Su La Stampa c’è spazio per l’iniziativa di un liceo scientifico di Torino, dove una docente ha adottato un approccio didattico esente da valutazioni numeriche. L’esperimento, mirato a rimuovere l’ansia generata dai voti, rappresenta una svolta nel panorama educativo.
Intrapreso a settembre, il progetto coinvolge una classe di prima superiore e si estenderà fino a giugno. Oltre alla docente di geostoria, promotrice dell’iniziativa, partecipano anche insegnanti di scienze, inglese e sostegno. L’obiettivo è valutare gli studenti senza l’uso di voti numerici, un sistema che la docente ritiene limitante e generatore di disparità.
La docente privilegia la valutazione formativa, che permette un approccio più personalizzato e equo. “I voti appiattiscono tutto”, afferma, evidenziando come un voto identico possa avere significati diversi a seconda del contesto dello studente. Alla fine dell’anno, le valutazioni formative saranno convertite in voti numerici, seguendo criteri specifici.
L’insegnante critica la “commercializzazione del voto” e l’eccessiva enfasi su punteggi elevati, spesso percepiti come riflesso delle capacità genitoriali. Questa visione, secondo lei, aumenta l’ansia tra gli studenti, temendo di deludere le aspettative familiari. Il suo progetto è stato accolto positivamente dalla maggior parte delle famiglie, con una sola eccezione.
Il progetto è visto come un esperimento, con la docente che si astiene dall’offrire soluzioni definitive. Alla conclusione dell’anno scolastico, verranno valutati i risultati dell’iniziativa, potenzialmente apripista per futuri cambiamenti nel sistema educativo.
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