La Serie A in difesa delle tartarughe: in rete solo i palloni, non la fauna marina

La Serie A in difesa delle tartarughe: in rete solo i palloni, non la fauna marina

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di Alessandro Sala

Negli stadi e in tv riflettori puntate sulle iniziative di salvaguardia di Legambiente: Un assist a favore della biodiversit e sul contributo che chiunque pu dare per aiutare la fauna marina del Mediterraneo

Sono circa 40 mila, ogni anno, le tartarughe marine che vengono pescate accidentalmente nel mar Mediterraneo. Qualcuna viene subito rimessa in libert, altre subiscono ferite che non rendono possibile il rilascio immediato. Una su quattro dopo la cattura non sopravvive. Restare impigliate in una rete a strascico o di altro tipo non il solo rischio che questi splendidi animali corrono al largo delle nostre coste. Devono ogni giorno fare i conti con l’inquinamento delle acque da sostanze disciolte o da microplastiche, con i rifiuti in sospensione che vengono scambiati per cibo e che finiscono col soffocarle, con i dispositivi cosiddetti fantasma, ovvero l’insieme di attrezzi da pesca perduti o abbandonati in mare, che fluttuano a mezz’acqua o che restano impigliati sui fondali e che continuano di fatto a pescare, intrappolando loro e altri animali marini. E, ancora, le collisioni accidentali con le imbarcazioni, in un mare supertrafficato, sempre di pi attraversato da navi commerciali, traghetti, yacht privati e diportisti.

Per fortuna non tutte le tartarughe vengono uccise. Quelle che riescono a sopravvivere, ancorch ferite, spesso vengono recuperate dalle associazioni impegnate sul fronte della conservazione e della tutela, dalla Guardia Costiera e da altri frequentatori del mare, a volte proprio i pescatori, e affidate ai centri di recupero, dove vengono curate e riabilitate prima del ritorno alla libert. un grande lavoro di squadra che tuttavia richiede tempo, energie e anche risorse. Ogni anno sono molte le tartarughe Caretta Caretta, la specie pi diffusa nel Mediterraneo, che tornano a nuotare in mare aperto grazie al lavoro di volontari, professionisti e amanti della natura che fanno la loro parte anche semplicemente con una donazione.

Una realt non sempre conosciuta che per trover ampia visibilit nel corso della 19esima giornata del campionato di Serie A grazie a quello che Legambiente definisce un assist a favore della biodiversit. Da domani a luned, durante gli incontri in calendario, la massima serie del nostro calcio dar visibilit alla campagna Tartalove promossa dalla stessa Legambiente che ogni anno, con l’avvicinarsi di San Valentino, invita a fare un vero gesto d’amore regalando, o regalandosi se si single, un’adozione a distanza di un esemplare salvato, cos che altri se ne possano salvare. Negli stadi verranno trasmesse le immagini che illustrano nella campagna e nella fase di schieramento delle formazioni in campo, apparir a chi segue le partite in tv una grafica a sostegno delle tartarughe marine e dell’impegno per proteggerle. Il sostegno della Lega Serie A alla nostra campagna — commenta il presidente Stefano Ciafani — rappresenta un’opportunit straordinaria per le tartarughe marine e per la natura nel suo complesso. Legambiente da molti anni in prima linea nella tutela delle tartarughe marine anche tramite progetti europei come il Life Turtlenest, al via proprio in questi giorni, che raccoglie autorevoli partner italiani ed europei nella protezione dei siti di nidificazione della specie Caretta Caretta nel Mediterraneo. Il coinvolgimento del mondo del calcio nelle battaglie ambientali consentir di raggiungere un pubblico molto vasto diffondendo una maggiore consapevolezza sul valore della biodiversit, un patrimonio da tutelare con il contributo di tutti.

E il contributo non solo il sostegno ai centri di recupero. Nella vita di ogni giorno possibile compiere gesti concreti per provare a ridurre i fattori di rischio di cui si parlato all’inizio, a partire dalla riduzione del quantitativo di rifiuti prodotto e dalla plastica utilizzata, che arrivano al mare in via diretta (gettati dalle imbarcazioni o abbandonati sulle rive) o indiretta attraverso i fiumi e gli scarichi fognari. Basti un solo dato: oltre il 50% delle tartarughe che vengono recuperate e curate presso i centri di recupero ha ingerito rifiuti plastici: dai frammenti di bottiglie ai sacchetti di plastica. Questi ultimi sott’acqua possono apparire come meduse, una delle prede preferite delle tartarughe, ed essere ingeriti, con gravi conseguenze sull’apparato digerente quando non sono causa immediata di soffocamento. Ci sono poi le microplastiche, che vengono inghiottite con l’acqua e che si accumulano nell’organismo, intossicandolo. Per tutelare le uova e i piccoli che nascono sulle nostre spiagge — spiegano poi da Legambiente — inoltre necessario monitorare i lidi durante la stagione estiva e proteggere attentamente i siti di ovodeposizione per evitare che vengano distrutti accidentalmente dall’impatto dei turisti con le loro attrezzature e dalla pulizia delle spiagge realizzata con trattori e macchine. Insomma, il lavoro da fare molto e per questo c’ bisogno che chi lo svolge non sia lasciato solo. La Serie A prova ora a dare un suo contributo. Come dire: nella rete finiscano solo i palloni, non la fauna marina.

20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 20:05)

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