Se il ruolo della tv generalista è più centrale della «bolla» dei social

Se il ruolo della tv generalista è più centrale della «bolla» dei social

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Perché la tv? Perché nel mondo della comunicazione generalista, il suo ruolo è più centrale della «bolla» dei social

Dopo aver imperversato sui social, al limite della maniacalità, Carlo Calenda ha scelto la tv per dare l’addio al Pd e all’alleanza con Enrico Letta: «Non c’è dentro serietà e onore a fare politica così. Ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza pochi minuti prima di entrare in trasmissione. Questa coalizione è fatta per perdere». Perché la tv? Perché nel mondo della comunicazione generalista, il suo ruolo è più centrale della «bolla» dei social. Perché «Mezz’ora in più» è un talk non costruito sullcontrapposizionea fra ospiti (e quindi sulla rissa). Perché la collocazione oraria del programma è perfetta per avere un’ampia eco sugli altri media.

È antica consuetudine smobilitare tutti i principali programmi durante l’estate, come se non dovesse accadere mai nulla. Lucia Annunziata, che non ha mai fatto mistero del suo vincolo a sinistra, ha invece scommesso sulle bizzarrie di questa campagna elettorale ed è stata premiata. In realtà, anche a La7, con «In onda», e Mediaset non hanno smobilitato. I presidi di Veronica Gentili e Giuseppe Brindisi sono rimasti attivi e sarebbe interessante analizzare, da un punto di vista politico, il ruolo che svolgono «Controcorrente» e «Zona Bianca» nel sostegno alle parti in gioco (seguo poco, ma ho l’impressione che il centrodestra sia nel loro cuore). Quando i vari partiti parlano di serietà, di ideali, di valori, di onore, di morale suggerirei loro, per una più efficace comunicazione, di seguire su Sky «Un sogno in affitto» di Paola Marella. Lei reclamizza ville lussuose per affittarle non ai personaggi di turno che si prestano alla bisogna (fingono di cercare un posto per le vacanze), ma a ricchi veri: non parla di ideali ma di piscine, di camere con bagno. Le uniche cose che si possono trasformare in sogni: una lezione per una lotta elettorale che fatalmente vive sulle suggestioni del consenso.

8 agosto 2022 (modifica il 8 agosto 2022 | 20:02)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-08 19:04:00,

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Perché la tv? Perché nel mondo della comunicazione generalista, il suo ruolo è più centrale della «bolla» dei social

Dopo aver imperversato sui social, al limite della maniacalità, Carlo Calenda ha scelto la tv per dare l’addio al Pd e all’alleanza con Enrico Letta: «Non c’è dentro serietà e onore a fare politica così. Ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza pochi minuti prima di entrare in trasmissione. Questa coalizione è fatta per perdere». Perché la tv? Perché nel mondo della comunicazione generalista, il suo ruolo è più centrale della «bolla» dei social. Perché «Mezz’ora in più» è un talk non costruito sullcontrapposizionea fra ospiti (e quindi sulla rissa). Perché la collocazione oraria del programma è perfetta per avere un’ampia eco sugli altri media.

È antica consuetudine smobilitare tutti i principali programmi durante l’estate, come se non dovesse accadere mai nulla. Lucia Annunziata, che non ha mai fatto mistero del suo vincolo a sinistra, ha invece scommesso sulle bizzarrie di questa campagna elettorale ed è stata premiata. In realtà, anche a La7, con «In onda», e Mediaset non hanno smobilitato. I presidi di Veronica Gentili e Giuseppe Brindisi sono rimasti attivi e sarebbe interessante analizzare, da un punto di vista politico, il ruolo che svolgono «Controcorrente» e «Zona Bianca» nel sostegno alle parti in gioco (seguo poco, ma ho l’impressione che il centrodestra sia nel loro cuore). Quando i vari partiti parlano di serietà, di ideali, di valori, di onore, di morale suggerirei loro, per una più efficace comunicazione, di seguire su Sky «Un sogno in affitto» di Paola Marella. Lei reclamizza ville lussuose per affittarle non ai personaggi di turno che si prestano alla bisogna (fingono di cercare un posto per le vacanze), ma a ricchi veri: non parla di ideali ma di piscine, di camere con bagno. Le uniche cose che si possono trasformare in sogni: una lezione per una lotta elettorale che fatalmente vive sulle suggestioni del consenso.

8 agosto 2022 (modifica il 8 agosto 2022 | 20:02)

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Pietro Guerra

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