Se i programmi restano fuori

Se i programmi restano fuori

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l’editoriale Mezzogiorno, 2 agosto 2022 – 10:21 La battaglia delle liste di Silvio Suppa Il nostro Paese è al centro di dure difficoltà economiche, alle quali si aggiunge una seria crisi della democrazia, poco e male percepita. La vicenda di Salvini alla corte di Putin, sebbene ancora da ricostruire nei dettagli, comunque suscita un’enorme preoccupazione: un rappresentante del popolo al Parlamento della Repubblica, vincolato al bene della comunità, pur nella diversità di opinioni e metodi, sembra essere autore di trame oscure contro il suo Stato, per vantaggi “particulari”, come recitava Machiavelli, cioè estranei alla nazione, e oggi forse avversi, con una guerra in atto, dal Cremlino definita contro l’Europa. Ecco l’allarmante crisi della democrazia, in Italia. Ma quanto accade in Puglia, nella stesura delle liste elettorali, segna il lato locale della stessa crisi. Le cosiddette liste civiche, supporto di tutta la scalata politica di Emiliano, ora mettono all’incasso la simbolica cambiale ricevuta quando hanno promesso i loro voti. Le liste civiche vogliono un esponente diretto in Parlamento senza motivare, finora, la loro richiesta. Non un indirizzo di programma, non un’analisi della Puglia nell’attuale congiuntura, non un abbozzo di bilancio sul loro lavoro intorno alla Regione, non un impegno, ma semplicemente: vi abbiamo aiutato, e ora ripagateci. Torna in mente l’antica struttura del feudalesimo; in cima i signori feudatari, poi i loro vassalli, che creavano i più piccoli valvassori, e infine i fedeli valvassini. Succede questo anche nella nostra regione? E perché finora non se ne discute, almeno per buonsenso? Se nel passato lo scambio di appoggi è passato per un’algebra di scopi “particulari”, negoziata nelle stanze di qualche bravo capofila, nessuno si lamenti oggi se si assiste a una corsa alle poltrone, senza un barlume di proposta. Il Pd locale ha confermato il suo vecchio equipaggio e non ha nemmeno tentato un confronto pubblico, per candidare figure all’altezza dei problemi nazionali e del Mezzogiorno. Se è così, allora la democrazia è nelle nebbie. Certo, si vota fra meno di un bimestre, e tutto è alterato da un’irrefrenabile fretta; però l’attesa di un momento congressuale del Pd, fino ad oggi non tenuto, aveva il suo significato, il valore di un segno di attenzione pubblica e di apertura di un confronto, in funzione della crescita dello stesso Pd nel destino della Puglia e del Paese. Ma questi discorsi restano poca cosa, secondaria e forse fastidiosa, nella foga di aspirazioni personali e di cartelli veri o improvvisati. C’è ancora tempo per una più produttiva direzione politica? 2 agosto 2022 | 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-02 08:22:00, La battaglia delle liste,

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