LAVAGNE Mezzogiorno, 30 ottobre 2022 – 13:34 Così nelle classi (e non solo) si commenta il cambio di nome voluto per il ministero di Giancarlo Visitilli «Ti meriti un amore grande», «ti meriti una casa dignitosa», «ti meriti la cura di una città che si prenda cura della tua crescita». «Ti meriti un maestro che ti dia coraggio e fiducia», «ti meriti una prof che creda tu valga più del voto». «Ti meriti di vivere in un paese dove la scuola è un diritto per tutti, senza particolari meriti ed eccellenze». Così le madri, i padri, i maestri e gli insegnanti, le politiche e i politici dovrebbero. Perché le bambine, i bambini e gli adolescenti sono tutti e sempre eccellenti. Tutti e indistintamente. Ma si meritano di più Michela, bambina tratta fuori dalla prostituzione e che da quando ha rincontrato la scuola ha compreso che merito ha quel luogo: ha imparato a ricostruire la sua vita di donna. Forse non sarà un’eccellenza, anche perché in tanti l’hanno rifiutata in aula, «perché ero una ragazza che vive in una casa famiglia». Visto da AfrimIl merito della scuola per Afrim, 10 anni: «da quando vado a scuola non sento più i rumori che non mi facevano dormire». E come lui Maryia e Petro, bambini ucraini, che rappresentano le eccellenze meritevoli, quelle che la scuola pubblica italiana, quella della Costituzione, dovrebbe riconoscere. Perché nella scuola di tutti, tutti devono essere uguali e meritevoli allo stesso modo. E non c’era bisogno di arrivare in fondo all’articolo 34 per riconoscerlo o il nome accanto a quello proprio del Ministro della Pubblica (ecco un altro bell’aggettivo!) Istruzione. Lo stesso nome proprio che riconosciamo perché, come le madeleine di Proust, rimandano ai ricordi della peggiore (non) riforma della scuola italiana («riforma Gelmini»). La parola merito ha destato preoccupazione anche fra molti presidi, fra cui Giovanni Mariani, preside a Santeramo in Colle: «Non è uno sprovveduto in fatto di istruzione, essendo stato segretario della Commissione Istruzione per ben sette anni e poi capo dipartimento con il Ministro Bussetti, vuol dire che conosce la scuola e i meccanismi burocratici del Ministero. Relatore della Legge Gelmini di certo non è un buon biglietto da visita visti i tagli prodotti agli organici della scuola. La nuova denominazioneQuello che lascia alquanto perplessi è la nuova denominazione del ministero. Il “merito” di chi? degli studenti (e quindi maggiore selezione, rigore nella valutazione) o del personale della scuola? (valutazione docenti e dirigenti, possibilità di carriera, middle management, formazione rigorosa e selettiva). Ultimo: è un leghista. Si tornerà a parlare di curricolo scolastico regionale? di docenti pagati dalle regioni? di regionalismo nell’istruzione? Gli interrogativi sono tanti». Tina Gesmundo, preside a Bari, sostiene: «Non mi piace il termine merito, a ribadire che il merito è di destra e non di sinistra. Sul professore non so nulla di specifico. Mi chiedo se sia mai entrato per più di due ore in una scuola». Poi mi mostra un libro di Giuseppe Valditara, attuale ministro della Pubblica Istruzione, dal titolo L’impero romano distrutto dagli immigrati e aggiunge: «Questo titolo non mi piace ed è antistorico». La scuola forse merita di più. La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 30 ottobre 2022 | 13:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-30 13:38:00, Così nelle classi (e non solo) si commenta il cambio di nome voluto per il ministero,