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Per la settima Commissione del Senato, il decreto introduce una qualifica che non prevede nuove funzioni introducendo disparità di trattamento a parità di condizioni di lavoro
di Redazione Scuola
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La settima Commissione del Senato, nel corso della discussione finalizzata al parere sul cosiddetto “decreto aiuti-bis”, si è espressa in termini fortemente critici su quanto previsto in merito alla figura del docente esperto. A renderlo noto sono le maggiori sigle sindacali della scuola le quali fanno sapere che «la Commissione muove obiezioni di non poco conto, sia di merito che di metodo, di fatto accogliendo in gran parte le osservazioni espresse dalle organizzazioni sindacali». Per la Commissione, il decreto introduce una qualifica, quella appunto del docente esperto, che non prevede nuove funzioni introducendo disparità di trattamento a parità di condizioni di lavoro; il riconoscimento è poi riservato a una quota eccessivamente ristretta del personale e la procedura di conseguimento è definita, senza il dovuto confronto con le parti sociali, in sede extra contrattuale.
Rinnovare il contratto
La commissione peraltro sottolinea come sia necessario procedere senza indugio al rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola. L’invito, unanimemente condiviso, alle Commissioni 5 a e 6 a affinché accolgano emendamenti che rimuovano le criticità indicate, invito che costituisce la condizione per un parere positivo della Commissione 7a, di fatto – fanno notare le sigle sindacali – apre la possibilità dello stralcio che Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams hanno da subito indicato alle forze politiche come soluzione più opportuna e immediata. Richiesta che ribadiscono con forza – concludono i sindacati della scuola – preso atto positivamente della convergenza con le valutazioni espresse dalla Commissione 7a, in particolare laddove sottolinea l’inopportunità di legiferare in materie strettamente legate al rapporto di lavoro.
, 2022-09-01 14:03:00, Per la settima Commissione del Senato, il decreto introduce una qualifica che non prevede nuove funzioni introducendo disparità di trattamento a parità di condizioni di lavoro, di Redazione Scuola