Liguria, catturati sette cavalli selvaggi dell’Aveto. Brambilla (Leidaa): «Devono tornare in libertà»

Liguria, catturati sette cavalli selvaggi dell’Aveto. Brambilla (Leidaa): «Devono tornare in libertà»

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di Silvia Morosi

I volontari temono per la sorte degli esemplari catturati. La telefonata dell’onorevole Brambilla al governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti: «Dobbiamo garantire il benessere di questi cavalli selvaggi, riportandoli nel loro ambiente naturale»

Sette cavalli selvaggi dell’Aveto, tra le regioni Liguria ed Emilia-Romagna, sono stati trovati venerdì mattina, chiusi in un recinto: sottratti ai loro pascoli in altura nel territorio di Borzonasca (Genova), sono stati caricati su un camion, con il pretesto del «pericolo» per la sicurezza pubblica. A lanciare l’allarme gli Animalisti italiani e la comunità di naturalisti “I Cavalli Selvaggi dell’Aveto Wildhorsewatching”. «I cavalli sono stati privati della loro libertà e dignità, senza il minimo rispetto del loro benessere, pronti per essere deportati», sostengono gli animalisti, chiarendo come non sia nota la destinazione che «sicuramente avrà connotati di sfruttamento e lucro. Il nostro timore è che diventino carne da macello e che siano portati in un allevamento a Imperia». Gli animali mostrano segni di sofferenza e sono privi di nutrimento dal momento che l’erba a loro disposizione è finita. Tra loro anche una giumenta incinta e cieca da un occhio. «Non sapremo mai quanti arriveranno vivi a destinazione, come è già successo in passato… Non staremo a guardare sperando che le istituzioni intervengano, perché oggi è anche da loro che li dobbiamo difendere», attaccano.

Un appello ripreso da numerose associazioni rilanciato anche dalla Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. La presidente , l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, ha avuto una telefonata con il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, e ha sottolineato l’importanza di «garantire la libertà e il benessere di questi cavalli selvaggi, riportandoli nel loro ambiente naturale». Toti — racconta la parlamentare — «ha assicurato che nessun cavallo sarà danneggiato da qualsiasi azione intrapresa» e ha convocato per lunedì 24 ottobre una riunione con le parti interessate. «Non ci può essere – sottolinea Brambilla – alcuna deportazione, men che meno in luoghi dove i cavalli potrebbero essere sfruttati o addirittura macellati. I cavalli selvaggi dell’Aveto vanno riconosciuti e tutelati quale patrimonio della Regione».

Il territorio protetto dove vivono questi equini interessa tre distinte vallate: la val d’Aveto, la val Graveglia e la valle Sturla. Eredi di un piccolo gruppo, il cui proprietario morì oltre una ventina di anni fa, i cavalli dell’Aveto rappresentano un’unicum in Italia: sono sopravvissuti adattandosi alla vita in natura e si sono riprodotti liberamente. Animali liberi, «abituati a cavarsela da soli anche nella ricerca del cibo, attentamente monitorati da volontari e ricercatori di varie Università, che da tempo attirano l’interesse dei turisti. Sarebbe opportuno riconoscere la “popolazione rinselvatichita” di cavalli e stanziare fondi adeguati per salvaguardarli da maltrattamenti, bracconaggio e macellazioni clandestine», conclude Brambilla. Questi animali — ricorda una nota di Toti — «hanno creato alcuni disagi e provocato altrettanti incidenti agli abitanti della zona, pertanto possono rappresentare un pericolo per l’incolumità pubblica. Per questo l’intenzione, se le analisi che verranno fatte daranno esito positivo, è semplicemente quella di trasferirli in altura lontano dalle case, senza fare loro del male. Ogni operazione — sottolinea il governatore — sarà fatta alla luce del sole e verificabile da tutti coloro che vorranno controllare».

23 ottobre 2022 (modifica il 23 ottobre 2022 | 19:51)

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, 2022-10-23 17:51:00, I volontari temono per la sorte degli esemplari catturati. La telefonata dell’onorevole Brambilla al governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti: «Dobbiamo garantire il benessere di questi cavalli selvaggi, riportandoli nel loro ambiente naturale», Silvia Morosi

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