Sesso, tradimenti, psicoanalisi Hathaway prima star a Berlino

di Paolo Mereghetti

Apertura con una commedia-opera. Il film su Golda Meir tra i pi attesi

BERLINO L’opera-commedia She Came to Me (Lei venuta da me) ha inaugurato ieri fuori concorso la 73 edizione della Berlinale, aperta da un collegamento col presidente ucraino Zelensky. La definizione del film della produttrice e interprete Anne Hathaway, psicoanalista con un debole per la religione, sposata in seconde nozze con un compositore d’opera (Peter Dinklage gi star del Trono di Spade) in crisi creativa. Da cui uscir grazie all’incontro, e alla sessualit, di una comandante di rimorchiatori (Marisa Tomei). Con qualche inevitabile conseguenza per, perch lei vorrebbe essere riconosciuta come musa mentre l’uomo continua a sentirsi in colpa. E in pi c’ la denuncia contro il figliastro diciottenne (Evan Ellison) per la relazione con la figlia sedicenne della donna che fa le pulizie di casa, a sua volta sposata con un integralista di stampo trumpiano.

Insomma, un mischione dei tanti problemi che attanagliano gli americani e che la regista Rebecca Miller cerca di risolvere facendo ricorso al dileggio pi che al sarcasmo (non male, comunque, le manie rupofobiche della Hathaway) ma finendo per inseguire troppi obiettivi senza centrarne nemmeno uno. Di altro spessore — si immagina — la selezione della competizione ufficiale, affidata a una giuria guidata da Kristen Stewart, con un solo film targato Italia. Almeno in parte perch la produzione maggioritaria di Disco Boy francese, il protagonista tedesco (Franz Rogowski) ma dietro la macchina da presa c’ l’italiano Giacomo Abruzzese, a raccontare la storia di un clandestino bielorusso che si arruola nella Legione straniera. Molto atteso il film coreano Past Lives, gi applaudito al Sundance e da molti indicato come uno dei candidati all’Orso d’oro (racconta l’amicizia che lega un uomo e una donna, da quando avevano dodici anni a quando ne avranno 36).

A contendere la vittoria sono molto attesi anche il nuovo film di Philippe Garrel Le grand Chariot (interpretato dai tre veri figli del regista), il documentario Sur l’Adamant di Nicolas Philibert (su un centro per persone con problemi mentali ancorato sulla Senna), BlackBerry di Jay Baruchel, Glenn Howerton e Matt Johnson che ripercorre la storia dell’antenato degli smartphone, The Survival of Kindness dell’australiano Rolf de Heer su una donna di colore abbandonata in una gabbia nel mezzo del deserto e ancora Ingeborg Bachmann – Reise in die Wste di Margarethe von Trotta che ha affidato a Vicky Krieps il compito di far rivivere la scrittrice e la sua tormentata storia d’amore con Max Frisch. Oltre naturalmente alle altre opere in gara, tutte contrassegnate dalla voglia di misurarsi con il mondo e di offrirne una lettura se non proprio politica almeno molto sensibile ai temi sociali e alla voglia di confrontarsi con essi. Come da anni ormai la tradizione berlinese, che fuori concorso presenta l’attesissimo Superpower di Sean Penn sul suo viaggio in Ucraina e Helen Mirren in Golda, cio la leader israeliana Golda Meir.

Presente a met nel concorso, l’Italia ha comunque portato a Berlino, nelle sezioni parallele, il documentario di Mario Martone Laggi qualcuno mi ama sulla carriera di Massimo Troisi e il noir L’ultima notte di Amore di Andrea De Stefano con Pierfancesco Favino nei panni di un poliziotto che l’ultimo giorno di servizio infrange per la prima volta la Legge. Non lascer indifferenti nemmeno il documentario di Stefano Savona Le mura di Bergamo che ricostruisce i primi drammatici mesi della pandemia nella citt lombarda mentre sono tutti da scoprire l’esordio alla regia di Antonio Bigini con Le propriet dei metalli e il nuovo film d’animazione di Enzo d’Al A Grayhound of a Girl.

16 febbraio 2023 (modifica il 16 febbraio 2023 | 22:03)

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Pietro Guerra

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