Il teatro  dei viandanti: cè la Quarta Parete per proteggere lAppennino

Il teatro dei viandanti: cè la Quarta Parete per proteggere lAppennino

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di Tiziana Pisati

Il progetto piacentino contro l’abbandono che unisce e genera cultura e aggregazione. Spedizioni in montagna di una quindicina di attori e musicisti in paesini sperduti

Percorrono duecento chilometri a weekend, a portare il teatro su e gi per l’Appennino. E con gli spettacoli – allestiti tra i tavoli di vecchie osterie, locande, agriturismi, circoli parrocchiali – creano occasioni d’incontro per la gente di montagna. Gente che resiste e che per questo va gratificata. Vogliamo rendere omaggio alla loro perseveranza, tra mille sacrifici e difficolt non abbandonano la vita dei campi. Cos veniamo quass a portare un servizio, la cultura, che fa stare meglio, d benessere, nutre l’anima, aiuta a stare insieme. Non ci limitiamo a recitare: stiamo con loro prima e dopo ogni esibizione, ci si conosce, si mangia e beve in compagnia. Paola Vincini e Daniele Righi, marito e moglie, lei educatrice in una comunit per mamme, lui export-area manager nel commercio, spesso in giro per il mondo, sono due dei venti attori del gruppo amatoriale Quarta Parete di Piacenza che da sempre intreccia alla recitazione nei teatri tradizionali l’impegno nel sociale con laboratori e recite nelle scuole, nelle carceri, nei centri socioriabilitativi, in comunit terapeutiche.

Lei la responsabile della formazione, lui delle relazioni esterne. Un teatro, il loro, nato per essere vicino al pubblico, gi dal palco.Per noi – sottolinea il fondatore e presidente Tino Rossi – stato quindi naturale pensare a un progetto che unisce e genera cultura e aggregazione. Cos, in questi ultimi due anni, all’attivit ordinaria – tre serate settimanali di prove degli spettacoli in carnet e due di laboratorio teatrale – si sono aggiunti i weekend del progetto Sipario sul nostro Appennino con spedizioni in montagna di una quindicina di attori e musicisti (tra loro insegnanti, ingegneri, universitari, informatici, dai vent’anni in su). Si sono spinti in Alta Valnure e Alta Valtrebbia d’inverno, quando la solitudine si fa pi pungente: Pertuso, Bruzzi di Groppallo, Gavi di Coli, Cerignale, Cattaragna, Santa Maria di Bobbio tra le mete delle tourne. Alla scelta dei luoghi e all’organizzazione degli spettacoli collaborano i Comuni che indicano i centri abitati pi remoti e i locali idonei dove esibirsi.

Ci sono paesini dove vivono non pi di dieci persone, i nostri preferiti. A Zerba – 1463 metri nella selvaggia Val Boreca – in una serata di neve abbiamo recitato in chiesa. Col beneplacito del parroco: ci avete portato un raggio di sole!. Tanta gente, uno scambio che dona reciproca felicit. Scorre umanit, qui il senso di comunit molto sentito. Recitare a tu per tu con la gente una grande emozione. C’ anche un ritorno in chiave turistica ed economica perch spesso salgono con noi anche appassionati dalla citt, cenano qui e si fermano a dormire, scoprono bont del cibo, bellezza dei posti, ritornano. Un’ora di spettacolo, musica e ironia – Poca scenografia, raramente costumi di scena. Per lasciare impatto emotivo alla parola, la potenza dell’immediatezza. Le relazioni familiari e quotidiane (guardate con ironia e attenzione al femminile) al centro dei brani proposti, brevi atti unici e frammenti teatrali – Ritagli in Alta Valle – tra poesie di Alda Merini e brani di Cechov, Shakespeare, Molire. C’ calore umano e di fuoco di camini e stufe. La musica di due organetti e un violino fa da collante con il ritmo incalzante del trio San Lorenzo. Tre gli spettacoli portati in scena, il sabato pomeriggio, la sera e la domenica mattina (e il cane Bonzo che alla fine fa le sue acrobazie saltando da una sedia all’altra). Tutto gratis, c’ solo da coprire i costi del viaggio, cena e pernottamento, circa 2.500 euro a stagione coperti con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano che sta investendo in iniziative contro l’abbandono della montagna. Approfondire testi, recitare, calarsi nelle storie…Il teatro un’occasione di crescita personale per chi recita e per chi guarda. Una passione da condividere. E che (in)trattiene.

2 marzo 2023 (modifica il 2 marzo 2023 | 16:10)

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