Scuole aperte la sera, lidea di Valditara: Per far incontrare medici e genitori e parlare di abuso di social ed educazione alimentare

“La prevenzione è fondamentale. La mia idea è di aprire la scuola al territorio la sera. Ho già parlato con alcuni presidi che sono molto entusiasti. L’obiettivo è far incontrare medici esperti con i genitori per informarli sui grandi temi come l’educazione alimentare, l’abuso di cellulare e social, il contrasto alle tossicodipendente e anche l’importanza dei buoni stili di vita”.

Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico del progetto scuola in ospedale al Bambino Gesù.

“Si tratta di un insegnamento autorevole da parte di un medico che serve a responsabilizzare e informare i genitori – ha aggiunto il ministro – Credo sia una cosa molto utile. Partiremo subito, già nei prossimi mesi“.

La scuola in ospedale al Bambino Gesù compie quasi 50 anni e stamattina ha inaugurato, alla presenza del ministro Valditara e dei vertici del nosocomio, il nuovo anno scolastico.

L’esperienza, riporta Ansa, nata nella sede del Gianicolo nel lontano 1975 con due insegnanti a disposizione di un piccolo gruppo di bambini della scuola primaria è cresciuta nel tempo. L’organico complessivo attuale è di 70 docenti della scuola pubblica che provengono da 5 istituti. Lo scorso anno gli alunni seguiti sono stati 4.017 (quasi 500 in più dell’anno precedente), di cui 13 hanno sostenuto gli esami di terza media e 5 quelli di maturità.

Il progetto prevede lezioni a piccoli gruppi in un’aula del day hospital, oppure a distanza nelle stanze di degenza, ma anche laboratori di musica e arte, uscite didattiche e una gita di fine anno.

Per il ministro si tratta di “una bellissima testimonianza di civiltà”.

Ringraziando docenti e personale sanitario, ha spiegato: “Noi come ministero stanziamo 2,7 milioni euro nelle scuole in ospedale, se necessario proveremo a reperire ulteriori risorse“.

Per il presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti, “Non è una scuola ordinaria: qui non troviamo aule tradizionali, ma un’esperienza di apprendimento che si adatta alle esigenze e alle condizioni dei nostri giovani studenti“.

In platea anche Chiara, una diciottenne, che ha frequentato dal nosocomio pediatrico diversi anni di scuola. “Sono una ragazza trapiantata – racconta – ho seguito le lezioni anche dalla camera sterile. Mi ha permesso di riconnettermi con il mondo esterno e di sentirmi meno sola“.