Le scuole paritarie italiane stanno affrontando una serie di sfide significative, come evidenziato dalla Federazione Italiana delle Scuole Materne (FISM) in un servizio del TGR del Friuli Venezia-Giulia.
La carenza di personale docente e il calo demografico rappresentano solo la punta dell’iceberg di problemi che questi istituti stanno affrontando.
Uno dei problemi più pressanti è la carenza di risorse finanziarie. Stefano Formigoni, presidente della FISM Trieste, ha sottolineato come i contributi statali siano insufficienti a coprire le spese necessarie per il funzionamento delle scuole, costringendo così gli istituti a richiedere un contributo economico alle famiglie. Nonostante ciò, i contributi delle famiglie, che ammontano in media a 2-3mila euro annui, non sono aumentati negli ultimi anni, mettendo ulteriore pressione sul bilancio delle scuole.
Le iscrizioni sembrano rimanere stabili, tuttavia, emerge un’altra preoccupazione: gli insegnanti si trovano a dover gestire sempre più spesso bambini con disturbi dell’attenzione e problemi relazionali.
Suor Elisa, insegnante a Trieste, attribuisce questa tendenza all’impatto della pandemia, che ha reso i bambini più isolati, facendo emergere problemi che erano precedentemente latenti.
Le difficoltà non si limitano ai bambini, ma si estendono anche alle loro famiglie, che spesso mancano di una rete di supporto essenziale fornita da nonni e zii. In questo scenario, le scuole paritarie possono giocare un ruolo cruciale fornendo supporto e risposte ai genitori.
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