Scuola media, resta lanello debole? Il pedagogista: Lo spezzatino di discipline è la condanna. Serve una riforma dei cicli. Si attende la mossa di Valditara

Scuola media, resta lanello debole? Il pedagogista: Lo spezzatino di discipline è la condanna. Serve una riforma dei cicli. Si attende la mossa di Valditara

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Patrizio Bianchi l’ha definita “né carne e né pesce” quando era Ministro dell’Istruzione. Per Azzolina, già Ministro prima di lui, bisognerebbe aggiungerne due anni. Il risultato però è sempre lo stesso: la scuola media è l’anello debole di tutto il sistema scolastico.

E anche il pedagogista Mario Maviglia, nel suo intervento sul Giornale di Brescia in cui ripercorre le tappe della scuola media unificata, che compie quest’anno 60 anni, arriva alla stessa conclusione.

Secondo Maviglia, “lo spezzettamento del curriculo in tante discipline e la conseguente presenza di tanti docenti che si susseguono nella medesima classe, non appaiono in grado di dare risposte adeguate ad un periodo particolarmente turbolento e ricco di cambiamenti come quella della preadolescenza“.

Laddove di dovrebbe essere unitarietà e visione d’insieme delle azioni – prosegue il pedagogista – viene proposto uno spezzatino di discipline e interventi“.

Per tale motivo, secondo Maviglia, senza “una riforma dei cicli scolastici appare difficile ridare vitalità e significato alla scuola secondaria di primo grado, condannata a rimanere a tempo indefinito, l’anello debole del nostro sistema scolastico“, conclude il pedagogista.

Come dicevamo in apertura, l’ex Ministro Patrizio Bianchi aveva individuato proprio nella scuola media uno die punti fondamentali da riformare: “La riforma della scuola media è assolutamente necessaria. Al momento non è ne carne ne pesce. Serve una scuola media che superi la rigida divisione disciplinare. Che proietti di più il modo di lavorare che c’è stato nella scuola primaria”.

Un passo importante in tale direzione è proprio la riforma dell’orientamento disegnata grazie al Pnrr dallo stesso Bianchi e portata alla luce dall’attuale capo di Viale Trastevere, Giuseppe Valditara.

La riforma interviene più che altro sulla consapevolezza che al termine del ciclo di scuola secondaria di primo grado devono possedere gli studenti per compiere le scelte migliori per il proprio futuro.

Quello a cui si riflette è proprio una riforma dei cicli scolastici in cui ripensare il ruolo e la struttura della scuola secondaria di primo grado.

Idea riportata anche da un’altro ex Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “oggi abbiamo un grossissimo problema fra quello che richiede il mondo del lavoro da un lato e quello che la scuola riesce ad offrire“, dice l’ex pentastellata che propone: “Io credo che sia necessaria una riflessione sui cicli scolastici. Scegliere a 13 anni la scuola secondaria di secondo grado credo oggi sia troppo presto. E si dovrebbe pensare ad un allungamento della scuola secondaria di primo grado di due anni, per arrivare all’assolvimento dell’obbligo scolastico. In questo modo si salverebbero molti ragazzi dalla strada. La dispersione scolastica è proprio in quel passaggio lì, dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado”.

E alla luce di tale quadro, con un contesto del genere e una riforma dell’orientamento che sicuramente fornirà un primo passaggio importante, è interessante capire come Giuseppe Valditara intende muoversi su questo tema. Una riforma dei cicli scolastici, ricordiamo, era stata proposta dal segretario della Lega Matteo Salvini, il partito a cui è iscritto il Ministro.

Come Lega -assicura- stiamo studiando modelli di altri Paesi europei, dove ti diplomi un anno prima e dove non c’è questo cuscinetto intermedio”, diceva il vicepremier in una precedente intervista.

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