compito dello Stato “l’imposizione di standard di qualità che definiscano un’offerta qualitativamente uniforme e quantitativamente omogenea su tutto il territorio nazionale, a cominciare dai servizi educativi per l’infanzia qualitativamente uniforme e quantitativamente omogenea su tutto il territorio nazionale, a cominciare dai servizi educativi per l’infanzia”. Come? Migliorando gli strumenti a disposizione e studiandone altri (buono scuola, rimborsi fiscali, costo standard…) “con l’intento di consentire a tutti di poter scegliere l’educazione per i propri figli senza ostacoli economici insormontabili» e lavorando a «un sistema di controlli e verifiche ministeriali sul rispetto dei criteri e delle regole nazionali”. Accenno sull’obbligo scolastico che il Terzo polo vorrebbe allungare a 18 anni. Azione parla inoltre di più tempo a scuola e di rafforzamento dell’insegnamento dell’educazione civica e istituzionale in tutti i programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado per insegnare a tutti gli studenti il funzionamento della Repubblica e dell’Unione Europea.
Leggi il programma per la scuola di Azione
Guarda la Live con Valentina Grippo, portavoce nazionale di Azione
Scuole ed elezioni 2022: le proposte del M5S
Il programma per la scuola del Movimento 5 Stelle parla invece di educazione sessuale e affettiva nelle scuole, Jus Scholae, adeguamento degli stipendi degli insegnanti ai livelli europei, più psicologi e pedagogisti per fornire un sostegno ai nostri ragazzi e a tutta la comunità scolastica, introduzione di una ‘scuola dei mestieri’ per valorizzare e recuperare la tradizione dell’artigianato italiano, riduzione del numero chiuso per l’accesso all’università.
Guarda la LIVE con Luigi Gallo, responsabile scuola del M5S
Gli altri schieramenti
Tuttoscuola ha intervistato anche Lucia Azzolina, responsabile scuola di Impegno Civico, e Massimo Arcangeli, responsabile scuola demA.
Scuola ed elezioni 2022: proposte destinate a restare un ‘Libro dei sogni’?
Nei programmi delle principali forze politiche si contano oltre 40 proposte di riforma. Un libro dei sogni elettorali che include il tempo pieno per tutti alla scuola primaria (programma di Azione-Italia Viva, costo 12 miliardi di euro, più del Reddito di Cittadinanza), la riduzione del numero di alunni per classe a 15 (Verdi-Sinistra Italiana, costo 8 miliardi all’anno, senza contare l’indisponibilità di nuove aule in molte scuole), l’assunzione di circa 150 mila precari (Lega). E molto altro, spesso con spese difficilmente sostenibili.
Spiccano assenze sorprendenti. Nel programma del M5S nessun accenno a classi pollaio e al tempo pieno, storici cavalli di battaglia del Movimento.
In generale, abbiamo visto come nel caleidoscopio di proposte avanzate dall’estrema sinistra fino a Fratelli d’Italia non emerga la visione di un modello di scuola profondamente innovativo in grado di rispondere alle sfide attuali e future poste dall’evoluzione tecnologica, ambientale e sociale per un paese in cui oggi uno studente su due al termine del ciclo di studi è sostanzialmente impreparato, come certificato dall’Invalsi. Mancano inoltre quelle misure ritenute fondamentali da chi vive all’interno della scuola, come ad esempio la revisione di regole di funzionamento arcaiche che causano inefficienza (dalle nomine dei supplenti agli orari di lavoro), la possibilità da parte delle scuole di scegliere il personale per rispondere agli obiettivi ad esse assegnati, una governance meno burocratica e più basata su responsabilità e valutazione dei risultati.
Promesse, quelle delle forze politiche in corsa in questa campagna elettorale, spesso incompatibili con l’attuale quadro finanziario. Qui vi spieghiamo il perché.
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