di Gianna Fregonara e Orsola Riva
Ridotte al minimo le precauzioni anti-pandemia. Come sarà la maturità 2023. In Lombardia nominati tutti i supplenti annuali salvo a Cremona
Si riparte. Da lunedì 12, in ordine sparso a seconda dei calendari regionali, più di 7 milioni di bambini e bambine, ragazzi e ragazze si assieperanno davanti ai portoni delle loro scuole per poi sciamare in classe aspettando il suono della prima campanella. Una ripresa, come ha ribadito il ministro Patrizio Bianchi nel suo messaggio di auguri agli studenti, all’insegna della «normalità». Dopo due anni e mezzo di emergenza sanitaria, addio mascherine, basta ingressi scaglionati, niente distanziamento. Torna perfino il compagno di banco. Ma la domanda che tutti, genitori e figli, si stanno facendo in queste ore è: durerà?
Il Covid, tutte le misure
La regola principale è che si va tutti in classe. Solo chi ha fatto un tampone ed è positivo o chi manifesta «sintomi compatibili con il Covid» deve restare a casa. Un semplice mal di gola o il naso che cola non sono più un problema: si va in isolamento solo con febbre (sopra i 37,5°) o se la tosse e il raffreddore comportano «difficoltà respiratoria». L’isolamento dura una settimana (5 giorni se si è asintomatici) con tampone all’uscita e comunque dopo due settimane si può tornare a scuola anche se non ci si è ancora negativizzati. Addio anche alla Dad obbligatoria per i positivi: chi è malato si farà dare gli appunti dai compagni. In classe si può stare anche nello stesso banco e non si deve mettere la mascherina che resta consigliata (meglio se Ffp2) per i «fragili». Per l’aerazione delle classi è esplicitamente indicato di aprire le finestre e cambiare l’aria con frequenza.Via libera anche alle gite. E se il quadro sanitario dovesse peggiorare? Le scuole devono essere «preparate e pronte» – così almeno è scritto, con una maldestra traduzione dall’inglese, nella circolare ai presidi – a rimettere in piedi le misure dell’anno scorso: mascherine, distanziamento, doppi turni. Nel frattempo, il ministero continuerà il monitoraggio settimanale per valutare l’impatto della scuola sui contagi.
Le classi pollaio
Poiché nulla è stato fatto per rivedere il tetto massimo di alunni per classe fissato dalla legge Gelmini 15 anni fa, i ragazzi, soprattutto nelle grandi città, torneranno a stringersi in aule inadatte ad accogliere anche trenta alunni. Negli ultimi dieci anni la scuola ha perso 600 mila studenti (passando da 7.878.661 a 7.286.151 alunni), ma il calo demografico per ora si è fatto sentire soprattutto fra i più piccoli, mentre alle superiori si registra ancora il segno più.
Cattedre e supplenti
Si comincia – così ha annunciato ieri il ministero – con 50.415 nuovi docenti, 9.021 nuovi Ata (segretari e bidelli) e 317 nuovi presidi. Poco più della metà delle quasi centomila assunzioni autorizzate a luglio dal Mef. Quattro concorsi in due anni non sono bastati a riempire i posti vuoti: il record di bocciati nei contestatissimi quiz a crocette e l’ondata di pensionamenti dei baby boomers hanno creato la tempesta perfetta. Di qui, l’ennesimo record annunciato di supplenti. L’unica consolazione è che la procedura per l’assegnazione degli incarichi annuali è partita un paio di settimane prima del solito e, grazie anche alla nuova normativa che penalizza chi rinuncia, ha preceduto senza troppi intoppi. In Lombardia – che da sola conta un sesto degli studenti – in tutte le province salvo Cremona le nomine sono state fatte.
Sport alle elementari
L’unica novità di quest’anno riguarda le scuole elementari: arrivano i primi duemila prof di «educazione motoria» con diploma Isef. Tocca solo alle quinte, dall’anno prossimo arriveranno anche in quarta. Niente da fare per i più piccoli: la legge che istituiva l’insegnante di educazione fisica dalla prima è bloccata in Parlamento, per questioni di fondi. Resta aperto anche il nodo delle palestre: nonostante gli investimenti del Pnrr quasi una scuola elementare su 5 non ha spazi adeguati.
La maturità 2023
Difficile dire oggi come sarà la maturità 2023, visto che dal 2019 è cambiata ogni anno. Di sicuro per ora c’è soltanto la data: 21 giugno, ore 8 e 30. Secondo la legge in vigore, l’esame dovrebbe consistere di due scritti (italiano e prova di indirizzo) e un orale, che concorrono a comporre il 60 per cento del voto finale, mentre gli altri 40 punti sono calcolati in base ai risultati in pagella degli ultimi tre anni. Insomma, se il Covid non costringerà ad altre chiusure, gli studenti nati nel 2004 potrebbero tornare a fare la maturità che fecero i loro colleghi che si sono diplomati tre anni fa, quando entrò in vigore il nuovo regolamento previsto da una delle riforme della «Buona scuola». Ma ci sono ancora molte incognite sul cammino che porterà i maturandi alla prova finale. Non solo il Covid. Di solito le decisioni sull’esame arrivano entro la fine di gennaio. Tra qualche settimana ci sarà un nuovo ministro a Viale Trastevere e non è escluso che voglia lasciare la sua impronta sull’esame come i suoi predecessori. I cambiamenti vanno fatti per legge e dunque potrebbero essere necessarie una deroga nella legge di Bilancio (come lo scorso anno) oppure delle modifiche in un decreto (come il Milleproroghe). Per cambiare cosa? Ad esempio per eliminare definitivamente i commissari esterni (come già si è fatto quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria), che proprio perché vengono da fuori dovrebbero garantire una maggiore omogeneità nei giudizi, ma rappresentano anche un costo notevole. Dal 2019 poi la seconda prova — che quest’anno è stata reintrodotta ma non pesava quasi niente nel voto finale — può essere mista, cioè comprendere due materie (latino e greco al classico, matematica e fisica allo scientifico e così via): il «raddoppio» toccherà anche ai maturandi 2023 o si tornerà allo schema classico con una sola materia?
11 settembre 2022 (modifica il 11 settembre 2022 | 07:28)
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, 2022-09-11 05:32:00, Ridotte al minimo le precauzioni anti-pandemia. Come sarà la maturità 2023. In Lombardia nominati tutti i supplenti annuali salvo a Cremona, Gianna Fregonara e Orsola Riva