Se il ministro della Difesa finlandese prende il congedo di paternità (in piena adesione alla Nato)

di Irene Soave

La Russia dietro l’angolo, il processo di adesione alla Nato in corso: ma Anti Kaikkonen, 48 anni, prende due mesi per stare con i miei bambini. Un ministro sostituibile, un genitore no. Il plauso dell’opposizione

Nato for nappies, (scambiare) la Nato per i pannolini: tra i molti giochi di parole un po’ triti che nella stampa di tutto il mondo hanno salutato il gesto rivoluzionario del ministro finlandese della Difesa, Antti Kaikkonen: si preso due mesi di congedo di paternit. S, con la Russia in guerra alle porte; con l’adesione alla Nato – processo tortuoso – appena cominciata; con l’inizio della campagna elettorale imminente.

Quarantotto anni, due figli piccoli, uno di due anni e uno di sei. Vorrei avere ricordi di questo periodo con loro, e non solo in foto, ha detto in conferenza stampa. La carica di ministro della Difesa importante, ma ha anche voluto dire stare molto lontano da loro.

Il congedo di paternit, in Finlandia – 54 giorni lavorativi coperti da un’indennit giornaliera chiamata isyysraha – quasi una routine per i padri comuni; in politica, per, il gesto di Kaikkonen un precedente assoluto, primo in un governo dove le quattro ministre finora rimaste a casa in maternit erano tutte donne.

Kaikkonen ha detto che, per la natura del suo lavoro, “non ci sarebbe mai un momento giusto per il congedo”. Ma “nessuno, nemmeno un ministro, insostituibile nel suo lavoro. Per i nostri figli, invece, noi lo siamo”. La sicurezza nazionale “sar in buone mani, cos come il nostro processo di adesione alla Nato”: sar nominato un sostituto ad interim, dallo stesso Partito di Centro da cui Kaikkonen proviene.

Sommerso di critiche? Al contrario. Il primo plauso arrivato dall’opposizione, e dal “partito di coalizione nazionale”, che non al governo, giunta una nota che definisce la scelta “una grande soluzione, che mostra apprezzamento per la carriera di sua moglie e priorit massima per i suoi bambini”.

Intanto il processo di adesione alla Nato di Finlandia e Svezia prosegue. Caduto a Bruxelles il veto dell’Ungheria – convinta dallo sblocco di miliardi di sussidi – e dati i progressi nelle relazioni tra Svezia e Turchia, sulla questione curda e non solo, il parlamento di Stoccolma ha discusso ieri la revisione del budget per la difesa (da regole Nato non pu essere inferiore al 2%) entro il 2028. La storia prosegue, pannolini o no.