Scuola, le lettere dei ragazzi a Repubblica: "Ecco l'istruzione che vorremmo"

Scuola, le lettere dei ragazzi a Repubblica: "Ecco l'istruzione che vorremmo"

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Noi studenti siamo una delle categorie che ha risentito di più degli effetti di questa pandemia a livello psicologico e a livello scolastico. Siamo stati strappati violentemente, dalla normale didattica e catapultati in un mondo filtrato da uno schermo. La decisione di riproiettarci in una maturità “normale”, come se tutto fosse passato è una decisione da rivedere. Per lo svolgimento di una seconda prova non si possono trascurare gli anni di una preparazione in Dad, di programmi svolti a tratti a distanza e a tratti in presenza frettolosamente. (Guglielmo Costantini)
La sfida che abbiamo di fronte è quella di non sprecare l’opportunità di cambiamento che ci offre la pandemia, a partire dai fondi. È necessario mettere a norma e ampliare istituti e aule, rendendo le scuole moderne ed ecosostenibili. Bisogna valorizzare gli studenti, permettendo loro ad esempio di ottenere sempre di più borse di studio e scambi con l’estero. E promuovere la formazione tecnologica del corpo docente emersa con la Dad. La scuola dev’essere un luogo di crescita e sviluppo culturale e interpersonale, un ponte per il futuro. (Martino Bertocci)
Vorrei una scuola aperta, che sappia ascoltare le nostre proposte e trasformarle in qualcosa di concreto, una scuola che capisca finalmente il vero significato di quello che abbiamo passato. Vorrei un percorso didattico riformato dopo due anni di pandemia, altrimenti che differenza c’è tra un maturando 2022 uno di dieci o vent’anni fa? Vorrei che si investisse sulla salute psicologica e sul benessere della persona, oltre che sull’edilizia scolastica: se non stiamo bene noi come possono pensare di poterci far vivere al meglio la scuola? (Anna Maria Gallo)
Sono convinto che il rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro dovrebbe essere ben diverso. Si dovrebbero insegnare cose basilari come ritirare uno stipendio o pagare una bolletta, cose che ci serviranno ogni giorno nella vita. E per quanto riguarda l’alternanza sarebbe molto più formativo, anche dal punto di vista civico, dare ad esempio agli studenti e alle studentesse spazi da riqualificare – a Roma ce ne sono parecchi – per responsabilizzarsi ed esprimersi, sotto il controllo delle scuole. (Pietro Marconcini)
L’esame di maturità per come è strutturato ora non permette di valorizzare gli studenti e le studentesse alla fine del loro percorso di studi alle scuole superiori. La nostra generazione, dopo anni di dad, non è nelle condizioni di tornare a un esame di maturità “normale” come quello che hanno affrontato gli studenti e le studentesse nel 2019, poiché noi ad una “normalità” non ci siamo ancora tornati e non abbiamo le competenze e le capacità di recuperare le nostre carenze e lacune, dovute a questo lungo periodo di pandemia, in pochi mesi. (Margherita Fantini)
I fondi del Pnrr dovrebbero essere impiegati nella messa in sicurezza e nella riqualificazione delle scuole: sono molte le criticità da risolvere, dai crolli all’inadeguatezza degli spazi disponibili anche per via delle norme anti-Covid per le classi più numerose. Parte di essi dovrebbero, inoltre, esser destinati all’offerta di sportelli psicologici: a causa della Dad e della pandemia lo stress, le difficoltà di concentrazione, i disturbi del sonno e alimentari sono aumentati. Serve uno psicologo fisso, garantito e accessibile in ogni scuola per tutti e tutte. (Dalila Cardone)

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Pietro Guerra

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