Sepoltura dei feti, un codice o un nome di fantasia sui cippi funerari. «Tutelata la riservatezza»

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di Maria Rosa Pavia

Il nuovo regolamento di polizia cimiteriale approvato dall’assemblea capitolina prevede anche la possibilità dell’incenerimento dei prodotti abortivi e dei feti. «Applicata la legge 194»

Tutela per l’anonimato della donna con la presenza sul cippo funerario di un codice composto da numeri e lettere o un nome di fantasia e la possibilità di cremazione per i prodotti abortivi – dalle 20 alle 28 settimane – e dei feti – con più di 28 settimane. Un cambiamento del regolamento di polizia cimiteriale che protegge la riservatezza e che è stato approvato il 3 novembre dall’assemblea capitolina su proposta dell’assessora all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma Capitale Sabrina Alfonsi.

Cosa cambia

Il regolamento cimiteriale in precedenza prevedeva che prodotti abortivi e feti venissero sepolti automaticamente (senza quindi dare l’opzione della cremazione) e veniva disposta nelle aree dove sono seppelliti i bambini nati morti. Una differenza rispetto ai prodotti del concepimento – sotto le venti settimane – che vengono inceneriti d’ufficio. Ulteriore modifica riguarda la tutela dell’anonimato della donna. Sul cippo funerario (non più la croce) può essere riportato solo un codice alfanumerico associato al numero di protocollo della richiesta. Viene anche accolta la proposta, su richiesta, di apporre un nome anche di fantasia, un vezzeggiativo, un simbolo o una data. L’elenco dei protocolli viene custodito nel cimitero e il suo accesso è consentito esclusivamente alla donna o agli aventi diritto nel caso di decesso della donna interessata.

«Mai più nomi delle donne sulle lapidi»

L’assessora Alfonsi esprime il suo plauso: «Con l’approvazione di questa proposta viene modificato un regolamento ormai datato, così come oggi risulta obsoleto il quadro legislativo nazionale di riferimento. L’obiettivo è tutelare la privacy delle donne e di impedire il ripetersi di fatti drammatici come quello accaduto al cimitero Flaminio due anni fa, quando una donna ha visto il proprio nome indicato sulla croce dove il suo feto era stato sepolto».

Il cambiamento è «un passo in avanti verso la corretta applicazione della 194, per l’aborto legale, anonimo e sicuro nel nostro Paese» per la presidente della commissione capitolina Pari opportunità Michela Cicculli. Che, però, evidenzia: «In molte città i passi fatti sono ancora piu avanzati, grazie alla normativa regionale che permette all’amministrazione di agire a monte in collaborazione con le Asl affinché si proceda senza ricorrere al seppellimento dei prodotti abortivi, laddove non ci sia espressa richiesta della persona interessata»

L’assessora alle attività produttive, pari opportunità e sicurezza di Roma capitale Monica Lucarelli si dichiara soddisfatta: «Oggi si è chiusa una fase fondamentale per i diritti delle donne. Oggi Roma ha aggiunto un tassello fondamentale nel mosaico della civiltà e dei diritti».

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3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 20:42)

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, 2022-11-03 18:28:00, Il nuovo regolamento di polizia cimiteriale approvato dall’assemblea capitolina prevede anche la possibilità dell’incenerimento dei prodotti abortivi e dei feti. «Applicata la legge 194», Maria Rosa Pavia

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